Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

INGROIA COME FALCONE, PER LA BOCASSINI NON C’È PARAGONE MA L’EX PM DICE: “COLPIREMO LA MAFIA AL CUORE”

Roma, 30/01/2013 – Ilda Boccassini, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano, dà ancora una prova di sé ai microfoni del TgLa7 di Enrico Mentana, intervenendo a gamba tesa nei confronti dell'ex di Antonio Ingroia, leader di Rivoluzione Civile ed ex Procuratore aggiunto di Palermo.
La Bocassini è furente, non si spiega come Antonio Ingroia “abbia potuto paragonare la sua piccola figura di magistrato con quella di Giovanni Falcone?”. “La distanza tra loro – ha detto la Bocassini – è misurabile in milioni di anni luce. Ingroia si vergogni”.

La prima inchiesta di rilevanza nazionale della Bocassini, denominata Duomo Connection, riguardò l'infiltrazione della mafia al Nord. L'inchiesta fu portata avanti con la collaborazione dell’ormai famoso capitano Ultimo, famoso per l'arresto di Totò Riina. Per la Bocassini quelli furono gli anni delle prime collaborazioni con il giudice Giovanni Falcone, che sfociarono in un solido rapporto di profonda amicizia.

Ma la replica di Antonio Ingroia non si è fatta attendere molto, è arrivata a stretto giro di posta, dagli schermi di Ballarò, dove il leader di Rivoluzione Civile era ospte di Giovanni Floris.
“Probabilmente non ha letto le mie parole”, ha risposto Ingroia, che ha invitato la Bocassini ad in

formarsi meglio. “Non mi sono mai paragonato a Falcone, ci mancherebbe. – ha detto ancora Ingroia – Semmai denunciavo una certa reazione stizzita all'ingresso dei magistrati in politica, di cui fu vittima pure Giovanni quando collaborò col ministro Martelli. Forse basterebbe leggere il mio intervento…” ha aggiunto Ingroia, ieri sera a Ballarò imitatissimo da Crozza, che ne ha fatto una parodia esilarante e davvero ‘eloquente’ del modello verbale del neo politico.

“Vogliamo fare sul serio. Vogliamo colpire la mafia al cuore e abbatterla. Il costo della proposta che io, Franco La Torre e Arcangelo Ferri abbiamo presentato oggi è di circa 149 milioni di euro, dieci in meno di un cacciabombardiere F-35. Rivoluzione Civile vuole mettere le manette ai patrimoni illeciti, non solo quelli della criminalità organizzata, ma anche della corruzione e della grande evasione fiscale che portano via 180 miliardi l’anno. La Legge Rognoni-La Torre e’ stata l’ultimo vero salto di qualità contro la mafia. Un percorso importante che si e’ fermato oltre trent’anni fa. Oggi proponiamo l’istituzione di un alto commissariato per l’acquisizione dei beni di provenienza criminale, nominato dal Csm su proposta del Guardasigilli, e composto da una task force di 90 Pm e 600 agenti delle Forze dell’Ordine con funzioni di Polizia Giudiziaria.

Il primo obiettivo è l’abbattimento del tempo medio del periodo dal sequestro alla confisca che oggi è di 730 giorni. Con la nostra proposta questo tempo si riduce a 120 giorni. Lo scopo finale non è soltanto quello di battere la mafia, ma anche di destinare il denaro e i beni mobili e immobili a finalità di interesse pubblico e sociale e per combattere la disoccupazione giovanile”. Lo scrive Antonio Ingroia.

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