Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

ROCCAVALDINA ‘IL PAESE DEI RACCONTI’

Il Paese dei racconti, Roccavaldina, Casa Vermiglia 22 febbraio 2013 ore17.30, Incontro con lo storico Salvatore Speziale, introduce
Mauro Geraci

Roccavaldina, 17/02/2013 - Lavoro, fuga, disperazione, integrazione, emarginazione, crisi, futuro: queste ed altre parole sono variamente “coniugate” nel quotidiano discorso sull’emigrazione in Italia. Difficilmente, però, in quello stesso discorso si fa rientrare la dimensione del passato, del vissuto storico del nostro paese, delle nostre migrazioni, al di là di un generico e nostalgico riferimento all’emigrazione italiana in Europa, in America, in Australia, evitando così comparazioni fin troppo facili che comprometterebbero le posizioni politiche di molti in tema di migrazione.

Oggetto di una vera e propria rimozione dalla memoria e dalla coscienza collettiva, l’emigrazione italiana in Africa settentrionale dal XVIII al XX secolo - da non confondere con la colonizzazione della Libia – diventa, nel lavoro di ricerca di Salvatore Speziale, occasione impareggiabile per un gioco di specchi a volte sorprendente a volte sconcertante tra passato e futuro, tra le migrazioni dall’Italia di ieri e le migrazioni verso l’Italia di oggi.
Incrociando documentazioni manoscritte assolutamente inedite, raccolte presso vari archivi storici d’Europa e d’Africa, e testimonianze orali, registrate tra le ultime generazioni di italiani che ancora oggi vivono sull’altra sponda del Mediterraneo, Salvatore Speziale intende tracciare itinerari di vita individuale densi di straordinaria carica emotiva e al tempo stesso itinerari collettivi di notevole interesse.
Centinaia di migliaia di italiani, fianco a fianco di maltesi, spagnoli, greci e francesi, si sono riversati sull’altra riva del Mediterraneo fin dall’inizio dell’Età moderna ma soprattutto a cavallo tra XIX e XX secolo, alla ricerca di un’“America” a portata di mano, un’“America” più simile al proprio territorio di appartenenza, una terra dove si sapeva di essere “benvenuti” senza problemi di fede, di razza e di lingua. Un “paradiso” o una via di fuga disperata in quel “nord” del continente africano, che sicuramente offriva chances migliori rispetto al nostro “sud” europeo e dal quale si pensava di poter andare via più facilmente.
Per fuggire la miseria cronica delle nostre terre, per evitare la persecuzione politica, per non sottostare alla minaccia mafiosa, per creare una nuova vita, un nuovo futuro, con fiducia…. decine di migliaia di contadini siciliani, di minatori sardi, di pescatori campani e pugliesi, di commercianti piemontesi… si sono riversati sull’altra sponda con mezzi più o meno di fortuna. Insieme a loro profughi politici, renitenti alla leva, avventurieri senza scrupoli, oppressi dai mafiosi e mafiosi stessi, hanno dato vita a tante piccole “Sicilie”, piccole “Calabrie”, piccole “Napoli”, oasi di italianità, ma anche luoghi di relazioni sociali strette e continue con la popolazione locale e con le altre comunità immigrate.

Un “laboratorio di integrazione” di straordinaria portata in una terra, che con inimmaginabile sofferenza in tanti saranno costretti ad abbandonare, lasciando a pochi il carico della testimonianza in loco: sono gli italiani di Tunisi, di Algeri, di Tripoli, di Alessandria, di Tangeri e di mille altri luoghi dell’Africa settentrionale che con orgoglio e nostalgia si prestano a dare voce alla loro storia.

Commenti