Gioiosa Marea (Me), 01/04/2012 - La piazza e la strada nel corso di una sacra rappresentazione sono una responsabilità.
Vedersi parte della folla proprio nel consumarsi della grave follia del potere che porta alla crocifissione di un Uomo può viversi come una colpevole complicità, che richiederebbe almeno una reazione di protesta. Provare a strapparlo dalle mani degli aguzzini quell’Uomo, per sottrarlo a tanta folle ingiustizia.
Ma sarebbe inutile, perché non è scritto. Perché è scritto - invece - che il Suo viaggio debba compiersi, per la salvezza del mondo, per la redenzione del genere umano!
E allora si rimane comunque pubblico dolente, uomini turbati, turisti della domenica in attesa di tornarsene a casa per accendere la tv sullo stesso destino della stessa Madre, la donna che Dio sceglie per essere madre di Gesù, umile artefice di un mistero che è missione d’amore compiuta passo dopo passo, fino a rendersi conto che distaccarsi dal figlio significa vederlo andare verso la Croce.
Così nella sacra rappresentazione della
Via Crucis di Italo Zeus, a Gioiosa Marea, lungo un percorso cittadino che dalla magia del cinematografo in piazza (che potrebbe ricordare Pasolini o Tornatore), inghiotte pubblico e attori, Cristo e Pilato, per dimostrare che la storia dell’uomo non è vicenda che lasci indenne qualcuno.
Siamo tutti protagonisti e vittime di una stessa vicenda, fotografi della domenica e popolaccio fremente o dolorante, al cospetto di una agghiacciante vicissitudine giudiziaria che in Pilato ha il suo personaggio più ‘mite’ e più coinvolto allo stesso tempo, la rappresentazione disarmante e spregevole dell’indolenza del potere che non giudica e non si espone, per conservare se stesso, il proprio potere e i propri privilegi.
C’erano perciò difficoltà oggettive nella realizzazione di un lavoro che vorrebbe dal vivo l’alternarsi del giorno e della notte, la giusta cornice per distinguere una donna piena di Grazia, non toccata dal peccato originale, da un personaggio come Maddalena, non certo donna priva di mancanze.
Ed ecco che Italo Zeus risolve la rappresentazione realizzando una fusione vera e reale tra la strada e la piazza, mescolando le mancanze dell’intera umanità, al personaggio di Maddalena, agli uomini del tribunale e del potere, ai discepoli fedeli come agli incolpevoli traditori.
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