Archeoclub d’Italia: a Cefalù: 30 anni di esistenza di Archeoclub d’Italia sede di Cefalù: 30 anni di impegno sociale

Archeoclub d’Italia: a  Cefalù, venerdì 7 Novembre dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 17, in collaborazione con la Diocesi di Cefalù, visita alla Chiesa della SS. Trinità e al Chiostro Monumentale di San Domenico – Via Costa, 63 – Cefalù.  Sabato 8 novembre alle  ore 16 visita all’Archivio Storico Diocesano. A  Finale di Pollina alle  ore 17.30, conferenza su  : “L’Ulivo del Mediterraneo. Simboli e cultivar tra Sicilia e Calabria”. 7/11/2025 - Venerdì 7 Novembre, saranno 30 anni di esistenza di Archeoclub d’Italia sede di Cefalù in Sicilia. Ben 30 anni fa veniva  costituita la sede di Cefalù dell’Archeoclub d’Italia. Trent’anni di impegno sociale costante.  Nel 1995 un piccolo gruppo di cittadini scelse di dedicarsi all’approfondimento e alla condivisione della conoscenza del grande patrimonio culturale della città facendo confluire le proprie energie all’interno di un’associazione a carattere nazionale, nata nell’ambito del mondo ac...

«MAMMA MAMMINA», CANZONI STRAPPALACRIME MA GENIALI E A LIETO FINE

«Mamma Mammina», filastrocche e canzoni strappalacrime, ma geniali e a lieto fine di Mimmo Mòllica. «Mamma mammina» è la storia di un neonato abbandonato dalla madre a Parigi, scritta del 1919. Nel 1964 il gruppo di cabaret de «I Gufi» ne ripropose una versione volutamente grottesca e forzatamente ‘strappalacrime’, con l’intento di sfatare la crudeltà umana, la dissennatezza di una madre. «Mamma mammina» rimane così una storia non cruda, ma grottesca e… a lieto fine.

11/01/2019 - Italia, Paese del bel canto. La canzone italiana nasce nel primo Novecento e acquista la sua identità matura negli anni ‘20 e ‘30, assumendo i caratteri tipici della canzone all’italiana nell’espressione melodico-sentimentale, nei toni commoventi, struggenti.
«Mamma mammina» è un brano scritto nel 1919 da Arturo Trusiano, poeta napoletano, autore di molti versi, divenuti in seguito magnifiche canzoni e divertenti ‘macchiette’ d'avanspettacolo, interpretate da famosi attori e rinomate compagnie teatrali.
Nel 1964 il gruppo di cabaret de «I Gufi» ripropose il brano «Mamma mammina» con il titolo "Il neonato", storia di un trovatello abbandonato dalla madre a Parigi, con alcune modifiche nel testo. Sennonché i versi della canzone non sembrarono convenienti alla Rai. Raccontare la storia di una madre tanto malvagia e snaturata da abbandonare la sua piccola creatura dev’essere sembrata cosa troppo cruda ai funzionari Rai, che suggerirono delle varianti:

I Gufi non accettarono tale stravolgimento del testo e scattò la censura. In seguito I Gufi riadattarono «Mamma mammina» cambiando alcuni versi, come pubblichiamo più avanti, che però non stravolgono il testo e non ne alterano il significato.
L’interpretazione de I Gufi è volutamente grottesca e forzatamente ‘strappalacrime’, con l’intento di sfatare la crudeltà umana, la dissennatezza di una madre che val la pena di raccontare, perché irreale e a lieto fine.
Quando l’arte, la grandezza e il grottesco emergono con forza, tutto appare deformato, a metà strada tra una realtà animale e una realtà umana. «Mamma mammina» rimane così una storia non cruda, ma grottesca e… a lieto fine. ***
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MAMMA MAMMINA 
(Filastrocche e canzoni strappalacrime, ma geniali e a lieto fine) 
di Mimmo Mòllica
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