Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

MAFIE NELL’UNIONE EUROPEA, SONIA ALFANO: “AGGREDIREMO I PATRIMONI CRIMINALI IN QUALUNQUE PARTE DEL MONDO”

BRUXELLES, 19 GIU 2012 - “L'impatto negativo delle mafie nell'Unione Europea è imponente e i colleghi del Parlamento Europeo cominciano a rendersene conto. Non si parla più di sistemi criminali mafiosi solo con riferimento all'Italia: si ha una crescente consapevolezza della reale e concreta minaccia per la libertà e la sicurezza dei cittadini europei. La Commissione Antimafia Europea si concentrerà soprattutto sulla necessità di aggredire i patrimoni criminali, in qualunque parte del mondo si trovino. Il nostro obiettivo è quello di dotare l'Unione Europea di un piano di contrasto unico ed efficace, che preveda, tra le altre misure, soluzioni per l'applicazione del 416 bis negli altri Paesi europei. Ci rendiamo conto delle difficoltà che dovremo affrontare, ma con molta determinazione abbiamo iniziato un percorso, di cui la costituzione della CRIM è un momento fondamentale”.

Con queste parole Sonia Alfano, Presidente della Commissione Antimafia Europea (CRIM), ha aperto la conferenza stampa che si è svolta a Bruxelles sul tema: “Impatto della criminalità organizzata nell’Unione Europea e modalità di contrasto”.

All’incontro con i giornalisti erano presenti anche Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, Alfonso D’Alfonso, direttore della Dia, Giovanni Kessler, direttore dell’Olaf, e Jean-François Gayraud, commissario della polizia francese.



, procuratore nazionale antimafia: “Il momento della transnazionalità del crimine organizzato sopravanza di moltissimo la territorialità: ormai i reati di stampo mafioso non hanno più confini. Si cercano sistemi per sfuggire alle indagini sempre più oppressive; si cerca di creare cellule separate dal resto dell’organizzazione che poi svaniscono nel nulla, rendendo difficili le indagini. Porteremo la nostra esperienza a livello europeo, soprattutto per capire con quanta velocità le mafie si avvalgono della globalizzazione, rispetto alla lentezza con cui noi, con le forze di polizia e le leggi, riusciamo a intervenire. Dobbiamo contrapporre una globalizzazione della legalità e delle leggi, con il massimo delle tecnologie, per stare dietro a questi fenomeni criminali.

L’attuale crisi economica rende ancora più potenti le organizzazioni criminali, che hanno la possibilità di denaro liquido e che nei territori più fragili riescono spesso ad influenzare anche la politica e la società. Occorre rinnovare gli sforzi ed evitare di peggiorare gli strumenti che già abbiamo. La proposta di ridurre a sei mesi i tempi di conservazione dei dati del traffico telefonico, per esempio, sarebbe una sciagura per l’efficacia delle indagini in materia di crimine organizzato”.

Alfonso D’Alfonso, Direttore della Dia: “Il concetto di crimine organizzato di tipo mafioso deve entrare nella comune visione europea di reato grave, che ha la necessità di essere ancora compreso da quelle nazioni che non hanno avuto finora esperienza diretta. La pericolosità di questi sistemi è che riescono a entrare in tutto il sistema sociale, sono pervasive e riescono a condizionare un territorio anche sotto il profilo amministrativo e politico. Occorre individuare soluzioni che possano armonizzare il contrasto a livello europeo”.

Giovanni Kessler, Direttore dell’Olaf: “Negli ultimi due anni c’è stato un aumento dell’impatto della criminalità organizzata e i reati economici e finanziari legati a questo fenomeno hanno riguardato il 10% delle nostre indagini. Il danno finanziario arrecato all’Unione Europea è del 40% e continua ad aumentare. La nostra esperienza suggerisce che la criminalità organizzata ha sempre di più una dimensione transnazionale. Quindi non possiamo trattare questo problema con strumenti nazionali: serve un approccio integrato per raccogliere le sfide che dovremo affrontare. A mio avviso serve un soggetto europeo che abbia poteri investigativi e di accusa: il procuratore europeo, previsto peraltro dal Trattato. Oggi i reati vengono trattati in maniera diversa a seconda dei Paesi, con il risultato che i gruppi criminali riescono a radicarsi meglio, crescere e danneggiare sempre più l’Europa”.

Jean-François Gayraud, commissario della polizia francese: “Mi colpisce la capacità di resistenza di tutti i fenomeni criminali attuali, capaci di influenzare le realtà politiche e finanziarie. I gruppi criminali organizzati sono in espansione, progrediscono e ci riescono perché comunque il contesto è criminogeno. Sono fenomeni difficili da affrontare, perché silenti: il crimine organizzato progredisce soprattutto perché noi siamo ciechi. E’ indispensabile fare anche un lavoro di tipo pedagogico”.

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