Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

MANGANELLI: IL CORDOGLIO DELLE ISTITUZIONI E DEL PRESIDENTE NAPOLITANO

Numerosi i messaggi di cordoglio espressi dalle Istituzioni, appena appresa la triste notizia della scomparsa del capo della Polizia Antonio Manganelli
Roma, 20/03/2013 - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è messo in contatto con il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri,
chiedendole di rappresentare prontamente alla famiglia del Prefetto i suoi sentimenti di solidarietà e all'intera amministrazione della pubblica sicurezza il suo partecipe cordoglio.

"A nome mio personale e di tutti i colleghi senatori, esprimo profondo cordoglio per la scomparsa di Antonio Manganelli, al quale mi hanno legato affetto e amicizia per tanta parte della mia vita. Attraverso la sua carriera, giunta fino al massimo grado, e il suo incessante e proficuo impegno ha saputo mostrare, con serena semplicità, il significato del senso del dovere, della responsabilità e della lealtà nei confronti degli uomini da lui diretti". Così il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha ricordato il capo della Polizia.

"Per me è scomparso oggi non solo un eccezionale servitore dello Stato, ma anche un amico e una persona con la quale ho avuto modo di collaborare più volte nel corso della mia carriera all'interno della Magistratura, sempre apprezzandone le doti non comuni di investigatore e di uomo delle Istituzioni".

"Ho appreso con profonda tristezza la notizia della scomparsa del capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, che ha dedicato la sua vita al servizio delle Istituzioni. La sua lunga carriera è stata caratterizzata da forte dedizione e coerenza, così da rappresentare un punto di riferimento per quanti erano e sono impegnati nella lotta alla criminalità. Questo attaccamento al dovere non è venuto meno neanche nel periodo della lunga e dolorosa malattia che lo ha colpito. In questo momento desidero far pervenire alla sua famiglia il cordoglio mio personale e di tutta la Camera dei deputati". Lo ha dichiarato la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini.

Il presidente del Consiglio Mario Monti ha inviato alla famiglia un commosso messaggio di condoglianze per esprimere la vicinanza sua e del Governo. Nonostante la lunga malattia, il prefetto Manganelli è sempre stato un esempio di servitore dello Stato, una guida autorevole e aperta al dialogo, anche nelle situazioni più difficili. È con dolore e riconoscenza che il Presidente ha ricordato la sua figura.

''Conoscevo Antonio Manganelli da tempo e negli anni, da lontano, avevo avuto modo di apprezzare le sue qualità di uomo e di ottimo capo della Polizia. Ma i 16 mesi che abbiamo passato gomito a gomito, sullo stesso piano del palazzo del Viminale, molto spesso con gli stessi problemi da risolvere mi consentono di dire che Antonio era molto di più e molto meglio'', ha detto il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri. ''Purtroppo questi 16 mesi fanno sì che il mio dolore sia ancora più forte e il vuoto ancora più grande. E capisco quale possa essere il senso di sgomento che la sua perdita lascia in chi gli é stato vicino per una vita - aggiunge - o in chi abbia avuto la fortuna di lavorare con lui anni e anni come i suoi collaboratori ai vertici della Polizia che voglio idealmente abbracciare. Antonio è stato prima un valente investigatore, poi un lungimirante, appassionato, generoso ed efficiente capo della Polizia. Queste sue doti hanno fatto di lui un leader ed è per questo che oggi dai suoi più stretti collaboratori fino all'ultimo agente tutti lo piangono con immenso dolore''.

''Non solo per il fiuto da poliziotto - prosegue il ministro - non solo per la capacità di dirigere l'imponente macchina alla quale tutti i cittadini italiani affidano la propria sicurezza, non solo per la solida e democratica dedizione che ha saputo mettere al servizio dello Stato. Era un numero uno soprattutto per le qualità morali che erano parte integrante di tutte le cose che ha fatto''.

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