Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro

Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro.  Una dipendente dell’Ufficio del processo presso il tribunale di Catania ha chiesto e ottenuto la proroga del distacco presso un’altra sede lavorativa, a tutela della sua incolumità. 8 mag 2024 - Dopo essere stata assunta a tempo determinato, la dipendente è stata vittima di violenze, regolarmente denunciate, che l’hanno costretta a chiedere il distacco dalla propria sede lavorativa perché non si sentiva più al sicuro. Il Tribunale di Catania le aveva però concesso il distacco fino a settembre 2024. Nel frattempo, la donna aveva denunciato altri reati contro la sua persona e il ritornare nella sede assegnatagli avrebbe messo a serio repentaglio la sua incolumità. Per tale ragione si è rivolta allo studio legale Leone-Fell & C. per ottenere la necessaria tutela. “Vista la gravità della situazione, abbiamo inoltrato un’istanza al ministero di Giustizia – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Davide Marceca ch

MIGRANTI SPARITI: LA DISPERAZIONE DELLE MADRI TUNISINE

L’appello dello “Sportello dei Diritti” al governo italiano perché faccia chiarezza

10 settembre 2012 - Mentre si è consumata l’ennesima tragedia del mare di migranti disperati che dalle coste del nordafrica tentano migliori fortune nel Vecchio Continente, passata quasi solo come un titolo di una cronaca nera, quasi ordinaria, in Tunisia sono migliaia le madri e le famiglie che stanno cercando di capire che fine abbiano fatto i propri figli a partire dall’esodo dei 30.000 tunisini che è conciso con l’avvio di quella che è conosciuta come “primavera tunisina”.
Dall’inizio dello scorso anno sono, infatti, centinaia i giovani che partiti verso l’Italia con mezzi di fortuna oggi mancano all’appello e le famiglie li cercano da più di un anno senza sapere se sono morti o vivi e magari in uno dei centri d’accoglienza allestiti nel nostro Paese per la cosiddetta “Emergenza Nordafrica”.

Alcune stime dicono che sono tra gli 800 e 1000 i giovani tunisini dei quali a tutt’oggi non si hanno notizie e per i quali sarebbero iniziate le ricerche attraverso lo scambio incrociato di dati tra il governo del paese nordafricano e quello italiano senza raggiungere, almeno per quel che è dato sapere, alcun esito positivo.
Secondo le fonti del governo di Tunisi sulla base dei contatti con la diplomazia italiana, i migranti potrebbero essere nei centri, ma se non hanno fornito le loro vere generalità sarebbe impossibile la loro effettiva identificazione. E pur vero che, ad oggi, risulta incomprensibile come gli stessi non abbiano tentato almeno un contatto telefonico con le famiglie d’origine giacché l’Italia non lo vieta.

Se quindi, le speranze che siano ancora vivi si affievoliscono giorno dopo giorno, e mentre si attendono le risposte in Tunisia, si moltiplicano le mobilitazioni per scoprire la verità anche se tragica, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, rivolge un appello al governo italiano affinché si faccia carico di accertare con tutti i mezzi a disposizione se i cittadini tunisini che risultano scomparsi siano presenti sul territorio nazionale informando tempestivamente gli omologhi organi tunisini.

È evidente, però che è giunta l’ora di evitare che accadano ancora tragedie del mare come quelle che accadono ormai ordinariamente, coinvolgendo l’Unione Europea per garantire un permesso di soggiorno di un anno a tutti quei giovani che altrimenti per disperazione si sposterebbero clandestinamente su carrette del mare dalle coste del nordafrica ed in particolare dalla Tunisia, dalla Libia e dall’Egitto senza sapere se riusciranno a raggiungere l’agognata meta.

Giovanni D’AGATA

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