Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

BARCELLONA P.G.: "UN GRAVE CASO DI INTOLLERANZA E INACCETTABILI INTERFERENZE DELLA CHIESA"

I dirigenti dell’Arci fanno defiggere dalla bacheca un documento a favore degli operai di Pomigliano d’Arco e un prete salesiano interferisce in questioni politiche
Messina, 9 luglio 2010 - Tradizionalmente l’Arci era un’organizzazione nella quale convivevano le varie anime della sinistra italiana. In passato era stato consentito ai vari compagni di affiggere documenti, note, commenti, nella bacheca del Circolo Arci “Città Futura” di Barcellona P.G., ubicata nella centralissima Piazza San Sebastiano.
Apprezzamento per tale pluralismo di posizioni era stato espresso da tutti i cittadini, che così ricevevano un’informazione completa.

Nei giorni scorsi, in controtendenza rispetto a questa tradizione, si è verificato un grave atto di intolleranza. Un compagno, Antonio Catalfamo, noto negli ambienti politici per la lunga militanza comunista, nonché negli ambienti accademici e letterari, ha affisso un intervento, da lui firmato chiaramente in calce, con il quale esprimeva solidarietà agli operai di Pomigliano d’Arco, stigmatizzava la posizione del Partito Democratico, che, a sostegno del padronato, ha invitato a votare “si” al referendum interno, auspicava una linea politico-sindacale dura in Italia, come quella tenuta in Grecia dal PAME, sindacato di riferimento del Partito Comunista Greco (KKE).

Immediatamente si riuniva il comitato direttivo del Circolo Arci “Città Futura”, decideva, a quanto pare a maggioranza, di intimare al compagno Catalfamo di consegnare le chiavi della bacheca e faceva defiggere il suo intervento.

A questo punto è chiaro che i dirigenti del suddetto circolo condividono la posizione del Partito Democratico e sono anch’essi contro gli operai di Pomigliano d’Arco. E’ una conclusione più che logica, perché nell’intervento contestato non si faceva alcun riferimento all’Arci, ma si rifiutava la linea politica assunta dal PD. Chiediamo agli organi regionali e nazionali dell’Arci se fanno propria questa posizione. Condanniamo, nel contempo, il grave atto di intolleranza anticomunista del quale è rimasto vittima il compagno Antonio Catalfamo.

Ma il gesto dei dirigenti del Circolo Arci rientra in tutto un contesto, che è bene richiamare e chiarire. In fondo, la presa di posizione su Pomigliano d’Arco è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nella bacheca erano stati affissi in precedenza documenti del PdCI e del Centro Studi “Nino Pino Balotta”, che denunciavano tutta una serie di vicende relative alla violazione delle volontà testamentarie di Nino Pino, nelle quali sono coinvolti dirigenti del Partito Democratico (naturalmente spetterà alla magistratura accertare eventuali reati, visto che lo stesso PdCI ha presentato esposti). Altri interventi denunciavano il sistema dei finanziamenti pubblici ad associazioni culturali. Nel complesso, questi interventi andavano a colpire il sistema di potere, col quale l’Arci, anch’essa destinataria di cospicui finanziamenti pubblici, evidentemente non vuole cozzare.

Ma v’è di più. Nella prospettiva delle future elezioni amministrative si nota in città uno strano dinamismo. Sull’esempio della vicina Milazzo, si sta lavorando alacremente alla nascita di una coalizione che comprenda il centro-sinistra e chiunque altro voglia aggregarsi, qualunque sia la sua posizione politica ed ideologica. Tutto fa brodo per battere Nania e sedersi al suo posto. Il “deus ex machina” di tale coalizione pare essere don Salvino Raia, in rappresentanza dell’Oratorio Salesiano, il quale si dimostra in questi giorni “iperattivo”. Incontra questo e quell’altro, prende posizione su tutte le questioni, sponsorizza comitati di difesa dei cittadini, assieme a dirigenti del Partito Democratico e del sindacato, agitando problemi e strumentalizzando disagi. Evidentemente i dirigenti dell’Arci, vicini al PD, non intendono “disturbare il manovratore”.

Il PdCI è di tutt’altro avviso. Invita l’Arcivescovo di Messina, mons. Calogero La Piana, a richiamare al suo ruolo pastorale don Salvino Raia. La presenza dei cattolici in politica non è nuova ed ha avuto il suo punto di forza nella Democrazia Cristiana, un partito che ha dovuto chiudere i battenti per corruzione. Perciò è bene che la chiesa non produca altri disastri. Se in passato l’Oratorio Salesiano si fosse astenuto dal sostenere in campagna elettorale il sen. Carmelo Santalco, plenipotenziario cittadino della DC, che ha governato per un cinquantennio, forse la città non sarebbe quella che è e che tutti gli italiani conoscono attraverso le cronache di stampa e televisione. E le amministrazioni di centro-sinistra non sono state da meno.

Antonio Bertuccelli, segretario provinciale Pdci

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