Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

INGROIA COME FALCONE, PER LA BOCASSINI NON C’È PARAGONE MA L’EX PM DICE: “COLPIREMO LA MAFIA AL CUORE”

Roma, 30/01/2013 – Ilda Boccassini, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano, dà ancora una prova di sé ai microfoni del TgLa7 di Enrico Mentana, intervenendo a gamba tesa nei confronti dell'ex di Antonio Ingroia, leader di Rivoluzione Civile ed ex Procuratore aggiunto di Palermo.
La Bocassini è furente, non si spiega come Antonio Ingroia “abbia potuto paragonare la sua piccola figura di magistrato con quella di Giovanni Falcone?”. “La distanza tra loro – ha detto la Bocassini – è misurabile in milioni di anni luce. Ingroia si vergogni”.

La prima inchiesta di rilevanza nazionale della Bocassini, denominata Duomo Connection, riguardò l'infiltrazione della mafia al Nord. L'inchiesta fu portata avanti con la collaborazione dell’ormai famoso capitano Ultimo, famoso per l'arresto di Totò Riina. Per la Bocassini quelli furono gli anni delle prime collaborazioni con il giudice Giovanni Falcone, che sfociarono in un solido rapporto di profonda amicizia.

Ma la replica di Antonio Ingroia non si è fatta attendere molto, è arrivata a stretto giro di posta, dagli schermi di Ballarò, dove il leader di Rivoluzione Civile era ospte di Giovanni Floris.
“Probabilmente non ha letto le mie parole”, ha risposto Ingroia, che ha invitato la Bocassini ad in

formarsi meglio. “Non mi sono mai paragonato a Falcone, ci mancherebbe. – ha detto ancora Ingroia – Semmai denunciavo una certa reazione stizzita all'ingresso dei magistrati in politica, di cui fu vittima pure Giovanni quando collaborò col ministro Martelli. Forse basterebbe leggere il mio intervento…” ha aggiunto Ingroia, ieri sera a Ballarò imitatissimo da Crozza, che ne ha fatto una parodia esilarante e davvero ‘eloquente’ del modello verbale del neo politico.

“Vogliamo fare sul serio. Vogliamo colpire la mafia al cuore e abbatterla. Il costo della proposta che io, Franco La Torre e Arcangelo Ferri abbiamo presentato oggi è di circa 149 milioni di euro, dieci in meno di un cacciabombardiere F-35. Rivoluzione Civile vuole mettere le manette ai patrimoni illeciti, non solo quelli della criminalità organizzata, ma anche della corruzione e della grande evasione fiscale che portano via 180 miliardi l’anno. La Legge Rognoni-La Torre e’ stata l’ultimo vero salto di qualità contro la mafia. Un percorso importante che si e’ fermato oltre trent’anni fa. Oggi proponiamo l’istituzione di un alto commissariato per l’acquisizione dei beni di provenienza criminale, nominato dal Csm su proposta del Guardasigilli, e composto da una task force di 90 Pm e 600 agenti delle Forze dell’Ordine con funzioni di Polizia Giudiziaria.

Il primo obiettivo è l’abbattimento del tempo medio del periodo dal sequestro alla confisca che oggi è di 730 giorni. Con la nostra proposta questo tempo si riduce a 120 giorni. Lo scopo finale non è soltanto quello di battere la mafia, ma anche di destinare il denaro e i beni mobili e immobili a finalità di interesse pubblico e sociale e per combattere la disoccupazione giovanile”. Lo scrive Antonio Ingroia.

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