Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

GIRO D’ITALIA CON PROTESTA. I COMITATI DELLA JONICA E DEI NEBRODI: “LA PAZIENZA È FINITA”

■ GIRO D’ITALIA & ALLUVIONE: PROTESTANO SCALETTA ZANCLEA, SAN FRATELLO, CARONIA E I NEBRODI

■ MESSINA. TRANCHIDA: LA PROTESTA DEGLI ALLUVIONATI EVIDENZIA I RITARDI DI ROMA
Messina, 16/05/2011 – Come già da tempo annunciato, la tappa siciliana del Giro d’Italia, la Messina-Etna, partita ieri da Messina e conclusasi sulla sommità della ‘Muntagna’, con la vittoria di Contador (Nibali quarto), ha messo i riflettori sulla protesta pacifica dei sindaci e dei Comitati delle comunità del messinese jonico e dei Nebrodi colpiti da alluvioni e frane del 2009 e 2010, presenti alla partenza non agonistica, a Piazza Unione Europea a Messina, con striscioni, cartelloni e manifesti.
La presenza della stampa nazionale e delle telecamere delle maggiori emittenti di Stato e nazionali hanno costituito una occasione ‘favorevole’ per i Comitati, per formalizzare una vibrante ma pacifica protesta “per le inadempienze ed i ritardi del Governo nazionale nel fronteggiare gli effetti di calamità disastrose che hanno provocato 37 morti e vedono tuttora oltre 2.000 persone sfollate” – come si legge nel documento unitario dei Comitati.

Alla protesta - infatti – aderiscono le comunità toccate dalla devastante alluvione del 1 ottobre 2009, che ha messo in ginocchio alcuni centri del versante jonico messinese, tra cui Scaletta Zanclea, Giampilieri Superiore, Giampilieri Marina, Altolia, Molino, Santo Stefano di Briga, Briga Superiore, Pezzolo, Guidomandri Superiore e altre località del comune di Scaletta Zanclea e nel comune di Itala, luoghi facenti parte di un’ampia zona ad elevato rischio idrogeologico, già in precedenza colpita da altri eventi franosi e alluvionali, poco distante da Taormina e Catania.

"Da ottobre 2010 aspettiamo il finanziamento delle ordinanze di Protezione Civile per assicurare l'assistenza alla popolazione, il rimborso a chi ha perso la casa, il completamento dei lavori di ricostruzione e messa in sicurezza. L'atteggiamento del Governo è inaccettabile, anche perché la nostra Regione ha proposto l'utilizzazione, per i 161 milioni di euro necessari, dei fondi FAS già assegnati alla Sicilia.”
A manifestare e a protestare – però – sono stati pure i sindaci e le comunità di San Fratello e Caronia, nel versante dei Nebrodi della provincia di Messina. Ed inoltre dei comuni di Naso, Castell'Umberto e Sant'Angelo di Brolo, anch’essi toccati duramente da alluvioni e frane dovute alla precarietà idrogeologica che ha interessato e interessa tutto il versante dei Nebrodi, ma che in tali luoghi ha prodotto rilevanti danni.
Ieri mattina i sindaci di quei comuni e i comitati dei cittadini erano perciò a Messina, davanti al Municipio, proprio sotto l’occhio delle telecamere del Giro d’Italia, per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sui loro gravi problemi irrisolti, a causa dell’abbandono da parte delle autorità di governo.
Da ottobre 2010 aspettiamo il finanziamento delle ordinanze di Protezione Civile per assicurare l'assistenza alla popolazione, il rimborso a chi ha perso la casa, il completamento dei lavori di ricostruzione e messa in sicurezza. L'atteggiamento del Governo è inaccettabile, anche perché la nostra Regione ha proposto l'utilizzazione, per i 161 milioni di euro necessari, dei fondi FAS già assegnati alla Sicilia. Perciò diciamo basta all'indifferenza per le nostre sofferenze ed all'abbandono del nostro territorio da parte del Governo. Non vogliamo essere trattati come cittadini di serie B, chiediamo rispetto per i nostri morti e tutela dei nostri diritti. La pazienza è finita”.

Commenti