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17/03/2010 – “In queste ore, nella mia amata Sicilia, - scrive Antonino Urpi su Il Cacciatore.com - un impulso improvviso da parte di alcuni sindaci del messinese ha posto le basi per l’ampliamento del Parco dei Nebrodi (incredibile ma vero), i consigli comunali di 4 comuni scampati in passato alla ‘parcomania’, sentendo il
profumo di facili finanziamenti, hanno ceduto all’impulso e hanno deliberato una richiesta di ammissione al Parco.
In uno di questi comuni l’imposizione del Sindaco è andata oltre ogni delibera e ha gia ottenuto dall’Assessore all’Ambiente il decreto di ammissione. Nella stessa vicenda l’Assessore all’Agricoltura non si interessa del superamento del limite del 5% del territorio da inibire alla caccia e il Ministro dell’Ambiente plaude all’iniziativa che si pone sulla stessa scia della sua volontà di istituire 4 nuovi Parchi Nazionali nell’isola che si vanno ad aggiungere alle oltre 130 aeree protette presenti nel territorio siculo”.
”Ebbene – prosegue Antonino Urpi - in questa vicenda i consigli comunali sono in maggioranza del PdL, 3 sindaci su 4 sono stati eletti col Pdl, entrambi gli Assessori sono del PdL, il Ministro è del PdL e in 50 anni di storia politica siciliana la sinistra non è mai salita veramente al potere. Tutto in mano al PdL.
Se in quei consigli comunali e nelle stanze di certi assessorati ci fossero stati uomini di Caccia Ambiente di sicuro certe cose non si sarebbero neppure potute pensare… ma c’era il Pdl. E questo non accade solo in Sicilia.
Sono i fatti a parlare, è la storia a confutare le promesse politiche di sempre, sono i ’’funghi politici’’ che sotto la pioggia delle elezioni sbucano fuori d’improvviso a rendere nullo ogni artifizio dialettico tendente a convincerci che il solito voto è anche l’unico utile. Non è così, oggi c’è anche Caccia Ambiente, fatevene una ragione poiché almeno per noi cacciatori e veri amanti della natura questo è il futuro mentre voi nel comune sentimento di tanti appartenete oramai al passato. Lo dico da sempre e forse qualcuno adesso ci crede d’avvero”.
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Non essendo noi cacciatori dell’articolo di Antonio Urpi condividiamo le prime affermazioni. L'istituzione dei Parchi è certamente una buona misura, degna di una società che riconosce il dovere di salvaguardare e promuovere l’ambiente come bene e valore insostituibili. Purtroppo l’equivoco (volontario?) è nell’identificazione che si tende a fare tra Parco ed Enti Parco: come identificare l’Associazione filatelica italiana col Paese reale.
Specie quando le ingenti somme di denaro pubblico messe a disposizione da chi concorre a finanziare quegli Enti non sono destinate ad azioni concretamente mirate a sostenere e promuovere le istanze del territorio, se non attraverso convegni ed attività autoreferenziali, che niente danno alla gente che nelle aree dei Parchi vive ed opera, prolifica, paga le tasse, emigra, si dispera e il più delle volte spera.
Ingenti somme di denaro che andrebbero comunque spese per azioni di reale promozione del territorio concretamente inteso, con ampia dimostrazione dei bilanci, della produttività degli investimenti e rendicontazione pubblica (trasparenza) delle montagne di denaro spese nel nome del Parco, anziché dell’Ente parco.
Per leggere l’articolo per intero:
il cacciatore.com
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