
Palermo, 15/04/2010 - “Con la mia interrogazione parlamentare depositata nei giorni scorsi, non pensavo di avere posto l’attenzione sulla incapacità di taluni dirigenti della Regione siciliana a esercitare le proprie funzioni. La reazione immediata di qualcuno mi ha però messo all’erta; erano insiti motivi non dichiarati: escusatio non petita accusatio manifesta”. Lo dice il deputato regionale del Pdl Roberto Corona che continua, spiegando: “Non ho mai pensato alla malafede degli altri, ho
sempre pensato al bene comune ma la lettura della sentenza del Tar sul caso New Energy comprova l’idea che mi ero alla fine fatta sul mondo delle autorizzazioni e degli accessi ai contributi europei. “Il territorio siciliano – riprende – ha bisogno di industrie e di industriali che creino occasioni di sviluppo sostenibile, che diano vita a un sincronismo dove ambiente, salute e lavoro siano elementi imprescindibili, coniuganti soltanto con: l’interesse collettivo”.
“La pubblica amministrazione, sono conscio, deve esser messa in condizione di operare nella norma e di produrre effetti significativi e propositivi: una occasione per la chiarezza l’ho data io con il mio stesso atto ispettivo” sottolinea il deputato messinese che ha presentato anche un emendamento alla finanziaria, finalizzato proprio alla garanzia del rispetto dei tempi in materia di rilascio dell’autorizzazione prevista dal decreto legislativo 59/’05 AIA regionale. Per ciò, l’emendamento prevede che le commissioni provinciali per la tutela ambientale siano le titolari piene della materia, svolgendo in Sicilia i compiti della omologa commissione nazionale.
Corona, poi, propone che, per le attività relative a ciascuna domanda di autorizzazione, che saranno comunque per norma rese pubbliche, le commissioni siano integrate da un esperto designato dalla provincia accanto a uno nominato da ciascun comune territorialmente competente.
“E non mi fermo qui – conclude Roberto Corona – Chiederò all’assessorato competente quali e di che consistenza siano gli investimenti fatti in base al numero di autorizzazioni rilasciate e attuate; quanto pesa il contributo concesso a fronte di ogni occupato nel settore. La malaburocrazia, per essere debellata ha bisogno di un’indagine accurata: per evitare di fare di tutta l’erba un fascio, come si dice”.
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