Messina, 28/06/2012 – “Il romanzo di un grande scrittore che sa usare i suoi trucchi”. Dario Tomasello sceglie questa parole per concludere la sua presentazione de “Il Cristo ricaricabile” di Guglielmo Pispisa. E’ la sera del 26 giugno, Il porticciolo turistico della Marina del Nettuno ospita la prima presentazione del romanzo, pubblicato da Meridiano Zero e arrivato nelle librerie il 6 giugno. Madrina dell’evento è Daniela Bonanzinga, dell’omonima libreria messinese.
Guglielmo Pispisa è, naturalmente, l’ospite d’onore e la banchina antistante il club accoglie vecchi e nuovi lettori: c’è chi ha letto tutti i romanzi di Pispisa, da Multiplo a Città perfetta a La terza metà, e per niente al mondo si perderebbe l’ultima fatica letteraria dell’autore; e c’è chi per la prima volta si avvicina a quello che per molti è una delle voci più interessanti della letteratura italiana contemporanea.
Dario Tomasello, drammaturgo e docente all’Università di Messina, racconta la sua personale prospettiva di lettura del romanzo, analizzando i temi portanti della vicenda e gettando uno sguardo sui personaggi, la cui accurata e verosimile costruzione da sempre rappresenta la cifra distintiva della narrazione di Pispisa. Mentra Giovanni Boncoddo, attore e regista, regala al pubblico un assaggio de “Il Cristo ricaricabile” con la lettura del prologo e di un passo che dà voce all’io narrante del romanzo.
“Il Cristo ricaricabile è il romanzo che mi è costato più fatica ed è anche il mio prodotto più ambizioso” aggiunge Guglielmo Pispisa. Leggero, ed ironico, soprattutto autoironico, è il suo intervento, perfettamente coerente con il suo stile di scrittura che gli consente di trattare in maniera leggera argomenti che per natura leggeri non sono: la malattia, il dolore, la religione. A partire dal suo protagonista, un messia senza messaggio, consapevole del suo nuovo status semplicemente per quelle maledette stimmate “grandi come una moneta” e per la capacità di guarire i malati che si è trovato nelle mani al risveglio da un’apocalittica Notte Bianca romana funestata da un blakout e da un delitto, con una sottile linea gialla che – ricorda la casa editrice - serpeggia agile tra i vari piani narrativi, tenendo il lettore inchiodato e incredulo fino all’ultima riga.
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