Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

LITE IN SALA PARTO A MESSINA: PROCESSO PER L’EX PRIMARIO E UN MEDICO

MESSINA, 23 MAR 2012 - La procura di Messina ha chiesto il rinvio a giudizio del medico Antonio De Vivo e dell'ex primario del reparto di Ginecologia del Policlinico, Domenico Granese, accusati di abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta nata dopo la lite in sala parto, avvenuta il 28 agosto 2010 tra De Vivo e il collega Vincenzo Benedetto, che non voleva fosse De Vivo ad assistere la partoriente perche' era solo un ricercatore.
La puerpera partori' in ritardo ed ebbe un'emorragia. Per questo le fu anche asportato l'utero e il bambino nacque con lesioni celebrali. Secondo la procura De Vivo non poteva stare in sala parto e l'ex primario doveva impedirlo.

Il procuratore aggiunto di Messina Ada Merrino e il sostituto Federica Rende, aveva chiuso le indagini sulla "lite" tra ginecologi e sulle lesioni colpose riportate dal piccolo Antonio Molonia, nato col parto cesareo il 26 agosto 2010, al Policlinico Universitario G. Martino di Messina. Di concorso in abuso d'ufficio erano accusati l'ex primario della Clinica di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio Domenico Granese e l'allora assegnista di ricerca Antonino De Vivo, ecografista di fiducia della puerpera Laura Salpietro, ma che "non aveva i titoli" per assisterla durante il parto. Proprio la presenza di De Vivo genero' la lite col ginecologo di guardia Vincenzo Benedetto che lo mise alla porta e fece partorire la donna. Tra i due anche divergenze sull'opportunita' del cesareo. Il piccolo Antonio Molonia vene alla luce con lesioni cerebrali.

Quest'ultima parte dell'inchiesta, pero', non e' ancora conclusa e vede indagata, insieme ai due "litiganti" anche l'osterica Franca Grisafi. De Vivo, tra la fine del 2009 e la primavera del 2010 in altri casi avrebbe assistito proprie clienti private, senza la prescritta assistenza di un medico interno al Policlinico; avrebbe perfino fatto da "tutor" ad altri ginecologi specializzandi. A denunciare la "lite in sala parto" ai carabinieri era stato il parere del piccolo Antonio, Matteo Molonia.

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