I 15 eletti del Movimento 5 Stelle, con in testa Giancarlo Cancelleri, a palazzo dei Normanni hanno consegnato alla presidenza dell'Ars una lettera per rinunciare al rimborso per le spese elettorali che, secondo i loro calcoli, si aggirerebbe intorno a 1,4 milioni di euro. Il documento è stato pure spedito al presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini. Il Movimento 5 Stelle aveva già annunciato l'intenzione di rinunciare al rimborso. I 15 deputati hanno anche confermato che taglieranno la loro indennita' di parlamentari percependo 2.500 euro netti al mese, contro gli oltre diecimila euro previsti per i 90 componenti di sala d'Ercole
di Simone Luca Reale
Palermo, 14/11/2012 - Nei giorni in cui il presidente del senato, Renato Schifani, è passato all’onore delle cronache per la sua uscita, dalla quale si intedeva che cambiare la legge elettorale fosse necessario, non per ridare lo strumento della preferenza ai cittadini; non per consegnare alla maggioranza che vincerà un paese governabile, ma per bloccare la crescita esponenziale del Movimento 5 Stelle, i volgarmente detti “grillini” siciliani, hanno deciso di rinunciare a circa 1.000.000 di euro di rimborsi elettorali.
La nostra campagna elettorale è costata appena 25 mila euro, ma in base alla legge vigente ci spetterebbe (dopo 5 anni di legislatura) la modica cifra che abbiamo menzionato sopra.
In un periodo in cui va di moda dire che per far fronte alla crisi fiscale dello stato bisogna aumentare le tasse, aumento perpetrato ad opera di chi quella crisi l’ha creata, diventa quantomoeno moralmente obbligatorio modificare tale legge.
Ma il fatto che i finanziamenti pubblici, celati dietro l’etichetta “rimborsi”, siano una degenerazione che un paese in fallimento non può più permettersi, lo sappiamo già.
Il punto che ci preme sottolineare in questo caso è un altro.
Politici, politologi, sociologi, giornalisti, esperti della comunicazione, e chi più ne ha più ne metta, si chiedono sbigottiti a gran voce: Ma come fa questo Grillo a crescere? Grillo, sì, molti ci chiamano Grillo, non Movimento 5 Stelle.
Signori, non dobbiamo andare troppo lontano per spiegare la crescita del Movimento 5 Stelle (o Grillo se preferite). Basta attenersi ai fatti.
Non sto qui ad elencare tutti gli atti che i portavoce a 5 Stelle hanno portato avanti nei vari comuni e nei vari consigli regionali in cui sono stati eletti. Mi limito a fare riferimento ad uno dei primi atti che i portavoce siciliani hanno posto in essere. E cioè, come suddetto, la rinuncia a circa un milione di euro di rimborsi elettorali. Al di là di alcuni aspetti che meriterebbero una riflessione più approfondita a parer mio già da questo primo atto possiamo trarre una spiegazione quantomeno soddisfacente.
In un’epoca in cui abbiamo a che fare con una politica sempre più autoreferenziale che sta a guardarsi allo specchio e a parlare di se stessa, solo ed esclusivamente per provare a garantirsi un posto al caldo; in un’epoca in cui abbiamo un governo e un parlamento impegnati ad aumentare le tasse a piccole e medie imprese; in un’epoca in cui gli scandali dei tesorieri stanno travolgendo alcuni partiti storici; in un’epoca in cui una classe dirigente e politica che, mostrandosi nella sua quasi interezza incocludente e incapace di autoriformarsi, disincentiva la partecipazione attiva dei cittadini, basta un fatto come quello che il Movimento 5 Stelle Sicilia sta attuando in questi giorni per sconvolgere l’intero quadro politico.
Ecco quindi la risposta alla vostra domanda: questo Grillo cresce perchè porta avanti atti concreti e perché rispetta il programma con cui si presenta davanti ai cittadini nel periodo elettorale.Signori, non c’è niente da fare, potete criticarci, ci mancherebbe, non siamo perfetti, ma questi sono fatti! Per questo e per tanti altri motivi che non sto qui ad elencare cresciamo nei consensi!
Chiamateci populisti, demagoghi, fascisti del web, qualunquisti, ma io, per un attimo, provo ad uscire dalla mia veste di attivista del Movimento 5 Stelle, e sapete cosa vi dico: preferisco votare un qualunquista senza esperienza che cerca di riformare con atti concreti questo sistema vetusto, immorale e non più sostenibile, invece che votare un politico “super esperto” che si limita ad annunciare, annunciare, annunciare…
Simone Luca Reale
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