Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

PIO LA TORRE: LA FORMAZIONE IN SICILIA HA CONTAGIATO PURE IL MIO PARTITO

29/03/2013 - Alla seduta spiritica della Rete ASASi di questa settimana, tenuta presso un istituto commerciale di Palermo, è apparso Pio La Torre, Nacque nella frazione di Altarello di Baida del comune di Palermo in una famiglia di contadini molto povera, da padre palermitano e madre lucana, figlia di un pastore.
Sin da giovane si impegnò nella lotta a favore dei braccianti, finendo anche in carcere, prima nella CGIL (come segretario regionale della Sicilia) e, infine, aderendo al Partito Comunista. Nel 1963 fu eletto per il PCI deputato all’Assemblea Regionale. Nel 1969 si trasferì a Roma per dirigere prima la direzione della Commissione agraria e poi di quella meridionale. Nel 1972 venne eletto deputato nel collegio Sicilia occidentale, e propose una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa (Legge Rognoni-La Torre) ed una norma che prevedeva la confisca dei beni ai mafiosi (scopo poi raggiunto dall’associazione Libera, che raccolse un milione di firme al fine di presentare una proposta di legge, che si concretizzò poi nella legge 109/96). Lo abbiamo intervistato:

ASASi: Onorevole, come è possibile che Centri di formazione professionale come l’ECAP, collegati alla CGIL, abbiano incassato somme destinate ai lavoratori, senza però pagare il personale?

Pio La Torre: Guardi, ormai ho capito che la corruzione in Sicilia, ha anche messo radici in settori della CGIL e del mio partito. Mi meraviglia però che l’assessore regionale Scilabra voglia destinare 452 milioni di euro, accantonati nel cosiddetto “Piano giovani”, che gestisce il Ministro Barca, a questi centri di formazione professionali privati. Perché questi soldi non si danno alle scuole superiori statali per organizzare l’apprendistato con le aziende che stanno sul mercato?

ASASi: Onorevole, nel 1981 decise di tornare in Sicilia per assumere la carica di segretario regionale del partito. Svolse la sua maggiore battaglia contro la costruzione della base missilistica Nato a Comiso che, secondo lei, rappresentava una minaccia per la pace nel Mediterraneo e per la stessa Sicilia; per questo raccolse un milione di firme in calce ad una petizione al Governo. È per questo che fu ucciso?

Pio La Torre: Alle 9:20 del 30 aprile 1982, con una Fiat 131 guidata da Rosario Di Salvo, stavo raggiungendo la sede del partito. Quando la macchina si trovò in una strada stretta, una moto di grossa cilindrata obbligò Di Salvo, che guidava, ad uno stop, immediatamente seguito da raffiche di proiettili. Da un’auto scesero altri killer a completare il duplice omicidio. Morii all’istante, mentre Di Salvo ebbe il tempo per estrarre una pistola e sparare alcuni colpi, prima di soccombere. Fu la mafia a uccidermi. Puntava sugli appalti di movimento terra che gli americano avrebbero dovuto assegnarle per Comiso e non voleva perdere questo affare. Cosa Nostra considerava questo omicidio un favore fatto agli americani e alla Democrazia Cristiana. Al mio funerale presero parte centomila persone tra cui Enrico Berlinguer, il quale fece un gran bel discorso. Poco dopo l’omicidio fu rivendicato dai Gruppi proletari organizzati e fu messo in piedi un depistaggio più sofisticato che attribuiva il delitto a personaggi interni al PCI. Furono Buscetta e Gaspare Mutole a chiarire che invece era stata Cosa Nostra in collegamento coi servizi segreti.

ASASi: Fu lei a conoscere i risvolti più segreti dell’attività del generale Dalla Chiesa; a comprendere il peso della P2; a intuire la posta in gioco con l’installazione della base missilistica Usa a Comiso; a intravedere, con nove anni di anticipo, il peso di strutture come Gladio. Raccoglie e riceve documenti riservati, appunta tutto su una grande agenda: di questo non si troverà nulla, fu trafugata come l’agenda di Borsellino e quella di Dalla Chiesa. Cosa pensa del Giudice Grasso come presidente del Senato?

Pio La Torre: È stata un’ottima scelta. Grasso ha scritto la sentenza del maxiprocesso, la prima sentenza di condanna per la mafia. Un processo senza ombre nonostante i pubblici ministeri fossero Ajala (superficiale) e Signorino (ricattato dalla mafia) e il presidente Giordano fosse un ottimo giudice, ma che nella sua vita si era occupato solo di civile.

ASASi: Onorevole, ha visto che in Sicilia il prossimo anno saranno licenziati altri 568 professori?

Pio La Torre: La Regione investe 286 milioni di euro nella formazione fasulla privata, progetta di investirne altri 452 in questo inutile pozzo senza fondo, e riserva alle 1000 scuole statali solo 32 milioni di euro. L’assessore Scilabra sembra non capire questa realtà. La scuola pubblica meridionale muore, nonostante punte di eccellenza e la presenza di notevoli risorse umane. Anche il Ministro sembra non capire nulla. Continua con tagli forsennati e poi concede al personale di assentarsi dal lavoro per seguire corsi di improbabile qualificazione coi permessi per il diritto allo studio. A livello regionale si concedono ai sindacati privilegi inauditi in contrasto con norme di legge e sentenze del TAR Lazio. Pensi che solo in Sicilia, esonerare il personale per fargli prendere una seconda laurea, vuol dire concedere 2.300 permessi retribuiti di 150 ore, con una spesa di 17 milioni di euro per ore eccedenti di supplenze. Vi consiglio di scrivere alla Corte dei Conti, anche perché la contrattazione integrativa regionale viola i limiti imposti dalla legge e dal TAR del Lazio.

ASASi: Onorevole, nel 1976, la sua relazione di minoranza alla commissione parlamentare Antimafia passerà alla storia come il primo atto di accusa contro la Dc di Lima, Gioia, Ciancimino e la mafia finanziaria. Nel 1980, in Parlamento non teme di spiegare l’omicidio Mattarella con il caso Sindona e con la riscoperta di una vocazione americana della mafia siciliana. Come giudica l’impegno antimafia delle scuole siciliane?

Pio La Torre: i professori e i maestri hanno costituito un esercito che ha sostenuto la lotta di quella parte della politica, della magistratura e delle forze dell’ordine che ha contrastato la criminalità mafiosa. È grazie a loro se ancora vivete in spirito di libertà, con una stampa libera e con possibilità di dissentire.

Roberto Tripodi
Presidente regionale ASASi

Commenti

  1. Ma perchè pubblicate queste fasullita?
    Ma non vi vergognate?
    Verità da sedute spiritiche? Ma finitela di dire stupidaggini. Sono solo imbeccate vostre e non da spiriti.

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  2. E' proprio di cattivo gusto

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  3. Ma che cretinata, e che bestialità, ma a Palermo non avete altro che fare? Pure la seduta spiritica fate. Ma smetttela e parlate di cose serie.

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