Danni da incendi in Sicilia: Irfis pubblica avviso da 2,9 milioni

Danni da incendi, Irfis pubblica avviso da 2,9 milioni. I n pubblicazione oggi da Irfis FinSicilia l’avviso pubblico per contributi straordinari per i danni causati dagli incendi della scorsa estate.   16/05/2024 - Si tratta di una misura da 2,9 milioni di euro destinata a quanti hanno subito danni al patrimonio immobiliare e mobiliare a seguito dell’ondata di calore e degli incendi che hanno interessato, a partire dal 23 luglio 2023, le province di Catania, Messina, Palermo e Trapani e per i quali è stata emanata una apposita ordinanza del capo della protezione civile (la 1078 del 13 marzo 2024). Grazie al decreto della Regione (n. 31/2024 del 9.4.2024), è stato costituito, mediante incremento del Fondo Sicilia, un plafond destinato alla concessione dei contributi d’importo pari a 2,9 milioni di euro. Irfis – FinSicilia S.p.A. è stata incaricata di gestire le relative agevolazioni. Per accedere al contributo è necessario, tra l’altro, essere proprietari dei beni e avere denunciato pri

ZECCHE A TINDARI: NIENTE PAURA, SONO AMICHE DELL'UOMO. BASTA DISBOSCARE E DISINFETTARE

Patti, 11 giugno 2012 - Si è svolta stamane a Palazzo dell'Aquila, sede del Municipio della Città di Patti, una Conferenza di Servizi indetta la primo cittadino, Avv. Giuseppe Mauro Aquino, per discutere della problematica della presenza di zecche nell'area archeologica di Tindari.
All'incontro erano presenti oltre al Sindaco Aquino, il Dott. Umberto Spigo, direttore del Parco Archeologico delle Isole Eolie, di Milazzo e di Tindari, l'Arch. Antonino Ilacqua, dirigente tecnico del Parco Archeologico, la Dott.ssa Molino, dirigente della Riserva Naturale Orientata di Marinello, il Dott. Giuseppe Gacioppo del Servizio Veterinario dell'Asp, sede di Patti, il Dott. Giuseppe Pipitò, Ufficiale Sanitario dell'Asp di Patti, e il Geom. Antonino Lo Iacono, componente dello Staff del Sindaco con delega alle aree archeologiche.
La riunione convocata con urgenza dal Sindaco è servita per fare un punto della situazione e per trovare insieme la soluzione al problema.

Per i Sanitari dell'Asp l'allarmismo che è stato generato è forse eccessivo. Secondo gli esperti, infatti, la possibilità di venire a contatto con dei parassiti, in questo caso del tipo zecche, all'interno dell'area archeologica è nè più e nè meno uguale a quella a cui si può andare incontro raccogliendo finocchietto selvatico ai bordi delle strade di campagna.
Dall'incontro è emerso un dato: le zecche non hanno un nemico naturale così come altri tipi di parassiti, l'unico modo per debellarle è quello di intervenire con la scerbatura e la disinfestazione.

La pulizia dei luoghi, con una scerbatura costante durante le varie stagioni dell'anno, fa si che i parassiti non si vadano a nascondere nell'erba dove poi vanno a covare. Al contempo anche gli animali selvatici, principale mezzo di diffusione delle zecche, sono costretti a cercare altri luoghi dove andarsi a rifugiare, limitando così la diffusione. Alla scerbatura bisogna abbinare anche diversi cicli di disinfestazione.
E proprio per questo aspetto, dal tavolo tecnico è scaturita una richiesta alla Regione di intervenire con azioni di pulizia e disinfestazione programmate e continue. Attualmente tra mille difficoltà di tipo economico gli interveti di scerbatura e di disinfestazione sono stati infatti pagati dal Comune e dal Parco Archeologico.

Intanto già da giovedì prossimo, 14 giugno, verrà effettuato un altro intervento di scerbatura e di disinfestazione dell'area archeologica. A quest'ultima area si aggiungerà anche la cinta muraria che ha inizio dalla cosiddetta Porta a Tenaglia sino alle Mura Ciclopiche.

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