Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

ELEZIONI 2013: ITALIA TRIPOLARE, VERSO LA FONDAZIONE DEL PARTITO CONSERVATORE DI GOVERNO

L’Aquila, 08/04/2013 - Italia momentaneamente tripolare dalle Elezioni Politiche AD 2013, analisi scientifica del voto degli Italiani, verso la fondazione del Partito Conservatore di governo. Vince chi governa. Tertium non datur.
La partita è più che mai nelle mani del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Il “rinascimento” di Beppe Grillo conquista un terzo dei Comuni italiani. Altro che crescente disaffezione nei confronti della politica! Il Movimento 5 Stelle dimostra di essere altamente competitivo, grazie al 25 per cento degli Italiani in Rete, risultando appetibile in termini elettorali per molti elettori, soprattutto i più giovani, e quelli che votano per la prima volta, che nel 2008 avevano premiato il Centrodestra o il Centrosinistra. Il Movimento 5 Stelle ha avuto un autentico exploit in quasi tutte le regioni italiane. È il primo avversario del PD nei comuni italiani. Ma per governare bisogna fondare in Parlamento il nuovo Partito Conservatore: ora saggi e meno saggi riflettano per il bene dell’Italia e degli Italiani. Qualcuno riconosca di aver fallito politicamente negli ultimi venti anni. L’Italia merita di essere governata non “a termine” bensì da un vero, forte, autorevole e credibile Governo di legislatura, conservatore, innovatore, repubblicano. Il Voto del Giudizio è arrivato, puntuale, segnando la fine della vecchia politica politicante del tirare a campare sulla pelle degli Italiani. L’estinzione dei “dinosauri”, delle province, delle regioni e dei vecchi equilibri territoriali. Non è da escludere la straordinaria eventualità che il nuovo Presidente della Repubblica risolva il rebus sciogliendo il solo Senato della Repubblica, cioè una delle due Camere, rimandando gli Italiani a votare solo per quella. Mai dire mai.

(di Nicola Facciolini)

“La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzia dell’antichità”(Marco Tullio Cicerone). Vince chi governa. Tertium non datur. In Italia e nell’Universo Mondo. I numeri sono l’anima della Democrazia, non necessariamente dei “mostri” passati e futuri della Storia. Spiriti, fantasmi, tradimenti, ingiustizie, rumori sospetti? È la “casa” stregata dagli Italiani quella post psico-elettorale A.D. 2013, degna dell’Urlo di Munch. È la fotografia del Belpaese delle meraviglie politiche dove tutto è elettoralmente possibile. Anche mandare a casa chi negli ultimi 20 anni ha fatto del male ai propri cittadini, violentandoli psicologicamente, moralmente, economicamente. Si vergognino, si inginocchino e chiedano scusa! Quanti suicidi lavoratori, imprenditori e disoccupati avremmo potuto evitare prima e durante la crisi economica? Per edificare una nuova architettura costituzionale nazionale, non necessariamente infestata da spiriti sospetti, serve il coraggio dei giovani parlamentari in difesa della Libertà e della Democrazia. Altro che Circo Italia! Alla luce dei fatti, PD e PdL pare abbiano perso ogni credibilità internazionale razionale, tra i mercati e la gente. Allora, si riconosca agli Italiani quel che è degli Italiani (Art. 1 Costituzione). Lavoro, Impresa, Famiglia. A Beppe Grillo quel che è di Beppe Grillo. Comprese le cariche istituzionali di garanzia. Ma basta, per favore, con i racconti del fienile! La melina del rifiuto dei 42 milioni di euro di rimborsi per le elezioni politiche del 24-25 Febbraio 2013 cos’altro rappresenta? Chi li ha sempre rifiutati perché non può nemmeno averli dato che, oltre a non avere una sede fisica partitica, non dispone di un Atto costitutivo e di uno Statuto pubblico che preveda la gestione democratica interna (cfr. Legge n. 96/2012, art. 5 comma 1) dove vuole arrivare?

Per candidarsi bastano liste, firme e simbolo. Per i rimborsi occorre altro che chi li rifiuta finora non ha mai avuto. Forconi e palate di letame infestano gli incubi più cupi degli Italiani. Pare ragionevole pensare che il tradimento politico degli Italiani, delle partite Iva, dei lavoratori, dei disoccupati, degli scienziati, si paghi a caro prezzo nel Belpaese. Vale per tutti. Nessuno escluso. Per i vincitori e per i vinti. Fa specie a dirlo ma evidentemente oggi “mandare a quel paese” gli avversari con le varie declinazioni volgari dei “V…Day”, delle piazze stracolme di furore e nelle urne piene di rabbia sociale, culturale, economica e finanche esistenziale, la più grave dal 1929, può valere un megatsunami di consensi politico-elettorali sempre in aumento. E che voti! Il Movimento 5 Stelle cresce ancora, dopo il primo turno elettorale. Molti sono pronti a salire sul “carroccio” del vincitore. Chi vi parla osserva la situazione dal 2006, inascoltato, analizzando il blog-bibbia del “guru” Giuseppe Piero Grillo (www.beppegrillo.it/) l’ex comico interstellare, l’intergalattico Beppe, forse un po’ ET, un alieno per i politicanti parassiti salottieri non più avvezzi alle tribune elettorali in piazza.

Ora, naturalmente, c’è chi vuole la verità sugli Extraterrestri veri che, a quanto pare, vivono da secoli tra di noi, sul nostro mondo azzurro. La verità sugli Ultraterrestri, sulla fusione fredda, sui brevetti spaziali della Fiat ancora nei cassetti, sulle automobili, sui dischi volanti e sui treni a levitazione naturale, sulle stragi e sugli omicidi di stato e d’impresa impuniti in Italia e nel mondo. Una cosa è certa. Abbiamo avuto prima, grazie a Dio, il nuovo pasquale Sommo Pontefice di Santa Romana Apostolica Chiesa, Papa Bergoglio, maestro di umiltà, eletto il 13 Marzo 2013. La scelta di Papa Francesco, il primo Vescovo di Roma gesuita argentino, è frutto dell’azione dello Spirito Santo sui Padri Cardinali, grazie anche alle ottime Istituzioni bimillenarie della Chiesa Cattolica Apostolica. Del nuovo Governo italiano, neppure l’ombra. Del vecchio dimissionario esecutivo Monti, all’estero e in Italia, se ne sentono di tutti i colori. Riusciranno le consultazioni dei dieci “saggi” e quelle per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica (dal 15 Aprile 2013), necessariamente decontaminate dall’inquinamento radiologico della mediocrità, a sortire qualche effetto positivo sperato? Lo straordinario successo di Grillo e il tracollo elettorale di PdL e “Pd-meno-elle” modificano profondamente il paesaggio partitico italiano. Dalle Politiche del 2008 era emerso un sistema a bipolarismo limitato con la presenza di due grandi partiti, PdL e Pd, che insieme raccoglievano più del 70 per cento dei voti.

Era una grande novità rispetto agli anni più recenti, caratterizzati da un bipolarismo frammentato con molti piccoli partiti in grado di esercitare un notevole potere di ricatto sulle due coalizioni principali. Ma ad un Partito autenticamente Democratico non si mai giustapposto un Partito autenticamente Conservatore in senso Europeo, Britannico, Americano, in grado di garantire nel XXI Secolo la governalibilità e la rappresentatività degli Italiani. Colpevoli sono i partiti che negli ultimi 20 anni hanno creato sempre leggi elettorali liberticide in totale disprezzo della volontà dei cittadini elettori. Anche rispetto agli anni della Prima Repubblica, in cui la dinamica competitiva fra i due grandi blocchi storici, Dc e Pci, era inserita in un quadro di forte polarizzazione ideologica e in un contesto internazionale che impediva l’alternanza. Con le elezioni di Domenica 24 e Lunedì 25 Febbraio 2013 il sistema partitico italiano ha cambiato pelle per l’ennesima volta apparentemente senza soluzione di continuità. Un partito-movimento alla sua prima prova elettorale, il M5S, ha ottenuto il 25,6 per cento dei voti. Un fatto che non rappresenta un unicum nell’intera storia dell’Europa occidentale ed orientale, nei regimi democratici e non. Anche il clamoroso precedente di Forza Italia del 1994 (21 per cento) è stato superato dal M5S. Certamente non era mai accaduto nell’Italia Repubblicana che tre soli partiti totalizzassero più del 20 per cento dei voti, trasformando cosi il bipolarismo colpevolmente incompiuto della Seconda Repubblica in un “tripolarismo anarchico” dell’ingovernabilità, che richiederà il “secondo turno” elettorale.

Nelle Democrazie compiute il bipolarismo evolve in bipartitismo presidenziale e parlamentare. In Italia si assiste invece a un vero e proprio tracollo, in un circolo vizioso di veti e magistrali insensatezze. Il totale dei voti raccolti dalle due coalizioni maggiori è cresciuto per tutta la Seconda Repubblica, raggiungendo l’apice nel 2006 (99,1 per cento), un’elezione caratterizzata da una competizione perfettamente bipolare. Poi nelle Politiche del 2008 il bipolarismo ha iniziato a perdere terreno (84,4 per cento) rimanendo comunque sui livelli degli anni 1994-2001. Nelle Politiche del Febbraio 2013 subisce un crollo di quasi 26 punti. Appena il 58,7 per cento dei voti si indirizza verso una delle due opzioni principali, mentre oltre il 40 per cento degli elettori sembra “tradire” la dinamica bipolare. Per quanto concerne i seggi le oscillazioni sono più contenute per via della non proporzionalità insita nel meccanismo di trasformazione dei voti in seggi che favorisce le opzioni politiche più grandi.

Ma il trend è il medesimo: oggi un quarto della Camera dei deputati è occupato da forze che rappresentano terzi e quarti poli. Tre partiti sopra il 20 per cento determinano, sulla base dei vecchi schemi, il drastico abbassamento dell’Indice di bipartitismo, che calcola la percentuale dei voti (o dei seggi) raccolti dalle due liste maggiori. Oggi l’Indice scende al 51 per cento dal 70,6 per cento del 2008 che rappresentava il livello massimo dal 1979. Una quota ben superiore a quella registrata negli anni della Seconda Repubblica ma tuttavia ben lontana rispetto a quella delle grandi Democrazie occidentali. Oggi quasi un elettore italiano su due non vota per uno dei due maggiori partiti. Se si allarga lo sguardo oltre le tre maggiori forze politiche, le Politiche del Febbraio 2013 si caratterizzano per la ricomparsa dei piccoli partiti. Sono ben 10 le liste che superano l’1 per cento. Lo stesso numero di quelle che entrano in Parlamento. Tuttavia i due numeri non coincidono: Rivoluzione Civile (2,2 per cento) e Fare per fermare il Declino (1,1 per cento) non entrano in Parlamento, mentre il Centro democratico di Tabacci e i Sudtirolesi della SVP ottengono seggi rispettivamente con lo 0,5 e lo 0,4 per cento dei voti. Sono numeri che segnano un’inversione di tendenza rispetto al 2008, quando i partiti sopra l’1 per cento dei voti erano nove e le liste in Parlamento soltanto sei.

Le scelte politiche dei leader avevano determinato una drastica riduzione della frammentazione cinque anni fa, mentre oggi scelte di segno diverso, in presenza dello stesso sistema elettorale del “Porcellum”, in mancanza di veri Leader, provocano un nuovo aumento del numero dei partiti. Il numero effettivo di liste elettorali ci consegna una misura sintetica del numero di partiti presenti nell’arena elettorale (voti) e in quella parlamentare (seggi). È un indicatore efficace per contare i partiti tenendo conto della rispettiva forza elettorale. Ad esempio, in caso di sistema perfettamente bipartitico, con due liste che ottengono entrambe il 50 per cento dei voti, l’Indice fa 2. Il numero di liste elettorali nel 2013 è salito a 5,3 dal 3,8 del 2008, avvicinandosi ai livelli del 2006 (5,7). Per quanto concerne il numero effettivo di partiti parlamentari, esso rimane più contenuto (3,5) anche se comunque in lieve aumento rispetto al 2008. Questa differenza tra la frammentazione nell’arena elettorale e quella nell’arena parlamentare è dovuta essenzialmente alle complesse e talvolta contraddittorie dinamiche del sistema elettorale italiano, assai restrittivo per i partiti non coalizzati (4 per cento di sbarramento alla Camera) ma assolutamente permissivo per le liste coalizzate (2 per cento, con addirittura la clausola di salvataggio del miglior perdente sotto soglia). Ed infatti lo stesso sistema elettorale che permette a dieci partiti di entrare in Parlamento fa sì che nel meccanismo di traduzione dei voti in seggi si realizzi la più alta non proporzionalità della storia repubblicana.

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