Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

CROCETTA E LE SCOPERTE DEL NEOGOVERNATORE: "UN SISTEMA CRIMINALE DI ABUSI E PRIVILEGI"

Palermo, 15/12/2012 - Il clamoroso sfogo del neopresidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta che mette nero su bianco tutto quello che i 5 milioni di cittadini siciliani vanno dicendo da anni rappresenta questa volta l’ufficializzazione del malcostume che tutti i poteri di controllo dormienti non hanno voluto e saputo o potuto sradicare per evidenti collusioni istituzionali e para-istituzionali che ha gettato l’isola nel marasma e creato una giungla fuori da ogni regola e ogni decenza.

Quello che gli onesti cittadini della Sicilia vanno dicendo da anni ora diventa denuncia coraggiosa da parte del presidente e quindi la magistratura i carabinieri e gli organi di controllo non possono più fare finta di non sapere o di non avere gli elementi probatori. Basta convocare Crocetta per verbalizzare quello che è contenuto nell’intervista di domenica 2 dicembre al quotidiano “La Sicilia” e a cascata nel Giornale di Sicilia e in tutti i giornali on line dell’isola.

Ma lasciamo in tutta la loro crudezza e veridicità le espressioni di Crocetta: “Ogni cosa è occasione di ladrocinio e di clientelismo. È una vergogna, sono tutte cose micidiali che costano ai siciliani un sacco di soldi. Non riesco nemmeno a esprimere un centesimo dell’orrore che mi ha procurato la conoscenza di questi fatti devastanti che riguardano una degenerazione complessiva di un sistema che è criminale. Il tutto concepito per fottere il pubblico con abusi e privilegi”.
Non vorremo che queste stilettate fossero lasciate scorrere come parole al vento perché questa volta provengono da fonte istituzionale e autorevole e danno il crisma di ufficialità a tutto quello che sin’ora è stato oggetto di discussione nei bar e nei corridoi. I poteri forti sono avvertiti.

Aggiungiamo l’ulteriore e gravissima denuncia di Crocetta riportata dalla Repubblica di Palermo nell’edizione del 6 dic e cioè: “Ho fatto una scoperta terribile e farò subito una denuncia alla procura della Repubblica. Ho saputo che i soldi di un dipartimento della Regione sono finiti nei conti bancari di alcuni dipendenti. Davvero a volte la realtà supera la fantasia. Questa vicenda dimostra come la Regione per molte persone era diventata un pozzo di San Patrizio”.
Il riferimento è a quanto accaduto alla Formazione, dove, su segnalazione dell’ex dirigente Ludovico Albert, sono state avviate indagini su fondi europei finiti nelle tasche di alcuni dipendenti anziché dei fornitori che li attendevano per prestazioni rese negli anni passati.

Mah! Qui non si tratta solo di malcostume ma di occupazione criminale del potere ai danni dei siciliani ben consapevoli dei secoli bui della dominazione spagnola e angioina. Forse neanche ai tempi dei viceré si era giunti a tanta arroganza e baldanza da parte dei baroni che con la copertura dei Borboni taglieggiavano le popolazioni sottomesse. Al posto dei baroni ci hanno pensato ora le schiere della burocrazia regionale reclutata a piene mani dai vari viceré che si sono fatti usbergo dell’Autonomia Statutaria conquistata dalla mafia e dagli eserciti indipendentisti e per questo mai divenuta patrimonio culturale e politica della gente.
Nessuno in Sicilia ha mai percepito il senso dell’autonomia perché estraneo al sentire della gente mentre era ben evidenziato dalle locali classi dirigenti postbelliche che si sono trincerate dietro la sua apparente modernità.
E ora come si fa a smantellare la gigantesca macchina a delinquere montata “legalmente” in questi 50 anni di dominio della cricca politoco-mafiosa-burocratica che ha portato la Sicilia al default.
È chiaro come i 28.000 dipendenti regionali, quasi tutti inquadrati come dirigenti in tre fasce mentre nello Stato ne esistono solo due, cercheranno di resistere per conservare i loro privilegi stipendiali e il loro status lavorativo che nessuno controlla e nessuno gestisce perché appunto sono tutti dirigenti e nessuno sa chi e come dovrebbe spezzare questo circolo criminale.

Crocetta afferma che la Regione Sicilia non può essere più uno stipendificio. Bene! Il problema politico è quello di tirarne le conseguenze e se non si vogliono operare licenziamenti bisogna trovare la quadra nel senso di innestare un circolo virtuoso tra lavoro e prestazione.
Certamente è sacrosanto lo smantellamento dell’ufficio stampa di 24 giornalisti pagati a 11.000 euro netti al mese stipendi che non esistono neanche nel The New York Time!

Certamente è sacrosanto far ruotare i 24 dirigenti generali di prima fascia con retribuzioni astronomiche di 250.000 euro anche se 24 sembrano troppi.
Certamente è sacrosanto spostare i 400 dipendenti del Consorzio Autostrade Siciliane che incassa un sacco di soldi e per di più chiede soldi alla Regione e paga questi dipendenti più degli stessi dipendenti regionali.
Insomma un vero schifo da baronie siciliane.
I siciliani onesti si aspettano ora da Crocetta i fatti e le decisioni anche dolorose dopo le clamorose denunce che trovano tutta l’opinione pubblica siciliana concorde e solidale.

La cricca di potere ha spogliato la pubblica istruzione di tutte le sue risorse e quindi ci aspettiamo che il prossimo bilancio da approvare rimpingui i capitoli dei servizi alla istruzione e formazione quelle risorse previste dalla L. n. 6 che nel corso degli ultimi dieci anni erano ridotti al lumicino.

Salvatore Indelicato
Preside dell’ITI Cannizzaro di Catania
Vicepresidente regionale ASASI Sicilia

Commenti

  1. Speriamo che presto si passi dalle parole ai fatti!
    Direttore tienici in formati.

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  2. Che vergogna... Presidente Crocetta, io spero che riesciate a cacciare via questi ladri autorizzati!!! purtroppo, da noi popolo Siciliano, che negli anni abbiamo permesso, con il voto disonesto e pieno di promesse fantasma, a farci governare e derubare da questi ladri!!! buon lavoro Presidente!!

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  3. caro Preside, questa Associazione Consumatori ACU di Messina ha denunziato all'opinione pubblica il fatto che parte dei proventi non sono stati investiti secondo la Convenzione con ANAS in sicurezza. Siamo disposti a partecipare ad un forum o tavola rotonda pubblica presso lo spett.le Istituto che dirige per chiarire i termini della questione ai siciliani. Si ha l'impressione che Crocetta reciti a soggetto e sia in mano a personaggi che tendono ad insabbiare piuttosto che a fare luce su disservizi e distrazione di fondi. Ci contatti. acumessina@gmail.com

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