Ponte sullo Stretto, De Luca a Germanà: smentiteci se avete gli elementi per farlo

Ponte sullo Stretto: C. De Luca a Germana': smentiteci se avete gli elementi per farlo. A questa truffa di Stato diciamo NO e siamo pronti a reagire per difendere la Sicilia e i siciliani.  Messina, 26/04/2024 - "È chiaro che il buon Ninitto Germana' ancora una volta non ha capito cosa sta accadendo. Poco male, ancora una volta proviamo a spiegarglielo magari gli facciamo un disegnino così gli viene più facile. Rispetto alle considerazioni sulla partecipazione ai nostri eventi neanche rispondiamo... Per noi parlano le immagini che mostrano il popolo libero. Abbiamo denunciato ieri sera a Torre Faro la truffa di Stato che il buon Matteo Verdini sta mettendo in atto ai danni della Sicilia e dei Siciliani. Germana' se ne ha gli elementi risponda nel merito delle verità che ieri sera abbiamo portato a conoscenza della città.  Inutile tentare di sviare il discorso. Germana' e Salvini scendano in piazza a smentirci. Qualcosa mi dice però che questo non avverrà perché abb

ALLUVIONE MESSINA: I FONDI BLOCCATI DALLE 'CHIACCHIERE'

ROMA, 28 gennaio 2012 – I parlamentare siciliani, Domenico Nania e Vincenzo Garofalo, vanno all’attacco per sbloccare i fondi da destinare alle zone del Messinese, colpite dall’alluvione. E così tra interrogazioni e interpellanze mettono alle strette i governi nazionale e regionale. NANIA – “Premesso che a parte le ‘chiacchiere’ dei primissimi interventi governativi nazionali e regionali,
seguiti alla dichiarazione dello stato d’emergenza, non è stata ancora emanata, nonostante le diverse sollecitazioni, l’Ordinanza del Presidente del Consiglio, che dispone la destinazione immediata di risorse per alleviare i danni alle attività commerciali e agli immobili dei cittadini e misure adeguate per dare sostegno al territorio. E premesso che la Regione Siciliana non intende applicare l’articolo 2 quater della legge n.10 del 2011, non facendosi così carico di reperire le risorse finanziare per far fronte alla necessità, come invece hanno fatto le regioni Liguria e Toscana per le alluvioni dell’ottobre e novembre 2011 e premesso che le condizioni di immediato pericolo persistono, chiedo con forza al Presidente del Consiglio dei Ministri di sapere se vista l’inerzia della Regione, non ritenga di intervenire con urgenza, sostituendosi alla Giunta, ai sensi dell’articolo 120 della Costituzione, disponendo l’aumento delle accise sulle benzine.

Inoltre, chiedo di sapere, se non ritenga, dato il ripetersi costante e annuale degli eventi alluvionali nel territorio messinese, di attribuirgli la ‘rilevanza nazionale’ in modo da giustificare l’intervento diretto attingendo alle risorse del Fondo Nazionale della Protezione Civile. Non è più accettabile questa politica di ‘scaricabarile’ tra il governo nazionale e la Regione, giocata sulla pelle dei cittadini già colpiti duramente dell’alluvione”. Sono alcuni passaggio dell’interrogazione, con carattere d’urgenza, al presidente del Consiglio, Mario Monti, depositata ieri, 26 gennaio, dal senatore Domenico Nania, in merito alluvione del 22 e 23 novembre scorso che ha devastato il territorio di 24 comuni in Provincia di Messina.

GAROFALO – “Quello che manca è la relazione tecnica con cui la Regione doveva interessare il Dipartimento della Protezione Civile. Si è detto che l’intervento costava 200 milioni di euro, ma non si è specificato perché si giungeva a quella cifra ed a quali danni corrispondeva, come siamo abituati a fare qui in Parlamento ogni qual volta vi è una spesa che viene verificata poi dalla relazione tecnica stessa”. Queste le parole del sottosegretario per l’Economia e le finanze, Gianfranco Polillo, rispondendo ieri alla Camera all’interpellanza urgente presentata dal parlamentare del PdL, Vincenzo Garofalo. Con questo atto parlamentare, il deputato siciliano ha chiesto al governo le ragioni per le quali, a distanza di due mesi dalla tremenda alluvione che ha colpito il Messinese, non fosse stata adottata l’ordinanza di protezione civile per stanziare i fondi necessari alla messa in sicurezza, come invece avvenuto per Liguria ed Toscana dove le ordinanze sono state tempestivamente adottate.

E così emerge che a bloccare il tutto è la Regione Siciliana non avendo prodotto la relativa documentazione tecnica senza la quale, di fatto, il governo nazionale non può procedere all’erogazione dei fondi. “Bisogna – ha precisato il sottosegretario Polillo nel corso del suo intervento – che la Regione predisponga la relazione tecnica e la dia al Dipartimento”. Nel corso della replica, a questo punto, Garofalo prende atto “di ciò che lei ha affermato il che spiega, finalmente, le ragioni di un ritardo altrimenti incomprensibile. Da domani il mio lavoro sarà quello di incalzare la Regione e di rendere noto che vi sono parti dello Stato e dell’amministrazione pubblica che non svolgono puntualmente il loro dovere e che, ahimè, invece chiedono agli altri di essere celeri”.
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Interpellanza On Garofalo

CAMERA DEI DEPUTATI SERVIZIO RESOCONTI
Resoconto stenografico della seduta del 27/01/12
(Bozza)

(Tempi per l'adozione dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri per fronteggiare i danni conseguenti alle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nei giorni 22 e 23
novembre 2011 nella provincia di Messina - n. 2-01327)
PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01327,
concernente tempi per l'adozione dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri per
fronteggiare i danni conseguenti alle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nei giorni 22 e
23 novembre 2011 nella provincia di Messina (vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, desidero richiamare i motivi per i quali è stata
presentata questa interpellanza urgente. Come ha detto il Presidente, il 22 e 23 novembre, nella
provincia di Messina, in un territorio molto vasto, purtroppo si è verificato un eccezionale evento
atmosferico che ha colpito ben 24 comuni e che ha causato anche tre vittime, oltre a notevolissimi
danni per le varie famiglie e per le attività.
A seguito di questo evento, come già successo anche in passato, nella nostra provincia si è
mosso un mondo di volontariato, di solidarietà, le forze dell'ordine locali, gli aiuti dall'esterno, i
vigili del fuoco, insomma un mondo veramente generosissimo, che ha dimostrato, ancora una volta,
una capacità di reazione che nel passato ha trovato al suo fianco anche lo Stato, con immediati
interventi, pure attraverso ordinanze di protezione civile.
In questa occasione, invece, nonostante l'immediata dichiarazione dello stato di emergenza,
avvenuta il 25 novembre, ancora ad oggi non è stato emesso alcun provvedimento di protezione
civile che prenda in considerazione tutti gli aiuti necessari. E questo nonostante ci si fosse augurati
che il periodo natalizio potesse anche trascorrere con una notizia positiva in tale direzione; si
immaginava che l’emanazione di questa ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri fosse
ormai prossima, che ci fossero, come al solito, soltanto elementi di carattere finanziario per
arricchirla.
Ahimè, invece è trascorso il Natale e in più, oltre a non vedere l’emanazione di questa
ordinanza, siamo rimasti anche stupiti del verificarsi di un’altra situazione, messa in campo dal
Governo con il decreto milleproroghe, e cioè il mancato inserimento della provincia di Messina, CAMERA DEI DEPUTATI SERVIZIO RESOCONTI
Resoconto stenografico della seduta del 27/01/12
(Bozza)

delle parti ovviamente colpite da quell'evento, nello slittamento del pagamento delle imposte.
Soltanto attraverso l'accoglimento di un emendamento, presentato da vari parlamentari della zona,
di vari colori politici, è stata sanata proprio in questi giorni la suddetta mancanza. Con
l'approvazione definitiva del provvedimento, che avverrà martedì, sarà, anche per quelle zone,
riconosciuto quanto già previsto per altre parti del nostro Paese.
Rispetto a questo è inutile nascondere una grande amarezza da parte delle varie famiglie,
delle attività, di tutta quella parte di popolazione che, essendo anch'essa italiana, si aspettava un
trattamento simile a quello della Liguria. Infatti, anche nell'interpellanza urgente sono citate le
ordinanze che sono state emanate alla fine dell'anno per la zona di La Spezia e, successivamente,
anche per Massa Carrara, con rispettivamente 54,5 milioni di euro in un caso e 85 milioni di euro
nell'altro.
E su tutto questo modo di operare si riteneva abbastanza naturale che anche per la
provincia di Messina ci fosse la stessa celerità, la stessa attenzione. Infatti, mi pare di poter
tranquillamente sostenere che uno dei principi fondamentali che deve ispirare qualunque Governo
sia quello dell'assoluta equità rispetto a qualunque parte del Paese.
Nessuno di noi ha mai messo in discussione tale principio, che comunque vorremmo che
fosse dimostrato anche con una testimonianza effettiva. Le informazioni che nel tempo abbiamo
cercato di avere erano nella direzione della emanazione di questa ordinanza. In prossimità della
prima decade del mese di gennaio abbiamo potuto capire che ancora manca un'intesa con la regione
siciliana perché questa ordinanza venga definita e perché, all'interno di essa, ovviamente vengano
previste le risorse necessarie a rimettere in funzione tutto quello che in quel territorio si è
danneggiato, che riguarda famiglie, le loro abitazioni e, soprattutto, attività, posti di lavoro e,
quindi, regolarità della vita.
Posso tranquillamente dire che queste popolazioni hanno fino ad oggi atteso con grande
fiducia e con grande dignità un impegno concreto. Tuttavia, è inutile sottolineare quanto, in assenza
di atti concreti, chiaramente potrebbe essere manifestato non soltanto lo sconforto, ma una grande
forma di protesta, sicuramente dignitosa, sicuramente corretta, ma senza dubbio molto forte, e
questo ritengo che dobbiamo assolutamente scongiurarlo. Per questo, chiedo al Governo che cosa
sta avvenendo e quali sono i tempi entro i quali questa ordinanza possa essere emanata. CAMERA DEI DEPUTATI SERVIZIO RESOCONTI
Resoconto stenografico della seduta del 27/01/12
(Bozza)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, professor Gianfranco Polillo,
ha facoltà di rispondere.
GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente,
naturalmente di fronte a fatti dolorosi come quelli che si sono verificati il 22 e il 23 novembre dello
scorso anno a Messina vi è sempre una difficoltà a rispondere, specialmente se la risposta si deve
occupare di procedure amministrative e quant'altro, che tolgono molto alla drammaticità e al pathos
che c'è stato nell'intervento da parte dell’interpellante. Tuttavia, sono un po’ costretto a ridescrivere
brevemente la complessità, ma anche la farraginosità, di alcune procedure che hanno impedito fino
adesso di soddisfare le esigenze di quelle popolazioni.
Purtroppo, siamo un Paese che conosce diversi livelli di intervento dal punto di vista
istituzionale e, ogni qual volta si aumenta il numero dei soggetti che devono intervenire, la
conseguenza è quella di un inevitabile ritardo nella soluzione finale e anche il rischio di incorrere
nello sviluppo di alcune procedure di errori che vanificano la possibilità di intervento finale.
Per farla breve, nel caso specifico, ogni qual volta si verifica una calamità naturale è
previsto l'intervento della regione sulla protezione civile, quello della protezione civile sul
Ministero dell'economia e delle finanze e, infine, quello del Ministero dell'economia e delle finanze
sul Parlamento, quando i fondi sono esauriti. È un po' quello che si è verificato nel caso qui citato
dall'interpellante. Negli altri casi la procedura era stata completata: mancavano soltanto i fondi per
intervenire, per dare un ristoro a popolazioni colpite da eventi calamitosi, e quindi in Parlamento
abbiamo appostato i fondi necessari.
Nel caso di Messina, purtroppo, la fattispecie è un po’ diversa perché la legge prevede che,
innanzitutto, alle calamità naturali bisogna far fronte con risorse della regione, quindi con il bilancio
della regione. Se nel bilancio della regione non ci sono risorse adeguate, bisogna intervenire
fiscalmente, sempre da parte della regione, per trovare le risorse necessarie. Se anche questo non si
ottiene con strumenti normali, è sempre la regione che può utilizzare, come arma finale, per così
dire, un incremento sulle accise delle benzine erogate sul territorio nazionale.
Questa è un po' la procedura, con i vari step, a cui anche il Governo deve essere sottoposto,
perché si tratta di una legge dello Stato. Nel caso specifico, lo Stato interviene soltanto in seconda
istanza, quando si sono verificati tutti quei passi di cui dicevo in precedenza. Nel caso di Messina CAMERA DEI DEPUTATI SERVIZIO RESOCONTI
Resoconto stenografico della seduta del 27/01/12
(Bozza)

quello che manca è stata la relazione tecnica con cui la regione doveva interessare il Dipartimento
della protezione civile.
Qui è stato detto che l'intervento costava 200 milioni di euro, ma non si è specificato, come
deve avvenire nella relazione tecnica, perché si giungeva a quella cifra e quali danni
corrispondevano alla cifra di 200 milioni, come siamo abituati a fare qui in Parlamento ogni qual
volta vi è una spesa che viene verificata poi dalla relazione tecnica stessa.
Invece, le altre condizioni erano in qualche modo verificate, e cioè il fatto che la regione
Sicilia non dispone di risorse proprie in bilancio e, al tempo stesso, ha aumentato le imposte fino al
limite tollerabile, e quindi è necessario un intervento, come prestatore finale, da parte dello Stato.
Però, se non vi è la relazione tecnica, tutto si blocca. Allora bisogna che la regione faccia la
relazione tecnica e la dia al Dipartimento, dopodiché possiamo mettere in mora il Dipartimento se
questo non la trasmette al Ministero dell'economia e delle finanze e quest’ultimo non interviene con
gli stanziamenti a bilancio, oppure richiedendo l'integrazione degli stanziamenti al Parlamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di replicare.
VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario. Il percorso
amministrativo era abbastanza noto ed era anche sottolineato nell'interpellanza. Purtroppo, noi in
Italia, in questo Paese, siamo costretti a dedicare tempo, con delle interpellanze, per sciogliere nodi
di carattere amministrativo, di fatto. Questa è veramente la cosa che disarma; che non disarma il
parlamentare interrogante, ma disarma l’intera popolazione.
In un evento così grave sotto il profilo sociale si è provato a dare una presenza costante e
ad alleviare soprattutto quelle famiglie che hanno avuto una perdita di cari e di bambini, ma anche
tutte le altre, che hanno dovuto interrompere la normale vita e riprendere e rimettere in sesto quello
che una famiglia ha costruito, che a volte è la casa, ma a volte è un'attività, e a volte da quello nasce
una prospettiva per queste famiglie.
In queste occasioni cosa ci si aspetta? Ci si aspetta la celerità, la capacità di intervenire
sotto il profilo amministrativo, di comprendere che in questi casi va messa da parte qualunque
difficoltà, qualunque incertezza, ma bisogna procedere in maniera spedita. Quello che lei mi dice,
professore, signor sottosegretario, lo registro in maniera puntuale. Da domani il mio impegno sarà quello di chiedere alla regione immediatamente di fare la propria parte, perché questo sospetto lo
avevo avuto.

Tuttavia, siccome noi siamo dei parlamentari, abbiamo spesso fatto presente - e lo abbiamo
detto - che la regione, che anche in passato ha sempre rivolto una forma di protesta nei confronti del
Governo nazionale e nei confronti di Roma, doveva fare una parte importante, che doveva
completare la propria attività. Soltanto che, senza un'interpellanza, senza una voce chiara ed
ufficiale del Governo, a che cosa eravamo arrivati? A non far nulla! Questa è la cosa che lascia
assolutamente scontenti. La sua risposta, invece, mi lascia profondamente contento, perché lei,
senza nessuna reticenza, come era immaginabile, mi ha spiegato il punto della situazione.
Da domani mi auguro che le cose cambino perché sono certo che il dipartimento della
protezione civile, se avesse avuto la relazione, se avesse avuto i dati necessari, se avesse avuto ciò
che serviva - come ha fatto per La Spezia e per Massa Carrara - avrebbe fatto la parte necessaria
anche con riferimento a quella riguardante i fondi; come lei ha detto, alla fine questo Stato non
guarda a quella parte dell'Italia in maniera diversa rispetto al resto d'Italia perché le norme sono
state anche costruite con chiarezza.
Prima si chieda alla regione una partecipazione: se non ha fondi propri si provveda con
l'inasprimento delle imposte ed eventualmente con un aumento delle accise che in questo momento
mi pare assolutamente improponibile. Se tutto ciò non è possibile, lo Stato interverrà con la
collaborazione del Parlamento.
La ringrazio, signor Ministro: da domani il mio lavoro sarà quello di incalzare la regione e
di rendere noto che vi sono parti dello Stato e dell’amministrazione pubblica che non svolgono
puntualmente il loro dovere e che, ahimè, invece chiedono agli altri di essere celeri.

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