PALERMO, 30/11/2012 - Patrizia Valenti, assessore regionale alle Autonomie locali alla Regione Siciliana, si è dimessa. La sua permanenza in carica non è durata che pochi giorni. La notizia di un rinvio a giudizio per omissione di atti d'ufficio, per fatti risalenti al 2009, quando la Valenti era presidente del Consorzio autostrade siciliano, ne ha 'decretato' le dimissioni. "Sono un dirigente dell'amministrazione regionale e una servitrice leale dell'interesse pubblico e per questa ragione ho deciso di rimettere il mio mandato nella mani del presidente della Regione", ha affermato l'assessore Valenti in una nota. In effetti il presidente Crocetta, dopo la notizia del rinvio a giudizio della Valenti, aveva sollecitato tale gesto da parte della valenti per motivi di opportunità.
"Non sono stato assolutamente informato dall'assessore della sua condizione giudiziaria. - aveva detto Crocetta, informato di quanto si verificava. - Questo non mi sembra leale, l'assessore ne tragga le necessarie conseguenze".
Il rinvio a giudizio di Patrizia Valenti per omissione di atti d'ufficio, riguarda fatti risalenti al 2009: la Valenti avrebbe ritardato la riassunzione di un funzionario, in seguito alla sentenza di riassunzione emessa dal TAR, tribunale amministrativo regionale. O forse per averla ritardata: il che configurerebbe ugualmente il reato di omissione d’atti d’ufficio, sufficiente per il rinvio a giudizio. Ora l'assessore Patrizia Valenti potrebbe non avere più la fidicia del presidente Crocetta, che ne potrebbe chiedere le dimissioni.
In effetti - però - Crocetta invita l’assessore Valenti a dimettersi ma allo stesso tempo afferma che il reato non rientra nelle tipologie previste dal codice etico, "per cui anche per qualsiasi altro assessore o dirigente, non potrei procedere alla revoca del mandato”. Ma aggiunge: "Non sono stato assolutamente informato dall'assessore della sua condizione giudiziaria. Questo non mi sembra affatto leale, l'assessore ne tragga le necessarie conseguenze".
Le vicissitudini del CAS, Consorzio autostrade siciliane, sono ben più travagliate.
Nel novembre 2009 la procura della Repubblica di Messina, nella persona del dott. Vincenzo Cefalo, aveva aperto un fascicolo contro ignoti per appalti affidati dal Cas, Consorzio autostrade siciliane, per verificare la correttezza di tali appalti. La procura della Repubblica ha inteso esaminare gli atti prodotti dal Consorzio Autostrade Siciliane, fatta eccezione per quelli risalenti al periodo in cui sono stati presidenti Patrizia Valenti ed Olivia Pintabona.
La Valenti, infatti, aveva inviato una memoria alla Procura della Repubblica affinché indagasse sulla gestione degli appalti nei periodi precedenti al suo insediamento alla presidenza del CAS.
Le indagini della Procura - inoltre - erano indirizzate a fare luce su un ammanco di 12 milioni di euro dal bilancio (e quindi dalle casse) del Consorzio Autostrade Siciliane. Secondo quanto emerso dalle prime indagini, alcuni appalti di manutenzione venivano assegnati con procedura di somma urgenza, pure quando non ce n’erano le ragioni né la necessità.
Un anno dopo, nel novembre 2010, sembrava che finalmente si fossero trovati i 12 milioni di euro mancanti dal bilancio del Consorzio Autostrade Siciliane, il cui ammanco era stato ripetutamente denunciato dall’allora amministratrice dell’ente, Patrizia Valenti, mai prima d’ora ritrovati nelle pieghe di un bilancio che sembrava non avere mai contemplato tale somma, né l'esistenza.
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