Palermo, 25/10/2012 – Francamente ci viene assai difficile attribuire a Beppe Grillo le responsabilità dello sfascio di questa povera Italia, che come il paradiso terrestre non si smette mai di ‘cercare’, che come una madre stramunta non si smette mai di compiangere. Ma davvero ci risulta troppo difficile attribuire a Beppe Grillo le magagne di un’Italia che
"chiagn'e fotte" nei palazzi giusti, in quelli dei sottogoverni e delle trattative.
Grillo semmai "mangia e fotte". Ma mangia le cose buone di Sicilia, che in questi giorni gli getta le braccia al collo come a un Garibaldi liberatore:
Vinni cu vinni e c’è lu triculuri, / vinniru milli famusi guirreri / vinni ‘Aribaldi lu libiraturi: / nta lu so cori paura non teni. / Ora si ca finiu ciccu Burbuni, / la terra si cci apriu sutta li pedi: / fu pri chist’omu ccu la fataciumi, / ca la Sicilia fu libira arreri. (*)
Ma lasciamo stare Garibaldi: ha già le sue nuove ferite con le intitolazioni di strade e piazze. Come Garibaldi, è vero, Beppe Grillo in questi giorni sta raccogliendo consensi da far tremare le gambe alla politica dei palazzi, e i mille dell’eroe dei Due Mondi cominciano a farsi ‘briciole’ al cospetto delle piazze gremite dei paesi e della città che questo ‘messia’ va inanellando.
Si, ‘messia’. Perché è così che viene accolto. Grillo nuova e ultima speme. Grillo la sola prospettiva di una inversione di tendenza in un Paese ormai a brandelli, sbranato senza ritegno, piegato sulle ginocchia come chi ha preso un pugno vigliacco e tremendo alla bocca dello stomaco o qualcosina più in basso.
Ma dovremmo terrorizzarci a votarlo, ovvero a votare il Movimento 5 Stelle perché " votare il candidato di Beppe Grillo o Giovanna Marano - secondo Sergio D'Antoni, del Partito democratico - significa di fatto contribuire a rinvigorire e far tornare il berlusconismo. In questo contesto, bisogna avere ben chiaro il fatto che ogni voto di mera testimonianza o di sterile protesta è un voto regalato alla peggiore destra berlusconiana. Quella che da sempre vede nella Sicilia un mero granaio elettorale buono da mietere e da scippare una volta raggiunto il potere.”
No comment!
Ma così non la pensa, a quanto pare, Emanuele Macaluso, leader storico del Pci, ex parlamentare nazionale e deputato all'Ars negli anni ’50, che ha detto: ''In Sicilia non c'e' una sola forza politica in grado di interpretare la realtà; la situazione alla Regione e' tragica ed emergerà in maniera netta dopo il voto: saranno problemi seri per tutti'. Prima c'erano i grandi partiti e la Regione era una possibilità: oggi non c'e' piu' niente, la Regione e' solo un peso'' afferma.
“Il partito dell’Uomo Qualunque fu un partito che si è liquefatto, come si liquefarà il partito di Grillo, - diceva a maggio in una intervista Emanuele Macaluso, - anche se l’Uomo Qualunque era diretto da Guglielmo Giannini che era un grande commediografo, una persona di una cultura molto diversa da quella di Grillo. Sono momenti di transito, di passaggio, che esprimono una crisi della politica. Ma se la politica non risponde adeguatamente si deve bere anche il calice di Grillo.”
E su YouTube non è mancata la polemica, per il fatto (ma non solo) che l'on. Macaluso abbia sbagliato la declinazione del verbo 'liquefare', pronunciando 'liqueferà'. Poca cosa... L'on. Macaluso è uomo di cultura e non è su simili inezie che possa sbagliarsi, mentre è nel campo a lui più ostico delle 'liquefazioni' vere e proprie che potrebbe semmai non azzeccarci. Che San Gennaro lo assista...
d.m.c.
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* Venne chi venne e c’è il tricolore / vennero mille famosi
guerrieri /
venne Garibaldi il liberatore / che in cuor suo paura non tiene. /
Ora
si ch’è finito Cicco Borbone: / la terra gli si è aperta sotto i piedi /
fu per
quest’uomo fatato / che la Sicilia tornò libera nuovamente.
(Canto popolare del Risorgimento siciliano)
Ciao amici Grillini!
RispondiEliminaEcco il video integrale del comizio di ieri a PALERMO!
http://www.youtube.com/watch?v=Tm4ctyDiwDk
Spero vi piaccia!