Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

USCIRE DALLA CRISI È POSSIBILE, IL 6° APPROFONDIMENTO

Messina, 21/03/2013 - Nel sistema economico del nostro paese c'è una esagerata evasione fiscale, ed è ben individuabile, ciò è riconducibile alle grandi imprese, grandi società di consulenza, grandi società di revisione, Law Firm (quelle che superano € 5.000.000,00 di giro di affari che
strumentalmente hanno rapporti con l'estero), che hanno in mano la gran parte degli scambi economici in tutti i settori dell'economia e della consulenza nel nostro Paese. Paradossalmente sono quelle che risultano, dal punto di vista contabile amministrativo le più corrette, impeccabili e con i bilanci certificati da grandi Società di Revisione internazionali. A conferma di ciò vi sono i costanti controlli fiscali che non producono mai risultati di rilievo.

Ma purtroppo questi grandi gruppi non producono mai o quasi mai reddito da sottoporre a tassazione(*) (IRES per la societa, IRPEF per le persone fisiche), mirano sempre al pareggio di bilancio o con pochissimo utile, malgrado detengono la gran parte della economia sotto il loro dominio, (circa l'80% i settori interessati sono: luce, gas, carburanti, telefonia, autostrade, assicurazioni, banche, industria pesante, grande distribuzione, ecc. ecc.).

Quale sarà il mistero di ciò? Nessun mistero, è sotto gli occhi di tutti qual'ora si volesse vedere, purtroppo non si vuole vedere, perchè chi fa le norme in questo paese, obbedisce alla logica dei padroni del Feudo Italia. (*)
Esempio, tornando ai soggetti che superono € 5.000.000,00 di giro d'affari, basterebbe applicare gli Studi di Settore anche a loro, mettendo tutte le imprese a competere sullo stesso piano. Il non avere applicato gli Studi di Settore a tutti i soggetti, ha fattosì che si distruggessero le piccole imprese, di conseguenza la distruzione del sistema produttivo italiano.(*)

Ripeto un esempio usato in diverse occasioni, 100 produttori di un certo prodotto, alimentare , siderurgico, edilizio, consulenza, di piccolo credito e assicurativo ecc, ecc., con volume d'affari mediamente di € 300.000,00 ciascuno, e comunque inferiore a € 5.000.000,00 quindi soggetti agli Studi di Settore che devono obbligatoriamente produrre reddito (almenochè non abbiano subito una catastofe incendio/alluvione/terremoto). Un'altra impresa con € 30.000.000,00 di giro di affari (o comunque sopra € 5.000.001,00, quindi non soggetta agli Studi di Settore) si può permettere di andare in pareggio di bilancio (*)o con pochi euro di utile, senza pagare alcunchè di IRES, risultando inattaccabile fiscalmente.

Quel che è peggio con questo modo di agire hanno fatto fallire tutte le aziende sottoposte agli Studi di Settore loro concorrenti che pagavano le tasse nel nostro Paese. (*)
L'esempio vale per tutti settori merceologici e professionali.
(* *) In questa fase si evita di elencare chi sono i principali responsabili (*), ovvero le categorie che si dovevano mettere per t r a v e r s o ed impedire l'applicazione degli studi di settore solo ad una parte dell'economia, permettendo la distruzione del sistema produttivo del paese.
Per riattivare il sistema produttivo:

1)(*) Le banche devono ritornare a fare solo le banche (reinserimento Glass-Steagall Act) non...(* separare le attività bancarie tradizionali dalle attività finaziarie), evitando lo sfascio dei derivati o subprime.

2)(*) Non prendersela con gli stati canaglia, ma ridurre la tassazione a livello sopportabile in Italia, perchè, se no gioco forza, tutti quelli che possono cercano come evadere tramite i paradisi fiscali, e nello specifico riescono a farlo solo i gandi gruppi (tramite … (*) ...gli abilitati specialisti delle transazioni internazionali “vedi cronache recenti alcuni personaggi noti (*)inquisiti per reato specifico”). I piccoli non potendo competere sono costretti ad essere fuori mercato, ma il paradosso del nostro Paese sta nel fatto che i piccoli malgrado non riscono a stare a galla, sono comunque costretti finchè sono in vita a produrre reddito con l'imposizione degli studi di settore in pratica sono tassati non sul reddito prodotto ma sulla presunta capacità di produrre reddito. Questo è quello che è capitato negli ultimi 25 anni, con le norme dettate dai “padroni del feudo Italia”, distruggendo l'ossatura del sitema economico del Paese. Vedi quante imprese sono chiuse per cause naturali e quante hanno dovuto subire l'onta del fallimento, nel tentativo di resistere (ahahah. già, questo ha prodotto contenzioso per i Tribunali in tanti dicono che anche questo e indotto (volano), chi scrive ritiene che è solo marciume).

3)Sempre nell'immediatezza adrebbero applicate delle terapie d'urto, agendo su questi pochi ed elementari provvedimenti:

a- IMPOSTA MARGINALE REGRESSIVA oltre la quale alle grandi Società non conviene farsi tassare nei paradisi fiscali, la tassazione opportuna sarebbe, l'aliquota che pagano nei paradisi fiscali (solitamente non supera il 7%), oltre al costo della transazione che i grandi gruppi bancari applicano a queste operazioni GRIGE (ovviamente di ufficiale non c'è nulla ma solo delle approssimazioni, in qualche gruppo attualmente in disgrazia, nel buttarsi fango addosso gli è sfuggito 5%).
b-Altro effetto positivo ed immediato si avrebbe sulla bilacia dei pagamenti. In pratica, tutte le operazioni di acquisto (beni o servizi) fittizie che fanno con l'estero per dimostrare dei costi per ridurre il reddito e portare i bilanci in pareggio o con qualche spicciolo di utile “fittizie sono le operazioni, ma il flusso di denaro che esce dal paese è reale”, l'effetto sulla bilancia dei pagamenti del paese è devastante doppiamente (*) (*)?.

(*). Questo punto 3, lettera a, è da applicare solo temporaneamente, in attesa che si decida per gli - STUDI di SETTORE per tutti o per nessuno-.

SEGUE APPROFONDIMENTO PUNTO TRE

premessa:
Tenuto conto che il debito pubblico è causato principalmente dalla corruzione nella P.A., ed i sintomi concreti di ciò si vedono sotto forma di ricchezza accumulata senza giustificazione reddituale. Per recuperare il maltolto ai cittadini onesti e sgravarli dal peso del debito pubblico,
bisogna fare sempre nell'immediatezza (senza creare giustizialismi o vendette varie, tipiche nei cambi dei sistemi politici, gli esempi non mancano di certo, anche recenti) per recuperare gettito, andrebbero applicate le norme che attualmente sono in vigore per tutti i cittadini, ovvero un controllo fiscale mirato a tutti quelli (parenti e affini ed amici compresi)che hanno avuto contatti con la P.A. od Enti che operano per essa, sia con rapporti di dipendenza che con rapporti professionali o politici a tutti il livelli (per fare questo non occorre alcuna legge nuova in quanto lo Stato tramite l'Agenzia delle Entrate ha già tutto schedato). Per questi auspicati controlli fiscali, l'unica eccezione di differenza con i comuni cittadini sarebbe solo quella che, ansichè limitarsi agli ultimi cinque anni, spostare l'indagine fiscale sugli ultimi dieci anni, e comunque garantendo loro tutte le garanzie di legge.
Specificatamente: tramite l'istituto del contraddittorio con l'Agenzia delle Entrate, l'istituto della
presunzione semplice, l'istituto della presunzione legale, con ammessa prova del contrario, esattamente come un qualunque cittadino, impresa o lavoratore autonomo.

Tutti i patrimoni che eccedono una certa misura, (vedi esempio sotto) che non sono compatibili con il reddito degli ultimi dieci anni vanno restituiti. Comunque, si dà loro la possibilità di scegliere per tale eccedenza patrimoniale ingiustificata, o la restituiscono allo Stato nello stato in cui si trova, oppure la possono tenere con l'obbligo di restituire allo Stato il suo valore equivalente, previa fideiussione bancaria o con qualunque forma possibile, purchè ne garantiscano la restituzione.
Esempio per quantificare la restituzione, una qualunque “persona” di cui sopra che ha avuto contatti con la P.A., (o con Enti ad essa collegati o da essa incaricati), impiegato, rapporto professionale, politico o quant'altro con un reddito mensile di
€ 10.000 per dieci anni 12x10= 120 mesi x €10.000 = € 1.200.000,00 (totale percepito dal rapporto), (esempio da adattare ad ogni caso concreto).

Valutazione del quanto restituire: dovendo essere il più realisti possibile, e ci può stare anche che i soggetti del nostro esempio siano stati parsimoniosi nello spendere il denaro percepito, quindi bravi risparniatori. Ammettiamo che siano riusciti a risparmiare almeno il 50% del denaro percepito negli ultimi 10 anni, quindi è verosimile che se possiedono un patrimonio complessivo di € 600.000,00 è assolutamente compatibile con quanto ufficialmente hanno percepito(€ 1.200.000,00), ma per essere assolutamente prudenti meglio concedere un ulteriore 25%, così operando arriviamo ad un patrimonio legalizzabile di € 900.000,00.
Prolungando l'esempio, andiamo a verificare le quantità di incarichi milionari, dati ai soliti personaggi (*) che si autoliquidano (in molti casi) il compenso, a scapito degli Enti; anche questi vanno trattati come sopra, ovvero applicando le relative tariffe professionali e conteggiando solo gli incarichi compatibili con quanto realmente la persona fisica sia in grado di poter affrontare, a meno che non siano in grado di poter dimostrare di essere contemporaneamente in diversi Enti a lavorare. Quindi anche codesti casi vanno riportati ad una misura che sia compatibile con la natura umana
(* * *).
Tutto quello che eccede tale percentuale di ricchezza compatibile leggittimamante con il reddito prodotto, deve essere restituito allo Stato, con le forme di cui sopra (ovviamente previo l'istituto del contraddittorio), si ripete non occorrono nuove leggi basta attuare quelli esistenti, controllo fiscale per gli ultimi 10 anni,(è fintroppo evidente che l'accumulo di incarichi è frutto di corruzione) (*)(*).
se ci sono richieste seguirà aggiornamento del punto 3.

4)(*) L'autore del presente sunto non ha certo la pretesa di essere il depositario di tutte le soluzioni, ma qualche riflessione certamente la fa, non sempre si può concordare sul fatto che le tasse prelevate dal fisco abbiano lo stesso effetto sul sistema del Paese.

Forse qualche esempio ci aiuta a capire meglio: consideriamo le tasse che si pagano sulle pensioni, che differenza c'è tra € 10.000,00 meno il prelievo fiscale che al netto diventano € 8.000,00 quando si potrebbe direttamente ridurre la pensione ad € 8.000,00?.
Lo stesso esempio vale per i dipendenti della Pubblica Amministrazione e via dicendo. Questo esempio serve per farci capire che il gettito fiscale va prelevato sul reddito prodotto, le tasse vanno pagate veramente ma sul reddito prodotto nuovo, ovvero quello che producono le imprese, lavoratori autonomi ecc.ecc.. Il contrario non vale, perchè il reddito prodotto dai pensionati o quello del pubblico impiego sono solo partite di giro, le relative tasse che gli vengono trattenute hanno un peso ininfluente, appunto partite di giro, “lo Stato dà e lo Stato prende”, cosa è rimasto? che differenza c'è in cassa?.
Quindi, le tasse vanno prelevate sul reale reddito (ricchezza) nuovo prodotto dalle imprese e dai lavoratori autonomi in genere, mettendoli tutti sullo stesso piano a competere senza strozzare i piccoli (con gli studi di settore) ( * * ) e lasciando i grandi liberi di tenere l'85% dell'economia nelle loro mani senza produrre gettito per il Paese.


Chi vuole, può chiedere gli approfondimenti
e-mail caizzonedrfrancesco@libero.it

Commenti