Gioiosa Marea: «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», una rete di collaborazione tra le Associazioni Pro Loco
Gioiosa Marea: «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», una rete di collaborazione tra le Associazioni Pro Loco
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Nebrodi e Dintorni
I l 1° Seminario di Studi «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», promosso dalla Pro Loco di Gioiosa Marea. Il seminario si è avvalso della competente presenza del prof. Filippo Grasso, docente di Scienze del turismo, della cultura e d'impresa presso l'Università di Messina. Coinvolti, oltre alle Associazioni Pro Loco territoriali, i protagonisti della filiera turistica. Gioiosa Marea, 10 luglio 2025 - Lo scorso 8 luglio 2025, presso il Circolo Roma di Gioiosa Marea si è svolto il 1° Seminario di Studi «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», promosso dalla Pro Loco di Gioiosa Marea con l'intento di creare una rete di collaborazione e sinergia tra le Associazioni Pro Loco aps di prossimità. Il seminario si è avvalso della competente presenza del prof. Filippo Grasso, docente di Scienze del turismo, della cultura e d'impresa presso l'Università di Messina e riconosciuto esperto di turismo, che ha illustrato...
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Sentite cordoglianze alla famiglia per la perdita di una persona cara. Ogni commento in questo momento è sicuramente inutile ma bisogna ricordare che altri incidenti mortali nella nostra zona hanno coinvolto persona addetti alla manutenzione di impianti elettrici. Nessun motivo giustifica la perdita della vita umana e sicuramente vanno accertate le cause e le condizioni di sicurezza di tutti i lavoratori del settore interessati a svolgere lavori di elevato pericolo da fulminazione elettrica. Spesso si vedono anche in paese persone a bordo di furgoncini che lavorano in mezzo alla strada per lavori vari agli impainti pubblici senza nessuna sicurezza e con imapianti accesi e sotto tensione. Mi domando chi fà finta di non vedere. Il mio appello lo rivolgo anche ai committenti che dovrebbero , per legge , rispondere delle condizioni di sicurezza sul lavoro. Nino
RispondiEliminaSono rimasto atterrito alla notizia che Ignazio fosse morto. All’inizio mi ha preso lo sgomento come credo sia normale quando scompare all’improvviso un parente molto vicino ancor di più se lo scomparso è molto giovane e lo si è visto per l’ultima volta neanche qualche settimana fa proprio all’indomani della vittoria del suo schieramento politico e a ridosso della sua nomina ad assessore. Mentre cerco di farmi una ragione dell’accaduto, continuo a chiedermi incessantemente perché un uomo muore mentre lavora, cioè perché muore mentre si prodiga con tutta la sua intelligenza e la sua volontà a svolgere un’attività che rappresenta di per sé la celebrazione quotidiana della vita stessa: “si lavora per vivere”, si dice, e per dare vita agli altri. Lavoro e vita mi suonano più che mai come una contraddizione in termini, un ossimoro beffardo. Ma questa forse è una questione troppo filosofica o troppo politica se volete. Adesso mi preme accennare al mio ricordo di Ignazio come persona.
RispondiEliminaPer tante contingenze non abbiamo avuto modo di frequentarci spesso, ma questo non ci ha mai impedito di riconoscere quel legame reciproco (legame di sangue, qualcuno lo chiamerebbe) che si rinnova, e si rigenera ogni giorno anche se le distanze e le circostanze ci impediscono di essere vicini fisicamente. L’ultima volta che sono andato a salutarlo durante una delle mie rare visite ai parenti ci siamo soffermati insieme alla moglie Lara sui programmi possibili e sulle iniziative plausibili che avrebbero potuto favorire lo sviluppo economico e turistico di Piraino: Ignazio amava molto la sua terra e non dubito che sia stata proprio questa passione oltre che un senso civico non comune a spingerlo ad entrare nella politica attiva o di “palazzo”, come si dice oggi. Di sicuro avrebbe potuto produrre ancora tanto di utile in questo campo così difficile e tortuoso per certi versi. Qualche anno fa un po’ scherzando gli dissi “tu sei quello che aggiusta le cose”. Credo che la definizione gli abbia fatto piacere perché sorridendo aggiunse che tutto sommato era vero perché “sapeva sempre dove mettere le mani”. Dotato di una intelligenza pratica non comune e di una passione e un talento innato oserei dire per la tecnica e i meccanismi in genere: non c’era dispositivo meccanico, impianto idraulico o congegno elettrico che non riuscisse a far funzionare.
Una dote straordinaria, quindi, affinata in anni di formazione e di pratica nel settore che lo hanno portato alla fine a mettere su un’azienda di grande spessore professionale e umano, si potrebbe dire perché i suoi collaboratori sono sempre stati soprattutto amici prima ancora che colleghi. In pochi anni è riuscito a mettere su una realtà economica di grande rilevanza e non solo per la zona di più stretta appartenenza anagrafica, per così dire. Sono convinto che avrebbe potuto “mettere mano” persino ad una centrale nucleare in avaria se solo lo avesse voluto sicuro che avrebbe riparato qualsiasi guasto evitando così tutto il peggio immaginabile.
Il suo interesse per i motori e la sua abilità nella guida delle auto (che lo ha portato a cimentarsi anche nelle corse con un buon successo) credo che fossero presenti fin da piccolo: ricordo ancora quando cercava di insegnarmi pazientemente a guidare una specie di trattore giocattolo che conservava a San Biagio insieme a tutti i suoi giochi. Nonostante fosse più piccolo di me (e nonostante la nostra tenera età)era già un provetto pilota: in effetti devo ancora capire come riuscisse a “sgommare” con tanta perizia con un aggeggio di plastica e per di più a pedali.
Se è vero che hai avuto una vita breve Ignazio, è anche più vero che la tua è stata una vita intensa, vigorosa, e soprattutto incisiva, cioè significativa per tutte le persone che per qualche motivo sono venute in contatto con te. Credo che il tuo passaggio su questo pianeta abbia lasciato e lascerà un segno. Per quanto ne so non si può chiedere di più all’esistenza.
Un saluto “all’uomo che sapeva aggiustare le cose”.
Il cugino Alessandro
Alessandro ho letto il tuo commento e devo dire che è semplicemente bellissimo, anzi mi sono permesso di farlo leggere ai tanti amici che conoscevano Ignazio. Bello veramente. F.to Giuseppe Caputo
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