1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

CATENO DE LUCA NON POTEVA E NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO

Così argomenta la Suprema Corte di Cassazione nelle motivazioni depositate il 22 marzo 2012 per la sentenza di annullamento senza rinvio del 20.12.2011
Messina, 28/03/2012 - Le motivazioni della sentenza n.1850 del 20.12.2011 della Suprema Corte di Cassazione la quale dopo aver ritenuto la necessità di adeguato approfondimento dibattimentale sul merito della contestazione, ha annullato senza rinvio, per l’insussistenza di esigenze cautelari, per come richiesto dal Procuratore Generale Mario Fraticelli, sono state depositate il 22 marzo 2012:
il caso De Luca conferma quindi i profili inquietanti che coinvolgono gli Organi Inquirenti della Procura della Repubblica di Messina, per come denunziato dallo stesso De Luca nel suo comizio “Nomi e Cognomi” del 4 marzo u.s.
Segue lo stralcio delle motivazioni della Suprema Corte di Cassazione:

“ 3. Ove invece l’impugnato provvedimento mostra pecche non emendabili è quanto alla sussistenza della esigenze cautelari.
In fatto nell’ordinanza del Giudice del merito si pone soprattutto l’accento sull’esigenza di scongiurare reati della medesima specie, di quelli per cui si procede (vedi pag. 12 dell’ordinanza), ma a questa Corte sfugge in che modo possa parlarsi di probabilità di reiterazione allorquando:
a) Il pericolo di ulteriori contatti con le persone offese risulta superato dall’acquisizione delle loro deposizioni all’atto del procedimento, come ricavabili dalle stesse considerazioni espresse in sede di motivazione della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza (vedi pagg. 7-8 della motivazione);
b) I fatti risultano alquanto remoti (anno 2005-2008), per cui il pericolo di recidiva non è logicamente presumibile;
c) L’imputato non è neppure più Sindaco del comune e, quindi, in grado di incidere formalmente sull’attività amministrativa dell’Ente Locale, compiendo fatti connessi alla sua attività di Amministratore.”


“Che il progetto politico di Sicilia Vera doveva essere stoppato - dichiara l’on. Cateno De Luca – mi era stato politicamente reso evidente dal Presidente della Regione Raffaele Lombardo a marzo del 2011, comunicandomi anche che presso la Procura della Repubblica di Messina si era aperta un’inchiesta sul mio conto . Evidentemente – prosegue De Luca – questo disegno ha contaminato anche gli Organi Inquirenti messinesi e ciò è stato confermato dalla Suprema Corte di Cassazione che in modo netto e chiaro mette a nudo la crudeltà del comportamento trasversale per bloccare Cateno De Luca e Sicilia Vera.

L’1 giugno 2011, a seguito delle elezioni amministrative del 29 e 30 maggio 2011, Sicilia Vera ottiene un inaspettato ed eclatante 3% dei voti validi su base regionale, ed il 21 giugno il GIP, dopo 6 mesi dalla richiesta dei PM di arrestare l’on. De Luca, firma l’ordinanza di custodia cautelare, messa in atto il 27 giugno con il plateale arresto dell’on. De Luca e della sua congrega.

L’on. Cateno De Luca si era dimostrato – continua De Luca – inaffidabile, in quanto voleva far gestire al territorio, essendo un vero Autonomista, circa 150 milioni di euro, di investimenti pubblici e privati (Lavori di Metanizzazione – Gal – Distretto turistico – Agenzia di Sviluppo Locale), rifiutando tutti i consigli del suo leader massimo Raffaele Lombardo che, non avendolo perdonato dello sgarro, iniziò ad intrecciare una trama con l’ausilio ed il filtro di noti personaggi dei salotti messinesi collegati  a sua volta direttamente a doppio filo con la minoranza consiliare di Fiumedinisi, tutta imparentata ed organicamente integrata con i dichiaranti del presunto tentativo di concussione consumato dalla congrega De Luca tra il 2005 – 2006.

Gli Organi Inquirenti, si sono serviti anche – aggiunge De Luca - degli alti Dirigenti della burocrazia regionale, direttamente dipendenti dalle volontà del Presidente Lombardo: Sergio Sansone e Sergio Gelardi, sono costole di Raffaele Lombardo, mentre Maurizio Denaro, essendo stato promosso qualche mese prima delle sue dichiarazioni contro De Luca, si appalesa semplicemente come l’utile idiota della compagnia la cui falsità sarà dimostrata nel procedimento conseguente ad apposita denunzia.

È stato scomodato – continua De Luca – anche il Commissario Montalbano, alias Dott. Michelangelo Lo Monaco, quale Commissario Straordinario del Comune di Fiumedinisi, per essere da supporto agli Organi Inquirenti, alla minoranza consiliare ed alcuni notabili sindaci in odor di candidature alle prossime elezioni regionali per rafforzare il disegno criminoso nei confronti dell’allora defunto De Luca.

Tutti i giuda sono stati ricompensati - conclude De Luca -  e nelle prossime settimane, in un’apposita conferenza stampa, parleremo anche di questo e del “vil metallo del vassoio su cui è stata servita la testa di De Luca”, mentre, nei prossimi anni a seguito di un serrato ed inquietante dibattimento, smonteremo e smaschereremo platealmente tutti, nessuno escluso, i componenti della confraternita che, in questi anni, ha tentato di uccidere De Luca e di bloccare il rinnovamento della politica siciliana, non sperando e non auspicando, che alcuno dei capi di imputazione possa essere archiviato dal GUP anche se, si dovrà ancora capire a quale Tribunale esso apparterà”.

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