Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

SENTENZA “VIVAIO”, NOTIFICATI DAI CARABINIERI TRE PROVVEDIMENTI DI CUSTODIA

Messina, 29 marzo 2012 - Alle prime ore di oggi, i Carabinieri della Sezione Anticrimine di Messina, in stretta collaborazione con i militari dell’Arma della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto e di Messina, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte d’Assise di Messina, su richiesta dei Pubblici Ministeri dott. Giuseppe VERZERA
della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e dott. Francesco MASSARA della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, emessa ieri sera, nell’ambito del processo c.d. “VIVAIO”, contestualmente alla sentenza di condanna a carico di tre imputati tutti riconosciuti colpevoli a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno all’associazione mafiosa, omicidio e detenzione e porto di armi comuni da sparo.

In particolare, questa notte, sono stati tratti in arresto:
 GIAMBÒ Sebastiano, nato a Mazzarrà Sant’Andrea (ME) cl. 1948, già Presidente del Consiglio di amministrazione della società “Tirreno Ambiente S.p.A.” che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, il quale è stato condannato alla pena di quattordici anni di reclusione, poiché ritenuto colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa;
 ROTELLA Michele, nato a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) cl. 1940, imprenditore, il quale è stato condannato alla pena di dodici anni di reclusione, poiché ritenuto colpevole di associazione mafiosa, previa riqualificazione dello stesso reato nell’ipotesi di concorso esterno.

La medesima misura stata altresì notificata, in carcere, a MUNAFÒ Aldo Nicola, nato a Tripi (ME) cl. 1968, residente a Mazzarrà Sant’Andrea (ME), già detenuto in carcere per omicidio dall’agosto del 2006, il quale è stato condannato alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per mesi diciotto, poiché ritenuto colpevole di associazione mafiosa, omicidio, estorsione e detenzione e porto di armi comuni da sparo.

La citata sentenza che ha riguardato anche altri soggetti noti alle più recenti cronache giudiziarie, rappresenta il risultato tangibile della conferma dell’impianto accusatorio per quanto concerne i capi di imputazione relativi alle ipotesi di reato associativo.

Come si ricorderà, l’operazione “VIVAIO”, condotta dai Carabinieri della Sezione Anticrimine di Messina, coordinati dai Sostituti Procuratori della Procura Distrettuale Antimafia del capoluogo peloritano, era scattata all’alba del 10 aprile 2008. Le indagini condotte dal R.O.S. avevano documentato le infiltrazioni di un gruppo criminale affiliato alla famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto negli appalti pubblici del messinese, tra i quali i lavori per la metanizzazione dei Nebrodi ed il raddoppio ferroviario della tratta Messina-Palermo. Tra gli interessi illeciti del sodalizio mafioso anche l’indotto relativo alla gestione delle due discariche più importanti dell’area, che smaltiscono i rifiuti solidi urbani e speciali dell’intera provincia di Messina.

La fase dibattimentali del citato processo “VIVAIO” ha avuto inizio nell’estate 2009, e le circa 60 udienze hanno visto come rappresentanti dell’accusa il dott. Giuseppe VERZERA della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, unitamente al dott. Francesco MASSARA della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto.

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