Massimo Recalcati a Palermo: "La fragilità dei legami in un’epoca violenta", un viaggio nell'universo dell'odio

  Massimo Recalcati a Palermo per un incontro sulla fragilità dei legami, 21 novembre 2025 Palermo, 17 Novembre 2025 – Massimo Recalcati, uno dei più noti e influenti psicoanalisti italiani, sarà venerdì 21 novembre 2025 a Palermo per un atteso incontro dal titolo "La fragilità dei legami in un’epoca violenta. Il desiderio di costruire rapporti vitali e autentici". L'appuntamento, che si terrà all'Astoria Palace Hotel (Via Montepellegrino, 62) con inizio alle 17.30, rappresenta un'occasione unica per la città di ascoltare la riflessione del celebre saggista su uno dei temi più cruciali del nostro tempo. La presenza di Recalcati a Palermo porterà il pubblico alla scoperta delle radici dei legami umani nella società contemporanea, sempre più segnata da conflitti e incomprensioni. Al centro della sua lectio, la possibilità di costruire relazioni autentiche nonostante le spinte disgregative dell'odio e dell'indifferenza. Proprio partendo da una sua importante ...

«MAMMA MAMMINA», CANZONI STRAPPALACRIME MA GENIALI E A LIETO FINE

«Mamma Mammina», filastrocche e canzoni strappalacrime, ma geniali e a lieto fine di Mimmo Mòllica. «Mamma mammina» è la storia di un neonato abbandonato dalla madre a Parigi, scritta del 1919. Nel 1964 il gruppo di cabaret de «I Gufi» ne ripropose una versione volutamente grottesca e forzatamente ‘strappalacrime’, con l’intento di sfatare la crudeltà umana, la dissennatezza di una madre. «Mamma mammina» rimane così una storia non cruda, ma grottesca e… a lieto fine.

11/01/2019 - Italia, Paese del bel canto. La canzone italiana nasce nel primo Novecento e acquista la sua identità matura negli anni ‘20 e ‘30, assumendo i caratteri tipici della canzone all’italiana nell’espressione melodico-sentimentale, nei toni commoventi, struggenti.
«Mamma mammina» è un brano scritto nel 1919 da Arturo Trusiano, poeta napoletano, autore di molti versi, divenuti in seguito magnifiche canzoni e divertenti ‘macchiette’ d'avanspettacolo, interpretate da famosi attori e rinomate compagnie teatrali.
Nel 1964 il gruppo di cabaret de «I Gufi» ripropose il brano «Mamma mammina» con il titolo "Il neonato", storia di un trovatello abbandonato dalla madre a Parigi, con alcune modifiche nel testo. Sennonché i versi della canzone non sembrarono convenienti alla Rai. Raccontare la storia di una madre tanto malvagia e snaturata da abbandonare la sua piccola creatura dev’essere sembrata cosa troppo cruda ai funzionari Rai, che suggerirono delle varianti:

I Gufi non accettarono tale stravolgimento del testo e scattò la censura. In seguito I Gufi riadattarono «Mamma mammina» cambiando alcuni versi, come pubblichiamo più avanti, che però non stravolgono il testo e non ne alterano il significato.
L’interpretazione de I Gufi è volutamente grottesca e forzatamente ‘strappalacrime’, con l’intento di sfatare la crudeltà umana, la dissennatezza di una madre che val la pena di raccontare, perché irreale e a lieto fine.
Quando l’arte, la grandezza e il grottesco emergono con forza, tutto appare deformato, a metà strada tra una realtà animale e una realtà umana. «Mamma mammina» rimane così una storia non cruda, ma grottesca e… a lieto fine. ***
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MAMMA MAMMINA 
(Filastrocche e canzoni strappalacrime, ma geniali e a lieto fine) 
di Mimmo Mòllica
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