Ponte sullo Stretto: "Opera faraonica dal sapore coloniale"

Ponte sullo Stretto, Leoluca Orlando, candidato alle Europee per Alleanza Verdi Sinistra, a 24 Mattino su Radio 24: Opera faraonica dal sapore coloniale  14/05/2024 - “14 miliardi per realizzare un'opera che tecnicamente non è realizzabile, che massacra l'ambiente non soltanto quello geografico ma anche quello umano con intere deportazione di migliaia di famiglie. Un’opera che insiste per una parte, quella calabrese, sulla falda sismica essendo la zona di Messina esposta ai terremoti. 14 miliardi per un'opera faraonica che sembra un'opera coloniale. Alla Calabria e alla Sicilia si dà una grandissima opera che non si riuscirà mai a realizzare e che impegna 14 miliardi dei quali se ne spenderanno due o tre miliardi soltanto per pagare qualche progettista scelto probabilmente da qualche politico compiacente. Immaginiamo 14 miliardi collocati nel clima del porto di Genova!  È ammissibile che si attrae l'attenzione su quest'opera faraonica dal sapore coloniale e poi

GERMANÀ: “CALENDARIO VENATORIO 2010/2011 NELLA MORSA DELLE PROIBIZIONI IMMOTIVATE”

Germanà (Pdl): "Il crogiuolo frammentato del Governo Lombardo sostenuto da un’accozzaglia di schieramenti assurdi e antitetici, emanando il decreto recante modifiche al Calendario Venatorio 2010/2011, di fatto ha stretto nella morsa delle proibizioni ingiustificate e immotivate l'insieme dei cacciatori"
Roma, 01 Settembre 2010 - L’Assessore alle Risorse Agricole ed Alimentari della Regione Sicilia, vuole limitare il divieto di caccia provvisorio nelle isole minori alla sola parte del territorio compreso nelle ZPS, si erge a paradigma delle solite e abituali peculiarità che contraddistinguono la Sicilia.
 Ogni categoria sociale è meritevole di attenzione e protezione da parte di coloro che sono investiti a gestire la “res publica”, ma è chiaro che il crogiuolo frammentato del Governo Lombardo

sostenuto da un’accozzaglia di schieramenti assurdi e antitetici, emanando il decreto recante modifiche al Calendario Venatorio 2010/2011, di fatto ha stretto nella morsa delle proibizioni ingiustificate e immotivate, il consistente insieme formato dai cacciatori, ai quali è stato opposto un divieto generale provvisorio di caccia nelle isole minori, in quanto interessate alla migrazione, ponendo quindi un’interdizione assoluta estendendosi “erga omnes” anche alla selvaggina stanziale.

Cosi il governo Lombardo, attraverso l’utilizzo di mass media ha mistificato e travolto la realtà, delineando un quadro che non risponde ad alcun criterio di congruenza e aderenza alla disciplina dell’attività venatoria, fornendo altresì un’interpretazione arbitraria e parziale dell’Ordinanza 638/2010 emessa dal TAR di Palermo il 17/07/2010, che per inciso è da intendere come un provvedimento cautelare del Giudice Amministrativo in attesa della pronunzia in grado di appello.

Va altresì esposta la circostanza che l’anelito alla legalità del Governo Lombardo è quantomeno bizzarro, se si considera che è stata più volte violata, fraintesa e aggirata la fondamentale legge 157/1992, recante le norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.

Questi i dettagli che costituiscono il substrato sul quale si fondano le massicce proteste dei cacciatori che, di fronte alla richiesta condivisa da tutti i membri della categoria circa la restituzione dei certificati elettorali, hanno ricevuto dall’amministrazione Lombardo un umiliante invito al silenzio e l’esortazione a rinunciare a difendere i loro diritti e le loro prerogative, acuendo lo scontro e i contrasti, e marginalizzando un’attività dai profili positivi negli ambiti più disparati del settore terziario, visto che la caccia ha ricadute proficue non solo in termini strettamente e puramente economici, ma attivando un circolo virtuoso reca benefici anche all’indotto turistico e all’immagine da esportare della nostra Sicilia.

Il dissenso e la protesta dilagano, e mentre il Governo siciliano esorta all’abbandono della lotta per i diritti, cosi i parlamentari siciliani del Pdl Nino Germanà, Giuseppe Marinello, Enzo Giibino e Alessandro Pagano sono pronto ad ingaggiare la loro battaglia in nome del rispetto e della tutela dei cacciatori.
Ufficio Stampa On. Nino Germanà

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