Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

È MORTO GINO LATILLA, L'INTERPRETE DI ‘CASETTA IN CANADÀ’ FU ALLIEVO DI ALDO MORO

Il suo nome è presente nella lista degli appartenenti alla loggia massonica P2 della quale facevano parte i messinesi Lo Passo, Michelotti, Pulle', Scalabrino e Caratozzolo
Roma, 11/09/2011 - Gino Latilla ci ha lasciati questa mattina che aveva 86 anni. Negli anni '50 è stato tra i più celebri cantanti italiani, partecipando a varie edizioni del Festival di Sanremo:
tra le canzoni portate al successo da Gino Latilla ricordiamo "Vecchio scarpone""Tutte le mamme" e "Vecchia Europa", buona parte delle quali interpretate assieme alla moglie, Carla Boni, che sposò nel 1958.

Numerosi i successi di Gino Latilla, nelle varie edizioni del Festival di Sanremo: Vecchio scarpone(1953, con Giorgio Consolini), Tutte le mamme, E la barca tornò sola, Casetta in Canadà (1957),Timida serenata (1958), Io sono il vento (1959) e Il mare nel cassetto (1961, con Milva).

Gino Latilla è nato a Bari il 7 novembre 1926, figlio di Mario Giuseppe, cantante di musica leggera celebre negli anni ’30. Aveva frequentato il liceo a Bari: suo professore fu Aldo Moro [*]. Debuttò come cantante nel 1948 al Teatro Manzoni di Bologna, prima di arrivare alla Rai, convocato dal maestro Cinico Angelici. Ma poi scelse la carriera dirigenziale alla Rai, per la quale seguì pure le vicende calcistiche della Fiorentina, della Pistoiese e di altre squadre toscane.

Latilla, sul palcoscenico ci tornò negli anni '80, assieme a Nilla Pizzi, Giorgio Consolini e alla moglie Carla Boni, dalla quale si era separato, formando il gruppo "Quelli di Sanremo".

Il suo nome è presente nella lista degli appartenenti alla loggia massonica P2 ritrovata nel 1981 nella proprietà la "Giole" di Licio Gelli (tessera n. 41). Lo stesso elenco presentato il 12 luglio 1984 dalla deputata democristiana Tina Anselmi, come conclusione dei lavori della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla loggia massonica P2, commissione che la stessa Anselmi aveva presieduto per quasi tre anni, del quale facevano parte i messinesi avv. Gaetano Lo Passo (Messina, 43), rag. Enrico Michelotti (Messina, 52), prof. Angelo Nunziante (Messina, 460), prof. Clemente Pulle' (Messina, 955), dott. Francesco Scalabrino (Messina, morto, 469), cap. Antonio Cantelli (Messina, 185), prof. Luigi Caratozzolo (Messina, 875) [il numero in parentesi è quello della tessera della P2].

I funerali di Gino Latilla si terranno martedi' prossimo alle 11 presso la chiesa di S. Caterina da Siena a Firenze.
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[*] Aldo Moro nacque a Maglie, in provincia di Lecce, da genitori originari di Gemini, frazione di Ugento.
Conseguì la Maturità Classica al Liceo "Archita" di Taranto.

Si iscrisse presso l'Università degli studi di Bari alla Facoltà di Giurisprudenza, dove prese la laurea, sotto la guida del prof. Biagio Petrocelli, con una tesi su "La capacità giuridica penale". In seguito, nel 1939, pubblicò la tesi e ottenne la docenza in filosofia del diritto e di politica coloniale alla stessa università nel 1941. L'anno successivo svilupperà la sua seconda opera "la subiettivazione della norma penale" e otterrà così la cattedra di professore di diritto penale. Durante gli anni universitari partecipa ai Littoriali della cultura e dell'arte.

Nel 1942 entra a far parte della Federazione Universitaria Cattolica Italiana di Bari, segnalandosi ben presto anche a livello nazionale. Nel luglio 1939 venne scelto, su consiglio di Giovanni Battista Montini, di cui, proprio in quegli anni, divenne amico, come presidente dell'Associazione. Mantenne l'incarico sino al 1942 quando fu chiamato a succedergli Giulio Andreotti, sino ad allora direttore della rivista Azione Fucina[1].

Dopo qualche anno di carriera accademica, fondò nel 1943 a Bari, con alcuni amici, il periodico «La Rassegna» che uscì fino al 1945.

Nel 1945 sposò Eleonora Chiavarelli (Montemarciano, 25 settembre 1915 – Roma, 17 luglio 2010), con la quale ebbe quattro figli: Maria Fida (Roma, 17 dicembre 1946), Anna (1949) Agnese (1952), e Giovanni (Roma, 1958).

Nei primi anni cinquanta fu nominato professore ordinario di diritto penale presso l'Università di Bari.

Nel 1963 ottenne il trasferimento all'Università di Roma, in qualità di titolare della cattedra di Istituzioni di Diritto e Procedura penale presso la Facoltà di Scienze Politiche.
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Casetta in Canadà
di M. Panzeri - V. Mascheroni
Ed. Mascheroni - Milano

Quando Martin vedete
solo per la città,
forse voi penserete
dove girando và.
Solo, senza una meta...
Solo... ma c'è un perché:

Aveva una casetta piccolina in Canadà,
con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà,
e tutte le ragazze che passavano di là
dicevano: "Che bella la casetta in Canadà!" .

Ma un giorno, per dispetto, Pinco Panco l'incendiò,
e a piedi, poveretto, senza casa lui restò.
"Allora cosa fece?" Voi tutti chiederete.
Ma questa è la sorpresa che in segreto vi dirò.

Lui fece un'altra casa piccolina in Canadà,
con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà,
e tutte le ragazze che passavano di là
dicevano: "Che bella la casetta in Canadà!".

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