Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

GIOIOSA MAREA: "LA GIUSTIZIA TIENE PIU' ALL'INTERRUZIONE DI UN SERVIZIO CHE ALLA VITA DI UN ESSERE UMANO"

L'ex assessore al comune di Gioiosa Marea Franco Maraffa interviene sulla vicenda giudiziaria che lo vede tra i 25 cittadini del luogo condannati penalmente alla multa di 3.750 euro a testa per interruzione di pubblico servizio a seguito della pacifica occupazione dei binari della ferrovia. I fatti sono avvenuti a Gioiosa Marea il 24 novembre 2009 nel corso della manifestazione di protesta che vide la partecipazione di oltre 5.000 persone, che occuparono tutti assieme i binari della ferrovia, per protestare contro la chiusura, per alcuni anni, della SS 113 che collega la cittadina a Patti e all'intero versante orientale della costa tirrenica messinese. In una delle voragini ipertesi in quel tratto di strada statale perse la vita un clochard, il 15 novembre 2009. Il povero ciclista, percorrendo il tratto di strada chiuso al transito per la frana che già da un anno isolava il comune di Gioiosa Marea, precipitò nella voragine: la sua identità è tuttora sconosciuta


Gioiosa Marea (Me), 12/11/2011 - "Ho la sensazione - scrive l'ex assessore Maraffa - che, come spesso succede, la giustizia si è distratta. Troppo concentrata a indagare e condannare un reato gravissimo come "l'interruzione di un servizio pubblico", non trovando il tempo per indagare sulle precise responsabilità della morte di un essere umano. Errata-corrige trattasi non di un essere umano ma di un povero clochard ancora senza nome."
Quella che segue è l'esposto che Franco Maraffa trasmise alla Procura della Repubblica di Patti (Me) il 17 novembre del 2009 per denunciare all'Autorità Giudiziaria l'accaduto "al fine di verificare e accertare "se esistono responsabilità penali in capo a soggetti che saranno eventualmente identificati, e a cui dovranno essere applicate le pene di legge, onde escludere che in futuro il protrarsi di questo stato di totale abbandono e di assenza delle Istituzioni possa causare la perdita di altre vite umane."

PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PATTI
ESPOSTO DENUNCIA

Il sottoscritto Maraffa Franco, nato a Piraino il 12 agosto 1956 residente in c.da S. Stefano n.167 a Gioiosa Marea (ME), espone quanto segue:

In data 15 novembre 2009 sono venuto a conoscenza di un incidente mortale avvenuto nel tratto di S.S.113 in località Skino di Gioiosa Marea nella notte tra il 14 e il 15 novembre 2009 e che ha visto perire un ciclista che, percorrendo il tratto di strada chiuso al transito per la frana che da un anno isola il comune di Gioiosa Marea, è precipitato in una voragine che si è aperta lo scorso settembre a pochi metri dal fronte franoso, e la cui identità alla data odierna è sconosciuta.
Si potrebbe ipotizzare, a mio giudizio, un profilo di responsabilità penale perché nel tratto di strada statale, chiusa al traffico da più di un anno, benché debitamente segnalata da ambedue gli accessi con appositi cartelli, non si è provveduto ad impedirne fisicamente l'accesso.
L’Anas, cui spetta la competenza sul tracciato stradale, ha provveduto si a chiudere con blocchi di pietra la strada che però, veniva sempre riaperta al transito da pedoni, ciclisti e motociclisti. Lo dimostra il fatto che circa due mesi fa, in occasione della festa della Madonna del Tindari, i pellegrini che hanno raggiunto il santuario dalla zona dei Nebrodi hanno attraversato regolarmente la strada di Capo Skino per evitare il lungo e tortuoso percorso alternativo che si inerpica sulle colline gioiosane, e che il corpo del malcapitato e stato rinvenuto da dei ciclisti che, anche loro attraversavano quel tratto di strada chiusa al traffico.
Tanto premesso e ritenuto che l'increscioso e triste fatto accaduto, che è costato la vita ad una persona, ha riproposto ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, la ormai annosa questione della pericolosità della Strada Statale 113 in tutta la zona di Capo Skino del comune di Gioiosa Marea.

Con il presente atto si denuncia all'Autorità Giudiziaria competente quanto accaduto, al fine di verificare e accertare se esistono responsabilità penali in capo a soggetti che, all'esito delle indagini che si chiede di avviare, saranno eventualmente identificati, e a cui dovranno essere applicate le pene di legge, onde escludere che in futuro il protrarsi di questo stato di totale abbandono e di assenza delle Istituzioni possa causare la perdita di altre vite umane.

Gioiosa Marea, lì 17.11.2009

Maraffa Franco
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Nelle foto sopra: il cartellone di denuncia apposto da cittadini indignati per l'accaduto, la voragine nella quale il clochard precipitò, i pantaloni e alcuni effetti personali della vittima

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