17/11/2012 - Signori “cittadini”, Giovedì 11 ottobre rivolgendoci agli aspiranti governatori e consiglieri abbiamo scritto: “gli eletti vi fregerete del titolo di Onorevole, titolo assegnato ai membri del Parlamento italiano, perché in tempi passati i Deputati percepivano solo un “obolo” simbolico per il loro servizio, e per tale motivo erano considerati “degni d’onore” di stima, di rispetto, persone chiamate a procurare e non a togliere onore”.
Siamo stati invitati a chiamarvi “cittadini” perché dite che siete e vorreste essere come tutti noi, vicini a noi, con i problemi quotidiani di ogni cittadino. Vogliamo, però, ricordarvi che entrando a far parte dei decisori politici della nostra Isola, resterete come noi, ma le vostre responsabilità saranno diverse e più gravi e serie delle nostre.
Dovete meritarvi subito l’appellativo di “onorevoli” da aggiungere, se volete, al sostantivo “cittadini” perché dal momento del vostro insediamento al Governo della Sicilia, ogni vostra parola, iniziativa, comportamento, provvedimento deve essere finalizzato al raggiungimento del bene comune.
Signori “cittadini”.
Perché possiate diventare “cittadini onorevoli” è necessario che dimentichiate la fase destruens costellata con slogan del tipo: tutti a casa per cambiare, per passare subito alla fase costruens che si dovrà sostanziare di provvedimenti utili per il promesso cambiamento.
Ricordatevi che i vostri slogan, se restano semplici parole, non avranno nulla di diverso degli altri politici che siederanno con voi sulle poltrone del Parlamento siciliano.
La traversata a noto dello stretto di Messina del vostro ispiratore, la marcia sull’Etna, le passeggiate per le nostre strade, gli infiniti annunzi, se non si tradurranno in provvedimenti concreti resteranno semplici fatti mediatici che presto saranno portati via dalle correnti dello stretto.
Ricordatevi che non vogliamo più sentire politici trasformati in venditori ambulanti di parole che tentano di narcotizzarci con la nenia del “tutti a casa”, del cambiamento e della rottamazione.
Signori “cittadini”
Condividiamo la vostra decisione di non fare alcun “inciucio”, di non scendere a compromessi ma di approvare ogni provvedimento da chiunque presentato a condizione che sia funzionale alla crescita della nostra isola.
Attivatevi, perciò, presto anche perché il neo eletto Presidente rifiuti “inciuci” ma apra le porte a chi vuole cambiare concretamente.
L’ASAsi (Associazione scuole autonome della Sicilia) nata per sostenere l’autonomia delle nostre scuole e migliorare il servizio, pone subito alla vostra attenzione tre priorità per evitare il totale collasso della scuola siciliana causato dalla miopia dei governi che si sono succeduti specialmente in questi ultimi anni.
* Approvazione di un testo di legge sul diritto allo studio e alla formazione del quale solamente la nostra Regione ne è priva.
* Investimenti straordinari per gli interventi di messa in sicurezza, manutenzione e adeguamento degli edifici scolastici.
* Immediato rispetto dell’art. 3 della legge n. 23 dell’11/01/1996 che obbliga i comuni e le province siciliane a fornire il materiale di pulizia, i registri per i docenti e quant’altro previsto dalla citata legge.
Signori “cittadini”
Noi crediamo nel miglioramento qualitativo dell’istruzione e della formazione come volano per la crescita e la democrazia della nostra Isola e, preso atto delle vostre promesse, abbiamo il diritto di risposte concrete e voi avete il dovere di darcele se volete salvare la scuola dal default e diventare “cittadini onorevoli”.
Molti credono che voi sarete i taumaturghi in grado di guarire le grosse ferite che i precedenti “poco”onorevoli hanno inflitto alla Sicilia, per noi è più ragionevole pensare che voi potreste aiutare quanti, animati di buona volontà, vogliono essere “veri” onorevoli.
L’ASAsi dichiara la piena disponibilità alla collaborazione, offre il contributo dell’esperienza acquisita sul campo e attraverso il nostro settimanale-online “La Letterina” che raggiunge più di quarantamila lettori, monitorerà i vostri interventi apprezzandone i contenuti finalizzati alla migliore qualità della scuola ma eserciterà il proprio diritto all’indignazione e alla critica per scelte non coerenti con le finalità istituzionali.
Giuseppe Luca
Direttore Responsabile della “Letterina”
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