Aeroitalia e Aerolinee Siciliane: salta l'accordo per costi raddoppiati e licenza mancante

Salta l’accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane. Accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane risolto per costi raddoppiati e licenza mancante  Catania, 24 aprile 2024 – Accordo tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane risolto per costi raddoppiati e licenza mancante. In data odierna è stato risolto l’accordo preliminare tra Aeroitalia e AerolineeSiciliane. Il Presidente Dott. Giacomo Guasone comunica che il MOU tra Aeroitalia e Aerolinee Siciliane si è concluso negativamente.   “A tutt’oggi, - dichiara il dr.Guasone, - la società Air Connect, oggetto dell’accordo, non è stata risanata e le richieste economiche per l’acquisizione della stessa sono state raddoppiate. L’aumento della richiesta insieme alla mancata riattivazione della licenza di volo e la conseguente perdita della stagione rendono impossibile l’investimento."

BORSELLINO: INGROIA SI È ALLEATO CON I “PUTREFATTI”

24/01/2013 - “In Italia non esiste la buona politica ed è per questo che non ho ritenuto di associarmi a nessun movimento o partito politico. Ho detto di no alla proposta di Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia perché nel progetto erano coinvolti partiti in stato di putrefazione come l’Idv.
Porto il nome di Borsellino, quindi non mi potevo certo associare a nessuno di questi”.
È il duro attacco di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla Mafia nel 1992 e fondatore del movimento delle Agende Rosse, intervenuto a KlausCondicio, il salotto tv di Klaus Davi in onda su YouTube e visibile al link http://www.youtube.com/user/klauscondicio.
“Ci vorrebbe un ricambio completo – aggiunge - per questo ripongo la mia fiducia nei giovani. In effetti ho aderito e appoggiato il progetto di Antonio Ingroia quando ha fatto il manifesto “Io ci sto”, perché ritenevo fosse un buon progetto. Non ritengo però che il modo in cui si è sviluppato sia stato altrettanto valido. Si è affidato a dei partiti o già scomparsi o che stavano per scomparire. È stato una ciambella di salvataggio per non uscire dal Parlamento”.



Gerardo Mauro

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