Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

PATTI, ARRESTATA UNA FAMIGLIA PER ESTORSIONE AGGRAVATA DAL METODO MAFIOSO

22/05/2010 - Nel tardo pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Patti e del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Messina D.ssa Daria Orlando, su richiesta del Sost. Proc. Distrettuale di Messina dr. Fabio D’Anna, a carico di tre persone, un uomo, la moglie ed il figlio 24 enne, indagati di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Il provvedimento di cattura è stato emesso nei confronti di:
- BONTEMPO SCAVO Francesco, nato a Tortorici (ME) cl. 1962, allevatore, pregiudicato;


- BONTEMPO SCAVO Sebastiano, nato a Patti (ME) cl. 1986, operaio, pregiudicato;
- PRUITI Maria, nata a Tortorici (ME) cl. 1967, bracciante agricola.
L’indagine dei Carabinieri della Compagnia di Patti ha permesso di acclarare come i tre arrestati, in concorso tra loro, con violenza e minaccia ed avvalendosi della capacità di intimidazione derivante dall’appartenenza del BONTEMPO SCAVO Francesco al gruppo mafioso tortoriciano dei “Batanesi”, hanno costretto una ditta del nord italia, che gestisce a Floresta (ME) un cantiere impegnato nella realizzazione del parco eolico “Nebrodi”, ad assumere fittiziamente il BONTEMPO SCAVO Sebastiano quale guardiano notturno e la PRUITI Maria quale addetta alle pulizie.

Le indagini dei Carabinieri dell’Aliquota Operativa del N.O.R.M. della Compagnia di Patti sono state avviate nel mese di giugno 2009, quando si verificarono nel comprensorio nebroideo alcuni furti e danneggiamenti in danno di alcune ditte impegnate nell’esecuzione di lavori vari.
In particolare, i militari dell’Arma indirizzavano le loro investigazioni sul furto di alcuni condizionatori d’aria asportati nottetempo dai container ove hanno sede gli uffici di una ditta del nord italia impegnata nella realizzazione del costruendo parco eolico “Nebrodi”.
Successivamente, si apprendeva che la refurtiva era “stranamente” ritornata al proprio posto il giorno dopo l’assunzione da parte della ditta di un soggetto del luogo, appunto il BONTEMPO SCAVO Sebastiano.

Le indagini dei Carabinieri di Patti, svolte anche con appostamenti notturni e con l’ausilio di attività tecniche, hanno consentito di accertare che il BONTEMPO SCAVO Sebastiano, non solo era stato assunto con l’incarico di guardiano notturno - pur non avendo alcun titolo professionale - ma godeva anche della possibilità di andare al lavoro “quando e quanto voleva”.
Al riguardo, i Carabinieri hanno accertato che, durante lo scorso inverno, per molte notti il BONTEMPO SCAVO non si è mai recato sul posto di lavoro, tra l’altro vantandosene con gli amici.
La PRUITI Maria, invece, dopo il ritrovamento dei condizionatori, era stata assunta dalla menzionata ditta quale addetta alla pulizia degli uffici.

Deve rispondere di concorso nel reato il BONTEMPO SCAVO Francesco, già condannato a 3 anni di reclusione, a seguito della sentenza di appello nell’ambito del maxi processo “MARE NOSTRUM”.
Nel corso delle indagini, i Carabinieri hanno accertato altresì che gli stipendi del BONTEMPO SCAVO Sebastiano e della PRUITI Maria, finivano su un unico conto corrente bancario intestato alla donna, del quale però disponeva liberamente anche il BONTEMPO SCAVO Francesco.
Secondo una stima, il danno patito dalla società vicentina a seguito dell’estorsione si è aggirato intorno ai 2.000 €uro mensili.
Il conto corrente bancario su cui finivano gli stipendi frutto dell’estorsione è stato posto sotto sequestro.

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