Codice della Strada: una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi

CODICE STRADA. ANNALISA CORRADO (SEGRETERIA NAZIONALE PD E MEP S&D): “ENNESIMO DISASTRO DEL GOVERNO, NORMA REPRESSIVA E IDEOLOGICA FATTA SULLA PELLE DELLE PERSONE”  Roma, 20 novembre 2024 - "L’approvazione del Codice della Strada non è che l’ennesimo disastro del Governo, che peggiora invece di migliorare la vita dei cittadini. Si tratta di una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi che vogliono adottare pratiche innovative e che non fa assolutamente nulla per prevenire gli incidenti stradali, che ancora oggi registrano numeri terrificanti – oltre 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno”, dichiara Annalisa Corrado, Responsabile Conversione Ecologica nella Segreteria Nazionale del PD e MEP S&D, Commissione ENVI. La riforma, a lungo sbandierata dal Governo Meloni, ha ricevuto oggi l’approvazione in Senato. Tutte le principali associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme con le associazioni ambientaliste e per la mobi

LUDOVICO ALBERT E LO SCANDALO DEI FONDI PER LA FORMAZIONE

Palermo, 15/12/2012 - L’ex dirigente generale della Formazione Ludovico Albert denuncia di aver subìto intimidazioni e minacce per aver bloccato prassi che hanno portato la spesa per la formazione professionale a una cifra pari alla metà di quella di tutto il resto d’Italia: gli enti in questione sono stati pagati senza che le spese siano mai state controllate dettagliatamente. Una sentenza della Corte dei conti condanna l’ex dirigente generale Albert e l’ex assessore Mario Centorrino per danno erariale perché rei di avere approvato le cosiddette “integrazioni”, una prassi consolidata che aveva portato la stessa ora di corso di formazione ad essere pagata discrezionalmente, in un ventaglio che andava da 75 a 241 euro.
Albert dichiara “Fin dal mio primo giorno di lavoro mi è stato chiesto di continuare a procedere con tale prassi. Per essermi rifiutato, mi sono state bucate le gomme dell’auto, il mio ufficio è stato più volte occupato e ho preso le botte da scalmanati in Commissione regionale per l’impiego. Io ho invertito la rotta con un costo standard di 129 euro”.

Albert fa riferimento all’indagine avviata dalla Procura della Repubblica e dalla Corte dei conti sui fondi che scomparivano per andare a finire nei conti bancari di alcuni dipendenti: secondo Albert “Le indagini in questione sono state avviate sulla base di alcuni miei esposti e posso affermare che non poche difficoltà nel mio operare di questi ultimi mesi hanno a che fare con questa operazione di trasparenza: il ricorso sistematico alla provocazione e alla calunnia e il sordo boicottaggio di molte nuove iniziative ne sono stati tra gli effetti più evidenti. Era prassi consolidata anticipare agli enti fino all’80 per cento del finanziamento decretato e non chiudere mai il rendiconto finale. Negli scantinati sono presenti rendiconti non chiusi dal 1992.

A un esame, probabilmente per difetto, i rendiconti aperti sono oltre 3 mila, nonostante io ne abbia chiuso 700 chiedendo indietro diversi milioni di euro agli enti. Dal 2006 non erano stati mai fatti controlli sugli accreditamenti degli enti, arrivati così a oltre 1.600. Noi ne abbiamo revocato circa 350”.
Albert impugna la revoca del suo contratto perché “tale determinazione è da ritenersi illegittima e comporta in ogni caso il pagamento tout court di tutti i compensi sino alla scadenza naturale dell’incarico”. Albert chiede 250 mila euro, un anno di compenso.

Premesso che molti di noi presidi abbiamo avuto le gomme bucate nel corso della nostra carriera, senza guadagnare 250.000 euro l’anno, ci chiediamo perché il piemontese non abbia fatto queste dichiarazioni prima, ma solo al momento del licenziamento. Era il caso di chiamare dal Piemonte un dirigente che non si accorgeva del fatto che le Regione Sicilia destinava ai 1.300 centri di formazione professionale privati (90.000 utenti) 280 milioni di euro e alle 1.000 scuole statali (700.000 utenti) 32 milioni? Vorremmo capire perché Albert, cui pure riconosciamo un notevole sforzo di pulizia nel settore, non abbia cercato le corrette alleanze con le scuole e con l’amministrazione scolastica per una radicale riforma in questo settore delicato, invece di dialogare solo coi sindacati e coi partiti, che sono un po’ con le mani in pasta nel settore. È stato lui il dirigente generale alla formazione nella precedente legislatura e, se nella formazione ci sono ancora anomalie, un po’ di responsabilità l’avrà anche lui, o no?

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