La seconda e ultima puntata della fiction su Domenico Modugno, "Volare", ha superato ogni record con 11.390.000 di spettatori e il 39% di share. Un dato che non si verificava da anni: bisogna risalire al 2005 per registrare una fiction che va oltre gli 11 milioni di spettatori, con la miniserie su Giovanni Paolo II. Domenico Modugno, che nei camerini aveva lasciato scie di pizzicotti e infingardaggine, fiumi di maliziosi sorrisi e malandrinerie.
Modugno, capace di ‘appicciare’ lo scemo del villaggio, di farsi entrare nelle carni lo strazio di un cavallo cieco della miniera, il dolore e il male, della povera ‘fimminedda’ di pescespada. Dopo la sua canzone l’etica della pesca non è stata più uguale: proprio ieri i governi italiano e della Sicilia si sono dovuti fronteggiare per dirimere una faccenda che riguarda le limitazioni nella pesca… Domenico Modugno lascia eredità di affetti e di intelligenza che portano l’auditel ad oltre 11 milioni e migliorano il mondo
Roma, 20/02/2013 – L’auditel fine a se stesso sarebbe autoreferenzialità aziendale fatta ‘persona’, mirante ad alzare l’asticella degli ascolti a spese degli italiani, indipendentemente dalle strategie e dagli strumenti adoperati per raggiungere il risultato. Così è da chiedersi quali possano essere gli aspetti più rilevanti e valevoli del grande successo di Beppe Fiorello, Kasia Smutniak & C., titolari di un ‘risultato’ televisivo senza molti precedenti: era dal 2006 che una fiction italiana non superava i 10 milioni di telespettatori, come ha invece fatto “Volare: la grande storia di Domenico Modugno”, la fiction andata in onda lunedì 18 e martedì 19 febbraio in prima serata su Rai1, interpretata da Giuseppe Fiorello, con 10 milioni 099 mila telespettatori (share 34.22) alla prima serata. La seconda e ultima puntata della fiction su Domenico Modugno, "Volare", ha superato ogni record con 11.390.000 di spettatori e il 39% di share. Un dato che non si verificava da anni: bisogna risalire al 2005 per registrare una fiction che va oltre gli 11 milioni di spettatori, con la miniserie su Giovanni Paolo II.
La bravura e la passione di Fiorello-Modugno, di Smutniak-Gandolfi, di Tiberi-Migliacci, di D’Ausilio-Pazzaglia, di Gallo-Gramitto & C. sono ragguardevoli e commoventi: commovente è la storia di Domenico Modugno e Franca Gandolfi, che il duo Fiorello-Smutniak ha ‘celebrato’ alla grande, con occhi innamorati e sapienza artistica.
E quegli occhi sfavillanti hanno avuto sguardi d'amore vero per paesaggi e capre, per scemi e cavalli, per mari smeraldini, amici buoni e gioventù mai sprecata. La storia d’amore ha mostrato tutta la sua forza nella… forza e nella debolezza. La fragilità della giovinezza, della precarietà, delle ambizioni in fieri e dei luoghi comuni, degli stereotipi che risedono spesso pure nei temperamenti meno conformisti: non tagliarti i capelli, la donna riccia è mariuola e
cosafitusa, etc.
Si, perché se è vero che Kasia Smutniak, quell’esemplare antropologico venuto non si sa bene se dalla Puglia o dalla Sicilia, se lo è amato con fiammelle di sguardi, con fiammate di sorrisi, con parole vere e con la saggezza che forse solo le donne sanno avere da giovani. Donna dalla quale il ‘virile’ maschietto di periferia culturale (ma solo in fatto di rapporti con l’altro sesso) si sente minacciato per un taglio di capelli, per un po’ di smalto sulle unghie e per qualche accenno di mascara. Lui, che nei camerini di teatro e nelle cucine delle trattorie aveva lasciato scie di pizzicotti e infingardaggine, fiumi di maliziosi sorrisi e malandrinerie, senza sapere di possedere un cuore, perchè da giovani si ha fretta e il cuore non lo vedi: lo possiedi e basta e sul suo ritmo ci accordi la chitarra.
Lui, capace di ‘appicciare’ lo scemo del villaggio, di farlo sorridere e farlo uomo, capace di farsi entrare nelle carni martoriate dalla sensibilità lo strazio di un cavallo cieco, cui il sole impetuoso ferisce a morte gli occhi dopo il buio degli inferi della miniera.
Lui, capace di sentire il dolore e il male, la crudeltà e la ribellione, l’abnegazione e la crocifissione che ghermisce la povera ‘fimminedda’, in quella pesca del pescespada che dopo la
sua canzone non è stata mai più uguale, che ha indotto la
politicaccia fremente a produrre
qualcosa che si facesse carico delle sorti del mare, dell’ambiente, dell’etica nella pesca e dei manicomi. Proprio ieri i governi italiano e della Sicilia si sono dovuti fronteggiare per dirimere una faccenda che riguarda la limitazione della pesca della
neonata, il novellame di pesce da cui dipendono la salute del mare e la riqualificazione della pesca nel Mediterraneo.
Domenico Modugno amò da marito, da cantante, da padre, da cittadino e da politico. Amò l’uomo (e la donna) e il mare, Dio e la terra, l’albero e il cavallo. E lascia eredità di affetti e di intelligenza che portano l’auditel a 12 milioni e migliorano il Mondo.
Scrive Franco Corleone sul portale della Salute Mentale:
“Nel 1988, dieci anni dopo l’approvazione della 180, tanti manicomi “civili”, così erano chiamati, erano ancora funzionanti per gestire quello che con un termine brutalmente liquidatorio era definito il residuo manicomiale. Il “residuo” era costituito da migliaia di donne e uomini spesso abbandonate a se stesse e ridotte in condizioni bestiali, indegne rispetto a uno standard minimo di umanità. Allora ero senatore e iniziai un tour di ispezioni in luoghi che parevano la rappresentazione dei gironi danteschi. Ricordo i blitz compiuti a Rieti, Girifalco, Mombello e poi l’avventura in Sicilia con Gad Lerner, allora giornalista dell’Espresso e con il fotografo Franco Zecchin"
"Le condizioni di Scicli e di Messina erano surreali, ma lo scandalo esplose con la denuncia dello stato del manicomio di Agrigento. Domenico Modugno, anche lui senatore, si unì nelle successive visite e grazie all’inchiesta del settimanale e alle trasmissioni televisive di Maurizio Costanzo la vicenda ebbe ricadute positive sul piano amministrativo e risvolti giudiziari che nella città di Pirandello non potevano che avere una conclusione di giustizia negata, con processi paralleli ai responsabili sanitari e ai responsabili della Usl con uno scaricabarile indecente e inconcludente”.
Per Beppe Fiorello e per il
personale di cui al sottostante elenco*, tra lacrime italiane di molta commozione e gratitudine, comprese quelle dello scrivente, fioccano parole di encomio.
Per Kasia Smutniak, per la sua bravura e per la bellezza non possono fioccarne perché, sinceramente, lo scrivente, il padre o chi ne fa le veci, non hanno parole…
Mimmo Mòllica
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Personale di cui al sottostante elenco*:
“Volare. La grande storia di Domenico Modugno”, una coproduzione Rai Fiction – Cosmo Production, in associazione con Europroduzione, per la regia di Riccardo Milani.
Con: Giuseppe Fiorello, Kasia Smutniak nel ruolo di Franca Gandolfi, la moglie, Alessandro Tiberi (Franco Migliacci), Antonio D’Ausilio (Riccardo Pazzaglia), Federica De Cola (Giulia Lazzarini), Diego D’Elia (Antonio Cifariello), Massimiliano Gallo (Giuseppe Gramitto), Roberto De Francesco (Don Antonio) e Gabriele Cirilli (Claudio Villa), Armando De Razza, Anita Zagaria e Antonio Stornaiolo.
Con Cesare Bocci nel ruolo di Raimondo Lanza di Trabia e l’amichevole partecipazione di Michele Placido nel ruolo di Vittorio De Sica. Firmano soggetto e sceneggiatura due grandi autori come Stefano Rulli e Sandro Petraglia. Un film in due puntate, in onda lunedì 18 e martedì 19 febbraio, in prima serata su Rai1.
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