28/03/2010 – Lentamente, con esiti meno evidenti di prima, le frane di San Fratello, Caronia e dei Nebrodi non si fermano. Basta dare un’occhiata in giro, basta controllatre i punti segnati in rosso dai geologi della Protezione Civile per rendersi conto dell’evoluzione lenta ma inarrestabile delle frane. L’attenzione dei media è sempre viva.
Il 6 marzo è andata in onda la puntata di
Ambiente Italia, programma della terza rete Rai condotto da Beppe Rovera.
A Caronia, con un convegno sul dissesto geologico tenteranno di trasformare i problemi del dissesto idrogeologico in risorsa, in occasione di sviluppo. Il convegno “Il Territorio: da emergenza a volano di sviluppo per la Sicilia” si terrà questo pomeriggio, lunedì 29 marzo alle 17.30, nel Palazzo Cangemi di Caronia (Me).
L’incontro, che è promosso dall’Associazione “Un’altra Storia” presieduta da Rita Borsellino, punta alla redazione di un Piano per la messa in sicurezza dei centri abitati maggiormente colpiti ed il ripristino della viabilità, ma pure a riabilitare le attività produttive, specie quelle agricole e zootecniche, ricadenti all’interno dei comuni del Parco dei Nebrodi.
Tornando alla trasmissione
Ambiente Italia, dedicata alla frane di varie località italiane, tra cui Maierato, San Fratello e Caronia, con i Nebrodi, Beppe Rovera ha intervistato lo scrittore Mauro Corona da Erto (PN):
“Di fronte a questi peccati di follia - ha detto Corona -
non si può che rimanere amareggiati. Ma in questo paese non vedo molte attenzioni per la terra, non solo in questo periodo. Macedonio Fernandes diceva: “Non vi è alcun motivo per cui un uomo del XX secolo abbia in cura questo progetto dimenticato che si chiama ‘terra’. Viviamo così alla giornata, nichilisti… Diciamo morto io morti tutti, non c’è più un interesse, non c’è più una una fede in chi verrà dopo. D’altronde senza la natura l’ambiente a cosa serve? Bisogna salvare gli uomini, creare degli uomini nuovi, che abbiano rispetto della natura. Bisogna educare i bambini. Ma finché è il Dio denaro che impera, finché si fanno le cose per ‘sghej’ non andrà mai bene”.
Carlo Tanzi, geologo della Calabria, era vice presidente dei geologi e due o tre anni fa si è dimesso. Perché si è dimesso?
“Perché era il solito déjà vu. Oggi viviamo il solito dèjà vu. Mi preme sottolineare un aspetto: il fatto che le frane interessino tutto tranne che i centri storici. Ci deve essere un motivo? Una volta erano più seri, le persone avevano un contatto con il territorio, le persone costruivano le case per sé. Oggi, e questo è uno dei motivi che mi hanno indotto a dimettermi, si costruisce sulle frane. Le frane sono dei processi naturali. Addirittura le frane nutrono le spiagge. Basta non interagire con le frane e non succede niente. Molto semplice. invece no, si costruisce sulle frane”.
Il Prof. Bernardo De Bernardinis del Dipartimento nazionale della Protezione civile:
“Conoscenza ne abbiamo tantissima sia a livello di protezione Civile che di istituzioni. Oggi forse non tutti i sindaci sono dell’idea che è meglio fare una processione, una festa di paese che fare un piano di prevenzione idrogeologica. Noi abbiamo dovuto lottare contro questa mentalità…”.
Quindi Ambiente Italia si collega con San Fratello dove c’è il giornalista della Rai di Catania, Nino Amante: “… la frana che il 14 febbraio, il giorno di San Valentino ha colpito San Fratello: 1400 sono le persone senza casa, qua è tutto deserto. Strade devastate, case semidistrutte. In quanto tempo è successo tutto questo – chiede il giornalista a due giovani del luogo?”.
Risposte:
“E’ iniziato tutto verso le 12.30 del 14 febbraio. All’inizio non ci rendevamo conto di quello che stava succedendo, poi vedendo le prime crepe nei mattoni di casa e nelle strade ci siamo accorti della gravità della situazione”.
“La gravità della situazione l’abbiamo notata proprio dal fatto che le strade si aprivano, nel giro di pochi minuti le crepe si allargavano sempre di più”.
San Fratello era già stata colpita nel 1922 da un’altra frana che aveva devastato il territorio e fatto nascere il paese di Acquedolci, dove la gente di san Fratello era andata a rifugiarsi in seguito alla frana.
Nino Amante: “L’ing Pietro Lo Monaco è il direttore regionale della Protezione civile. San Fratello è l’ultimo caso o il penultimo, perché c’è stata anche la frana di Caronia la scorsa settimana, ancora prima a Sant’Angelo di Brolo, a Ficarra… Che sta succedendo sui Nebrodi”?
Lo Monaco:
“Sui Nebrodi abbiamo una situazione di un territorio che è estremamente fragile, che è stato edificato senza le necessarie attenzioni e cure, per cui adesso ci ritroviamo a dovere contrastare con questi fenomeni correlati alla cattiva antropizzazione dei luoghi. Oggi facendo l’autostrada, la Palermo-Catania, perché vengo da Giardini Naxos, ho contato fino ad Enna, partendo da Scillato, circa 300 frane, che sono le frane che si sono verificate in tutti i Nebrodi in questo periodo. Le 300 frane dell’autostrada non hanno creato nessun danno mentre le frane dei Nebrodi hanno messo in ginocchio mezza provincia. Il messaggio è che bisogna stare attenti a come si costruisce, a come si antropizzano le aree”.
Il prof. Monaco dell’Università di Catania fa vedere la carta geografica di San Fratello:
“Il centro storico del paese è costruito su roccia, roccia abbastanza resistente, mentre la parte di sviluppo recente è sull’argilla”.
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Ambiente Italia è una trasmissione della Tgr a cura di Carlo Cerrato e Beppe Rovera, dura un’ora ed è realizzata dalla redazione di Torino della Rai con la collaborazione di tutte le sedi regionali. In redazione Claudia Apostolo, Alessia Mari, Igor Staglianò
regia di Mia Santanera
assistente alla regia
Gianna Cuccurullo
assistente al programma
Fabio Comino
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