Patti, 15/05/2010 - Sequestrata un’intera strada che era stata abusivamente “sistemata” dopo le mareggiate invernali che ne avevano compromesso la viabilità. Il personale dipendente della Delegazione di Spiaggia
di Patti Marina, con al comando il 1° Maresciallo Np. Luca LOSAPIO e il Sc/Np S. Presti, sotto le direttive e in sinergia con la Capitaneria di Porto di Milazzo, durante il periodo invernale ultimo scorso ha effettuato un lavoro complesso di accertamenti lungo tutto il litorale pattese e nei comuni di Oliveri e Gioiosa Marea al fine di verificare i danni causati dalle mareggiate invernali lungo la costa tirrenica di competenza.
In località Calavà del Comune di Gioiosa Marea i danni delle mareggiate hanno reso inservibile e pericolosa l’unica strada di accesso alle strutture presenti e ad alcune abitazioni estive a tal punto che la stessa amministrazione comunale, anche in considerazione delle segnalazioni pervenute dalla Delegazione di Spiaggia, nel mese di gennaio scorso ha emesso un’ordinanza di divieto di transito ai veicoli e pedoni considerata la pericolosità della strada stessa.
In occasione di un capillare controllo del territorio, gli uomini della Guardia Costiera accertavano che stranamente la strada era stata “restaurata” con opere abusive di riempimento, mediante terra, e posizionamento di massi, sul demanio marittimo, a protezione della strada stessa e di un campeggio.
Dopo le constatazioni di rito venivano accertati gli autori delle opere abusive poste sul demanio che, forse con un fine giustificabile ma non ammissibile, si rendevano responsabili della violazione all’art. 54 del Codice della Navigazione, per aver eseguito delle innovazioni non autorizzate e 650 Codice Penale per aver violato il provvedimento emesso dal Comune di Gioiosa Marea in ordine di sicurezza pubblica e quindi deferiti all’Autorità Giudiziaria competente che convalidava il sequestro della strada, quest’ultimo necessario anche in considerazione della natura delle opere realizzate, senza comprovata perizia tecnica alcuna e tantomeno prive di collaudo di ogni sorta per garantire la pubblica incolumità di chi poteva usufruire della viabilità, sia a piedi che in macchina.
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