
29/04/2010 - L’esempio di Gianfranco Fini è calzante. Criminalizzare Roberto Saviano come un ‘untore’ per avere scritto (e scrivere) di mafia è come sostenere che è lui stesso la causa del problema. Come sostenere che le strisce delle frenate sull’asfalto sono responsabili degli incidenti stradali. Così nella trasmissione
Porta a Porta, rispondendo alle domande di Bruno Vespa, Fini ha spiegato come non faccia il
presidente della Camera dei Deputati "non in ragione di un concorso vinto", per avere superato un regolare concorso, "né per un cadeau del presidente del Consiglio dei Ministri" ma per una storia politica.
Il riferimento a Saviano, invece, lo ha fatto citando Albert Camus e
La peste, romanzo pubblicato nel 1947, primo grande successo di Camus con 161.000 copie vendute nei primi due anni: da allora ne sono state vendute più di 5 milioni di copie. La peste costituisce una tragedia in cinque atti.
Il romanzo è ambientato nella città algerina di Orano, in un imprecisato momento degli anni '40 («un giorno d'aprile 194...», recita l'incipit), quando il luogo è ancora sotto la dominazione francese.

Orano, quindi, una prefettura francese della costa algerina è una città mercantile senza alberi, senza giardini, senza piccioni. Qui l'arrivo della primavera si avverte solo perché al mercato si vendono fiori arrivati da fuori.Tutti i cittadini si dedicano al lavoro e agli affari molto intensamente. Lasciati gli uffici si va al caffè, si passeggia lungo il viale o si sta affacciati sui balconi.In questa città è difficile essere malati o moribondi perché non si possono avere le coccole o la tenerezza che si devono ad un malato.La città è inserita in un paesaggio stupendo di colline e una baia , peccato che però la città è di spalle a questo magnifico paesaggio. Protagonista è Bernard Rieux, medico francese residente a Orano, e il romanzo è condotto come cronaca scritta in terza persona dallo stesso Rieux. (da Wikipedia)
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