Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

VIA CRUCIS A GIOIOSA MAREA: TRA LA STRADA E LA PIAZZA, MESCOLANDO LE MANCANZE DELL’INTERA UMANITÀ

Gioiosa Marea (Me), 01/04/2012 - La piazza e la strada nel corso di una sacra rappresentazione sono una responsabilità.


Vedersi parte della folla proprio nel consumarsi della grave follia del potere che porta alla crocifissione di un Uomo può viversi come una colpevole complicità, che richiederebbe almeno una reazione di protesta. Provare a strapparlo dalle mani degli aguzzini quell’Uomo, per sottrarlo a tanta folle ingiustizia.
Ma sarebbe inutile, perché non è scritto. Perché è scritto - invece - che il Suo viaggio debba compiersi, per la salvezza del mondo, per la redenzione del genere umano!
E allora si rimane comunque pubblico dolente, uomini turbati, turisti della domenica in attesa di tornarsene a casa per accendere la tv sullo stesso destino della stessa Madre, la donna che Dio sceglie per essere madre di Gesù, umile artefice di un mistero che è missione d’amore compiuta passo dopo passo, fino a rendersi conto che distaccarsi dal figlio significa vederlo andare verso la Croce.
Così nella sacra rappresentazione della Via Crucis di Italo Zeus, a Gioiosa Marea, lungo un percorso cittadino che dalla magia del cinematografo in piazza (che potrebbe ricordare Pasolini o Tornatore), inghiotte pubblico e attori, Cristo e Pilato, per dimostrare che la storia dell’uomo non è vicenda che lasci indenne qualcuno.
Siamo tutti protagonisti e vittime di una stessa vicenda, fotografi della domenica e popolaccio fremente o dolorante, al cospetto di una agghiacciante vicissitudine giudiziaria che in Pilato ha il suo personaggio più ‘mite’ e più coinvolto allo stesso tempo, la rappresentazione disarmante e spregevole dell’indolenza del potere che non giudica e non si espone, per conservare se stesso, il proprio potere e i propri privilegi.
C’erano perciò difficoltà oggettive nella realizzazione di un lavoro che vorrebbe dal vivo l’alternarsi del giorno e della notte, la giusta cornice per distinguere una donna piena di Grazia, non toccata dal peccato originale, da un personaggio come Maddalena, non certo donna priva di mancanze.
Ed ecco che Italo Zeus risolve la rappresentazione realizzando una fusione vera e reale tra la strada e la piazza, mescolando le mancanze dell’intera umanità, al personaggio di Maddalena, agli uomini del tribunale e del potere, ai discepoli fedeli come agli incolpevoli traditori.

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