Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

SALVATORE GIULIANO: IL BANDITO RIVIVE CON GIAMPIERO INGRASSIA

“Dopo dieci anni, vestire di nuovo i panni di Salvatore Giuliano è emozionante come la prima volta”. Così Giampiero Ingrassia commenta il ritorno sulle scene del musical dedicato al bandito siciliano più famoso al mondo appena giunto a Gela, dove Salvatore Giuliano andrà in scena alle 21 del 18 agosto in uno dei luoghi più antichi della Sicilia: le mura Timoleontee, risalenti a 2500 anni fa. “Torno a essere Giuliano – aggiunge Ingrassia - con dieci anni in più di esperienza personale e lavorativa:
nel 2001 non era nata mia figlia, mentre mio padre Ciccio era ancora in vita. E, dopo dieci anni, ho ancora più esperienza professionale. Sono fiero di lavorare con un cast che non ha nulla da invidiare a quello precedente”. Un cast, quello di Salvatore Giuliano, musical composto da Dino Scuderi e scritto dal musicista messinese insieme a Franco Ingrillì e Pierpaolo Palladino, che vede in scena Barbara Cola, nei panni della dolce e protettiva Mariannina (sorella di “Turiddu”), Pierluigi Misasi (Don Calogero Vizzini), Luca Notari (Michele) e attori e cantanti professionisti di grande talento, selezionati dopo una lunga sessione di provini. Racconta Barbara Cola: “Ho affrontato il personaggio di Mariannina con grande attenzione, e assicuro che sarà piena di temperamento. Si tratta di una donna così legata al fratello da arrivare a dedicargli, nella messa in scena, un’ultima bellissima dichiarazione d’amore con la canzone Davanti ai passi tuoi”. Per Barbara Cola, la sorella di Giuliano è il secondo personaggio femminile interpretato in un musical. Nel 2002-2003, infatti, era stata Lucia Mondella ne I Promessi Sposi di Tato Russo (Premio Italian Music Awards 2001). E l’accento Siciliano? Per l’artista bolognese è stato acquisito “grazie a una full immersion e alla grande passione”.

Prodotto da Rosario Coppolino e Antonella Piccolo per Molise Spettacoli, in collaborazione con Mediterrarea, Salvatore Giuliano è la grande scommessa di Dino Scuderi, che in passato ha già firmato la fortunatissima edizione italiana del Jesus Christ Superstar e Odysseus Dance Opera: “Sono contento di tornare in scena con un cast è eccezionale”, spiega. Le tre repliche di Salvatore Giuliano nell’ambito del “Circuito del Mito”, del quale è evento di punta per la sezione musical, non sono che il punto di partenza: “E’ prevista una ripresa invernale, a marzo, e una tournèe nella stagione successiva”, assicura il maestro.

La regia di Salvatore Giuliano è affidata a Giampiero Cicciò (messinese come Scuderi), che si cimenta per la prima volta con un musical: “L’intento primario è stato raccontare un momento storico fondamentale dell’Isola, già allora insozzata da sinistri rapporti tra mafia e potere politico. Quella del bandito Giuliano è una vicenda piena di misteri tuttora irrisolti. Ed è proprio la parola ‘mistero’ che è alla base del mio lavoro di ‘ricostruzione’ registica. Misteri, segreti, omertà, sospetti: tutto sarà immaginato, decifrato, intuito dal pubblico”.

Se Francesco Rosi aveva parlato del bandito-eroe con un rigoroso film-inchiesta, e se Michael Cimino ne aveva alterato e colorito la storia in un’altra pellicola (“Il siciliano”), Scuderi, Ingrillì e Palladino raccontano la parabola esistenziale di un personaggio entrato ormai nella leggenda. Salvatore Giuliano è un unicum nel suo genere perché trasforma in spettacolo musicale una vicenda difficile, intricata e ancora al centro di inchieste giornalistiche e studi specialistici.

Suggestiva la location del debutto, le Mura Timoleontee di Gela. Scoperto nel 1948, il sistema di fortificazioni dell'antica città, con i suoi 18 chilometri di lunghezza complessiva, risultava essere uno dei più estesi dell'intero mondo greco. Nel promontorio di Capo Soprano, è stato riportato alla luce un tratto di circa 400 metri delle fortificazioni ben conservato per tre quarti della loro lunghezza. Per oltre 200 metri, inoltre, le mura si sono conservate in maniera intatta, come si presentarono 2500 anni fa ai Cartaginesi che cercavano di invadere la ricca e potente colonia dorica (le mura sono visitabili tutti i giorni dalle 9,00 a un'ora prima del tramonto).

Il territorio di Gela, inoltre, fu protagonista di un episodio tragico durante il periodo del banditismo. Nel 1946, infatti, Salvatore Rizzo, a capo dei “niscemesi”, attaccò la caserma dei Carabinieri di Feudo Nobile (Gela). L'assalto fu breve: la porta dell’edificio fu crivellata di colpi e anche i carabinieri rimasti nella stazione furono costretti a consegnare le armi. Rizzo e i separatisti si trascinano gli ostaggi nel profondo entroterra, e offrirono di rilasciarli in cambio del capo dell'Evis (Esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia), Concetto Gallo, da poco arrestato. Le trattative fallirono e il 29 gennaio i carabinieri sparirono nel nulla.

Dopo il debutto di giorno 18 a Gela, Salvatore Giuliano andrà in scena il 19 a Siracusa (Arena Maniace, Ortigia, ore 21) e il 20 a Campofelice di Roccella (piazza Garibaldi, ore 21,30).
________________
NOTE DEGLI AUTORI
Da bandito ad eroe che lotta per la causa separatista. Da eroe a traditore che spara sui contadini a
Portella delle Ginestre. Da traditore a vittima di un complotto di Stato. La vicenda di Salvatore
Giuliano si svolge nell’immediato dopoguerra, fra il 1943 e il 1950, a Montelepre, piccolo paese
montano nei dintorni di Palermo, intrecciandosi con eventi politici di primo piano, destinati a
segnare la storia recente della Sicilia e dell’Italia: lo sbarco delle truppe alleate (luglio 1943); la
rapida ascesa e l’altrettanta rapida eclissi del movimento separatista; il consolidamento del ruolo
della mafia; il conflitto di classe che contrappone agrari e contadini poveri (strage di Portella
delle Ginestre); la nascita delle alleanze sociali e degli equilibri politici nazionali che
caratterizzarono nostra la storia più recente del nostro Paese. La storia di Giuliano non solo
coinvolse emotivamente tutti gli strati della società siciliana del tempo, alimentando l’epos
popolare degli ultimi cantastorie, ma incuriosì e appassionò anche l’allora nascente opinione
pubblica nazionale e internazionale, attraverso la diffusione dei primi rotocalchi di massa. Fu
proprio l’intrecciarsi della sua vicenda personale con gli avvenimenti della grande politica a far
sì che intorno alle gesta di un “ragazzo testa calda” di Montelepre si agglutinassero (come nel
processo di cristallizzazione con cui Stendhal spiega l’amore) i sentimenti, le passioni, le
speranze, le delusioni, che attraversarono la società siciliana negli anni del convulso dopoguerra.
Questa congiuntura storico-emotiva, unitamente ad alcuni aspetti “teatrali” della sua personalità,
fecero di Giuliano un uomo-simbolo. Dapprima quello della ribellione coraggiosa contro
l’ingiustizia e l’eroe della causa separatista. Poi - dopo la strage di Portella delle Ginestre – il
simbolo del tradimento, quello più servile e vile, perpetrato contro il popolo innocente.
Eseguendo quella strage, infatti, egli si era reso docile strumento degli interessi del blocco di
potere conservatore, impegnato nella repressione del movimento contadino di occupazione delle
terre. Infine, con la sua tragica fine - ucciso a tradimento dal suo migliore amico mentre le forze dell’ordine simulavano un conflitto a fuoco – diviene la vittima del primo complotto di Stato della nascente Repubblica, il capro espiatorio (e quindi ancora una volta il simbolo sacrificale) diì un’inevitabile normalizzazione.

Se il personaggio Giuliano poté svolgere questa funzione simbolica nell’immaginario sociale del suo popolo e nel contempo raggiungere notorietà
internazionale è perché - innegabilmente – non si trattava di un bandito normale. Un bandito sui
generis, dunque, ma pur sempre un bandito. Non tanto per il gravoso bilancio delle sue vittime, e non solo perché la sua “causa” separatista si rivelò perdente, ma soprattutto perché Giuliano
rimase sempre e soltanto il capo di una banda. Egli cioè non ebbe mai una percezione politica e
ancor meno una visione strategica degli avvenimenti con cui la sua vicenda personale andava
intrecciandosi. Per cui fu sempre strumentalizzato politicamente e alla fine stritolato dagli eventi.

Cercando di mettere a frutto la naturale e “storicamente accertata” teatralità del personaggio, il
musical si incentra sulla figura di Giuliano, lasciando sullo sfondo le pur significative
implicazioni storico-sociologiche del contesto raccontato riguardante non solo la Sicilia, bensì
tutta l’Italia di quel periodo . È stata, cioè, una scelta programmatica degli autori quella di
utilizzare la storia per spiegare il personaggio-Giuliano, e non di utilizzare il personaggio-
Giuliano per spiegare la storia e la società italiana del dopoguerra, come più frequentemente (e
anche proficuamente) si è fatto. Nonostante la produzione letteraria su Giuliano sia abbastanza
vasta, un musical su Giuliano rappresenta un evento artistico inedito. L’opera presenta anche
aspetti di originalità formale. Non si limita, cioè, a riproporre il modello ormai classico del
musical americano, ma ne innova sia la forma, attraverso un consapevole radicamento nella
tradizione del melodramma italiano, sia nel contenuto, mettendo per la prima volta sulla scena,
con testi originali, una storia italiana.
Dino Scuderi, Franco Ingrillì, Pierpaolo Palladino
________________
Salvatore Giuliano

Musical di Dino Scuderi
con Giampiero Ingrassia e Barbara Cola
Musiche originali: Dino Scuderi
Testi: Dino Scuderi, Franco Ingrillì, Pierpaolo Palladino
Regia: Giampiero Cicciò
Direzione Musicale: Dino Scuderi
Coreografie: Aurelio Gatti
Disegno Luci: Umile Vanieri
Liriche aggiuntive: Stefano Curina

Commenti