Cateno De Luca: stress emotivo. Di conseguenza, ogni attività che possa causare stati emotivi è stata sospesa.

Aggiornamento importante sulle condizioni di salute di Cateno De Luca. 1 mag 2024 - Dopo attenti accertamenti medici, è stato riscontrato un caso di polmonite in stato acuto, associato a un significativo stress psicofisico e ad un eccessivo affaticamento fisico. Attualmente, Cateno De Luca è sottoposto a un trattamento farmacologico intensivo, il quale richiede la sua completa concentrazione in un ambiente privo di stress emotivo. Di conseguenza, ogni attività che possa causare stati emotivi è stata sospesa. I medici hanno raccomandato un congruo periodo di degenza in ospedale. Domani, sulla base di ulteriori accertamenti, verrà comunicata la durata prevista della permanenza presso il policlinico di Messina. È essenziale che Cateno De Luca si dedichi esclusivamente al suo recupero psicofisico durante questo periodo, pertanto la partecipazione a qualsiasi altra attività risulta impossibile. Aggiorneremo la stampa e i nostri sostenitori sui prossimi sviluppi e sulla data prevista per

GIORNALISTI MINACCIATI DALLA MAFIA: SONO 301 MA NON SI DICE

Roma, 16/12/2012 - Presente il Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, si è svolto a Roma nella sala dedicata ai Caduti di Nassirya del Senato, il convegno “Su mafia e informazione”, organizzato dall’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione, da Stampa Romana e dall’Università Tor Vergata.
Tra i partecipanti il giornalista Lirio Abate, sotto scorta; il senatore Enrico Musso, membro della Commissione parlamentare antimafia e presidente del comitato Scuola e Legalità; Giuseppe Mennella, direttore della Cattedra di Deontologia del Giornalismo dell’Università di Tor Vergata; Paolo Butturini, segretario dell'associazione Stampa Romana e il direttore dell’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione, Alberto Spampinato.
Sono 301 i giornalisti che hanno ricevuto minacce e intimidazioni dalle mafie, come censito dall'Osservatorio Ossigeno.

Per proteggere i giornalisti italiani da minacce e intimidazioni così gravi e diffuse “si avverte la necessità di una legge, da studiare bene, che abbia l’obiettivo di sanzionare chi ostacola la libertà di informazione”, ha detto il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso.

“Il nostro osservatorio”, ha commentato il direttore di Ossigeno, Alberto Spampinato, “lo chiede da anni. Abbiamo provocatoriamente proposto un reato di ostacolo all’informazione, pur sapendo che creare una nuova figura di reato è pressoché impossibile, ma certamente è possibile prevedere delle aggravanti specifiche per tutte quelle intimidazioni che si configurano come reati esistenti quando siano commessi allo scopo di ostacolare il diritto dei cittadini di essere informati”. “Ciò a cui penso”, ha precisato Grasso, è una legge che tuteli l’applicazione dell’articolo 21 della Costituzione.

Rapporto di Ossigeno

Come i precedenti
(2006-2009; 2009-2010 prima e seconda parte), anche
per il 2011 «Problemi dell’informazione» è lieta e onorata di
ospitarlo sulle sue pagine, perché poi prenda le libere strade del
web. Grazie alla pazienza de «Il Mulino», editore della rivista,
siamo anche riusciti a coprire l’intero anno passato, fino al 31 dicembre,
arrivando nelle librerie e agli abbonati con qualche settimana
di ritardo, ma con un rapporto completo.
Alberto Spampinato, direttore di Ossigeno, ha fatto come al solito
un lavoro certosino e imponente. Sua è non solo l’introduzione,
ma la stesura di tutti i cinque capitoli del Rapporto. Suo è
stato, soprattutto, l’impegno a trovare osservatori (volontari, naturalmente),
raccogliere quotidianamente notizie, impostare i
rapporti regionali che quest’anno, affidati a Dario Barà, Matteo
Finco, Roberta Mani e Roberto S. Rossi, coprono come di consueto
Sicilia e Calabria, ma si spingono finalmente anche al
Nord. Gli aggiornamenti e le edizioni precedenti del Rapporto
stanno naturalmente su www.ossigenoinformazione.it.
«Sono gocce, ma scavano il marmo» è il titolo che abbiamo scelto
per il Rapporto 2011. Ha infatti ragione Spampinato a sottolineare
l’aumento dei casi di minacce e notizie oscurate da un
anno all’altro: 54 nel 2010, 95 nel 2011.

E tuttavia prendiamo la cautela metodologica di non pensare che
negli anni precedenti quei casi fossero realmente in numero inferiore.
Può anche essere che sia solo migliorata la rete stesa da
Ossigeno per raccogliere notizie e segnalazioni. E allora 95 casi di
minacce o aggressioni alla libertà d’informazione, possono essere
tante rispetto all’anno precedente, oppure poche in confronto ad
una realtà che può pure sfuggire ai nostri occhi. Resta il fatto che
novantacinque gocce di paura e intimidazione rischiano davvero
di scavare anche il marmo del giornalismo più duro e coraggioso.

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