Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro

Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro.  Una dipendente dell’Ufficio del processo presso il tribunale di Catania ha chiesto e ottenuto la proroga del distacco presso un’altra sede lavorativa, a tutela della sua incolumità. 8 mag 2024 - Dopo essere stata assunta a tempo determinato, la dipendente è stata vittima di violenze, regolarmente denunciate, che l’hanno costretta a chiedere il distacco dalla propria sede lavorativa perché non si sentiva più al sicuro. Il Tribunale di Catania le aveva però concesso il distacco fino a settembre 2024. Nel frattempo, la donna aveva denunciato altri reati contro la sua persona e il ritornare nella sede assegnatagli avrebbe messo a serio repentaglio la sua incolumità. Per tale ragione si è rivolta allo studio legale Leone-Fell & C. per ottenere la necessaria tutela. “Vista la gravità della situazione, abbiamo inoltrato un’istanza al ministero di Giustizia – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Davide Marceca ch

DA CAPIZZI A SARZANA PER MORIRE A 34 ANNI SUL LAVORO

OPERAIO DI CAPIZZI MUORE DOPO UN VOLO DI 10 METRI
La Spezia, 08/09/2010 - Era di Capizzi, in provincia di Messina, Salvatore Iraci Sareri, 34 nato a Capizzi e residente a Sarzana, in provincia di La Spezia, morto sul colpo in seguito a un incidente sul lavoro: il lucernario del sottotetto ha ceduto facendolo precipitare per 10 metri sulla tromba delle scale sottostanti.
"Per Salvatore Iraci Sareri, residente in via Gori a Sarzana, non c’è stato nulla da fare: é morto sul colpo. Ennesima morte bianca che investe direttamente la provincia spezzina, dove un lavoratore proveniente dal sud aveva trovato il modo di vivere insieme alla famiglia", come scrive il Secolo XIX di ieri, che così prosegue:

"Salvatore infatti era sposato con Maria (lei originaria di Enna), e padre di due bambine di dieci e cinque anni. Proprio ieri pomeriggio, a tragedia già consumata, la donna ancora all’oscuro di quanto era avvenuto, aveva confidato a un’amica: «Domani torniamo a casa per una settimana».

Dipendente della Eco Edil, una società che si occupa di bonifiche da amianto e ristrutturazioni edili, Salvatore Iraci Sareri stava lavorando nel centro di Firenze nella parte alta di un edificio in Borgognissanti, insieme a due colleghi, quando la struttura sulla quale si stava muovendo ha ceduto di schianto, erano da poco passate le ore 16.

Immediato l’intervento dei mezzi di soccorso: non hanno potuto fare altro che constatarne l’avvenuto decesso. Sul posto anche le volanti della questura di Firenze e la polizia scientifica. Secondo le prime informazioni l’operaio non avrebbe indossato l’imbracatura e casco d’ordinanza e l’incidente sarebbe avvenuto in una zona non interessata dal cantiere di bonifica per l'amianto.

Poi successivamente i tecnici dell’Asl 10 di Firenze hanno confermato che la tragedia é avvenuta fuori dal cantiere. «L’incidente _ ha detto l’ingegner Fabio Tittarelli, direttore del dipartimento tecnico della Asl _ é avvenuto in una zona dove non c’é il cantiere. Non si capisce perché l’operaio si trovasse nei pressi del lucernario che ha ceduto sotto il suo peso. Neppure i due colleghi di lavoro che stavano compiendo la bonifica dall’amianto hanno saputo spiegarci perché Sareri si trovasse in quel punto».Fatalità, l’incidente è avvenuto lo stesso giorno in cui in Toscana è stato reso noto un dato: diminuzione degli incidenti sul lavoro nella misura del -8,6 per cento".

Ed è stata subito polemica. Il sindaco di Firenze Matteo Renzi, ha avuto parole di grande solidarietà nei confronti della famiglia Iraci Sareri, invitando «le autorità _ ha detto _ a fare piena luce su quanto è realmente accaduto. Questo episodio ci ricorda purtroppo quanto sia ancora lunga la strada per una completa sicurezza sui luoghi di lavoro e come non si debba mai abbassare la guardia su questi temi». Affranti alcuni vicini della famiglia: «Erano qui a Sarzana da poco tempo_ hanno detto _, una bellissima famiglia, normale e tranquilla che non merita davvero di vivere questo incubo».

Fonte: http://www.ilsecoloxix.it
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Capizzi è un comune italiano di 3.407 abitanti della provincia di Messina in Sicilia.
È un comune del Parco dei Nebrodi. È raggiungibile per chi viene da Messina, tramite lo svincolo A20 di Santo Stefano di Camastra (114 km da Messina), dal quale dista 47 km; per chi viene da Palermo, tramite lo svincolo A20 di Santo Stefano di Camastra (93 km da Palermo), dal quale dista 47 km; per chi viene da Catania, tramite lo svincolo A19 di Agira-Raddusa (50 km da Catania), dal quale dista 57 km.

Tra i personaggi illustri vanno ricordati:
Compositore Nunzio La Farina (1896-1961) musicista e professore di musica; nel 1943 ha composto una nota marcia intitolata "Madre Patria".
Pittore naïf Antonino Mancuso Fuoco (1921-1996)
Dottore in teologia abate Giuseppe Ganguzza nato a Capizzi il 23 settembre 1620, morto il 7 luglio 1663 a Capizzi. Rinomato Abate di Santa Maria del Piano, fu lodato dal Pirri e dall'Amico.
Pittore Benedetto Berna dipinse la tela di San Michele Arcangelo e il Cristo spirato in Croce con ai piedi San Francesco che si conservano a Capizzi. Dipinse una Madonna del Rosario a Frazzanò e la Genealogia dei Santi a Mistretta.
Chimico e fotografo Giuseppe Bruno nato a Capizzi nel 1836, fu membro della commissione delle belle arti di Taormina.
Scrittore e storico Salvatore Pagliaro Bordone nato a Capizzi il 18 aprile 1843, morì nel 1925 sempre a Capizzi. (Wikipedia)

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