Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

SMS, MOLESTIE E PROMISCUITÀ SESSUALE

• SMS: CHI PER SALVARSI E CHI PER PROSTITUIRSI
07/07/2010 – Marcata disinvoltura e promiscuità sessuale ed una altrettanto considerevole deprivazione culturale, in un soggetto proveniente da un contesto familiare scadente, con tasso di responsabilità personale pressoché nullo, è quasi sempre alla base di comportamenti che con le nuove tecnologie trovano terreno fertile per azioni che integrano fattispecie di reati di ‘nuova generazione’. Con sentenza 10444 del marzo 2006, ad esempio, la Cassazione ha dato una chiara interpretazione
di come un MMS diventi reato (cfr. Cassazione , sez. V penale, sentenza 27.03.2006 n° 10444).
Sulla stessa falsariga, con la pronuncia 16215 dell’11 maggio c.a., la Corte ha descritto con chiarezza come l’SMS possa diventare reato. Per SMS sono da intendersi i cosiddetti ‘messaggini’, essendo l’acronimo di Short Message System.

Già in data 27 marzo 2006 la Cassazione aveva riscontrato attraverso gli MMS la violazione del codice penale (art. 615 bis), che vieta le illecite interferenze nella vita privata altrui. Lo stesso vale per gli sms, attraverso i quali è possibile incorrere in fattispecie di reati sanzionabili penalmente, come accaduto nel caso succitato.
Più recentemente la Cassazione ha confermato la condanna di una donna rea di avere inviato 5 sms molesti nell’arco di due giorni riportando in essi “asserite espressioni in termini sprezzanti nei confronti del destinatario». Il Tribunale aveva ritenuto quei pochi sms “lesivi della dignità oltre che del decoro e dell’onore della persona offesa».

Contro tale decisione è stato presentato ricorso dall'autrice degli sms, ma le motivazioni addotte a sua discolpa sono state ritenute manifestamente infondate e il ricorso dichiarato addirittura inammissibile (606 n. 3 Cpp) dalla Suprema Corte, che ha considerato del tutto legittima la condanna della donna per il reato di molestia che - si legge - «può essere arrecata anche mediante l’invio di brevi messaggi di testo».
La donna condannata, ovviamente, è stata pure condannata al pagamento delle spese processuali, in simili casi il più delle volte rilevanti.

Per le parti offese è sempre meglio uscire allo scoperto, vincere i timori e il ritegno, e denunciare, consapevoli di trovarsi molto probabilmente di fronte a persone di scarso livello morale, pronte a ripetere i loro volgari gesti, con altrettanto volgare petulanza e sfrontatezza, sovente attribuendo ad altri i propri comportamenti ossessivi e maniacali.

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