Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

“SOTTO LE MACERIE”, IN SCENA L'INCREDIBILE VICENDA DI UNO SCIENZIATO RUSSO COINVOLTO NEL TREMENDO SISMA DEL 1908 A MESSINA

Messina, 10 gennaio 2013 - La piece teatrale “Sotto le Macerie” andata in scena a Messina il 28 ed il 29 dicembre 2012 narra l'incredibile vicenda di uno scienziato russo in a Messina, coinvolto nel tremendo sisma che colpì la città nel lontano 1908. Opera teatrale meritevole di maggior riguardo e magari di una giusta collaborazione anche in termini di sponsorizzazioni.

Il teatro tragico ha l'enorme inconveniente morale di dare troppa
importanza alla vita e alla morte! Cosi si espresse Nicolas de
Chamfort e malgrado questa sua affermazione sia attendibilissima, la
Piece teatrale “Sotto le macerie”, messa in scena a Messina il 28 e il
29 dicembre, in memoria del catastrofico terremoto che 1908 che
distrusse la città, risulta essere piacevolmente ed emozionalmente
scorrevole.

Nata dal genio creativo del trio artistico BG&G : Billy Pavia,
musicista scenografo, Gianni Di Giacomo attore protagonista, Giuseppe
Jannello regista e trascrittore dei testi, viene riportata in scena il
dramma di un sopravvissuto all'immane catastrofe che colpì Messina nel
dicembre del 1908, lo scienziato russo di grandissima fama
internazionale, tale Sergej Tchakhotine, che per via dei suoi studi si
trovava li approfittando delle ricchissime acque dello Stretto di
Messina, un paradiso ancora incontaminato per i biologi marini di
tutto il mondo.

Con un variegato ed inestimabile patrimonio di ricordi, secondo la sua
personale cifra stilistica, lo scienziato ci offre attraverso un
diario scritto con dovizia di particolari, un libro che diviene una
cronistoria unica, un documento di inestimabile valore culturale. Lui
infatti riesce a salvarsi e a sopravvivere all'immane tragedia insieme
alla moglie in stato di gravidanza ed al proprio figlio, dopo essere
stato per ben due giorni sotto le macerie della propria abitazione.

Durante la presentazione teatrale di questa “drammatizzazione” del
libro succitato, si creano momenti di suspense, ricchi di emozione e
trasporto, lasciati ad un indiscussa e accurata scelta di effetti
sonori non invasivi e ben calibrati alle scene. Inoltre le musiche, su
cui il narratore protagonista sembra danzare in un Ensemble perfetto,
è affidato alle melodie attente del chitarrista Billy Pavia.

Il risultato? una egregia raffigurazione teatrale che rievoca una
classica tensione fra opposti come quella che si agita nel cuore di
ogni uomo, luci e ombre che tutti noi conosciamo. Il titolo dell’opera
appunto “sotto le macerie” rappresenta sicuramente la sopravvivenza
dell’autore alla catastrofe, ma anche in senso metaforico la capacità
di far emergere in lui un desiderio autentico di crescita, di
cambiamento e di trasformazione allo scopo di perseguire un
rinnovamento del Sé dall'integrazione dinamica e dal superamento
dialettico delle macerie del proprio passato.
Il dramma cosi rappresentato ricorda anche la figura di una fenice,
che rinasce dalle proprie macerie e dalla propria cenere della sua
esistenza, ove nel suol simbolismo essa è rappresentata con una faccia
diurna, di vita, e una notturna, in una sintesi dei contrari, cioè di
aspetti fra loro opposti che non sono conciliabili con i soli
strumenti della ragione, ma attraverso il teatro prendono una forma
soggettiva trasmessa ad ogni singolo spettatore.

A seguito di quei vissuti traumatici, di esperienze connotate
dall'avvilimento del Sé, l’autore si trova catapultato in una realtà
contrassegnata da una trasformazione ambientale e di vita, che viene
da lui scrutata anche con ansia e diffidenza ma sarà quella che gli
permetterà di fuoriuscire dalla macerie, di far scaturire dai meandri
del suo cuore la preghiera e la fede e di salvarsi con un desiderio
autentico, nuovo, un cammino di rinascita psicologica, con la frase
finale che echeggia in sala, cosi bella e consolatoria: ma che bello
vivere!

Il trio artistico BG&G ha sicuramente trovato una giusta piece
teatrale che ha catturato in modo superbo gli astanti. Inoltre la
bellissima e calda voce del soprano Alena Zhyronkina ha coronato con
due romanze meravigliose del settecento russo le giuste pause al ritmo
incalzante dell’opera; ed ancora gli effetti sonori puntuali e
realistici il disegno delle luci e ombre curate da Valerio Pavia,
hanno dato vita a poco più di un ora di piacevole teatro.
“Sotto le macerie” è un'opera superba, quasi surreale, uno spettacolo
intrigante e originale che ti lascia incollato alla sedia in un
crescendo di coinvolgimento emotivo. Una serata in cui si fa fatica a
dimenticare, poiché soffia un vento forte dal passato che troppo ha
influenzato il presente di questa città ma al contempo lascia anche un
messaggio di speranza, un inno alla vita!

Gianluca Previti

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