Centri antiviolenza, Case rifugio: in Sicilia e nelle Isole l'88,6% hanno un ente promotore privato

L’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità rendono disponibile, tramite uno specifico sistema  informativo, un quadro integrato e tempestivamente aggiornato di informazioni ufficiali sulla  violenza contro le donne in Italia 2 . L’obiettivo è fornire dati e indicatori statistici di qualità che  offrano una visione di insieme su questo fenomeno attraverso l’integrazione di dati provenienti da  varie fonti (Istat, DPO, Ministeri, Regioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centri antiviolenza,  Case rifugio e altri servizi come il numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking. 14/04/2025 -  Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla violenza di genere.  Sono 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.  Sono 4.157 i minori ospiti de...

CECILE KYENGE A " IN 1/2 ORA" OSPITE DI LUCIA ANNUNZIATA

04/05/2013 - Cécile Kyenge Kashetu, ministro per l'Integrazione, è l'ospite domenica 5 maggio di "In ½ h", la trasmissione di Lucia Annunziata in onda in diretta alle ore 14.30 su Rai3.
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Catania, 03/05/2013 – Il 1 maggio scorso, a poche ore dalla sua nomina a Ministro dell'Integrazione nel governo Letta, Cecile Kyenge è stata ‘invitata’ dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ad andare a Vicenza per rendere visita alla giovane austriaca vittima di uno stupro ad opera di due ghanesi. Quindi la ministra e medico Kyenge è stata presa di mira dall'eurodeputato leghista Mario Borghezio per le sue origini congolesi, che la renderebbero inadatta a svolgere il ruolo assegnatole nel governo Letta, arrivando a parlare di "governo del bonga bonga”.

“Gli insulti sarebbero motivati dal fatto che il ministro Cecile Kyenge dovrebbe sentirsi responsabile dello stupro della giovane austriaca da parte di persone extracomunitarie?” Il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, per voce del presidente prof. Salvo Musumeci -, “nell’esprimere sincera solidarietà alla giovane vittima della violenza, condanna duramente simile forme di razzismo nei confronti del ministro Kyenge.”

“Oggi l’altra mazzata, – afferma il prof. Musumeci – Ilaria Leone, la ragazza 19enne trovata priva di vita ieri a Castagneto Carducci, in aperta campagna, sarebbe stata strangolata da un giovane senegalese, fermato stamattina per l'omicidio. Anche per questo nuovo esito della bestialità umana sarà tirata in ballo la nuova ministra dell’Integrazione, perché di colore? Vogliamo augurarci che ciò non accada nuovamente, perché sarebbe un modo bieco e volgare di alimentare razzismo e xenofobia, con sciocche e inopportune associazioni di idee.”

“Integrazione e legalità – prosegue il presidente del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, prof. Musumeci – sono un binomio che niente ha a che fare con la razza. Il Veneto – del resto – è la prima Regione d'Italia per immigrazione legale. E allora perché Zaia e Borghezio tirerebbero in ballo il ministro Kienge?”

“Il rispetto della donna è una questione che oggi come ieri richiede sforzi costanti e sostanziali. La stessa presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, denuncia proprio oggi campagne d'odio, mentre le donne continuano a morire per mano di uomini.”

Messaggi on line di morte, di sodomia, di stupro e perfino di tortura, spesso corredati da immagini e fotomontaggi: una donna violentata da un uomo di colore, il viso della Boldrini sul corpo di una donna sgozzata. Minacce a sfondo sessuale con promesse di morte.

“Ma significherebbe moltiplicare l’indignazione e la condanna per simili gesti, mettendoci dentro riferimenti razziali che non fanno onore all’intelligenza di questo nostro Paese.”

“Il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, che mi onoro di presiedere, – conclude il prof. Salvo Musumeci – condanna duramente queste forme di razzismo che esulano dalla distinzione delle persone e dei fatti e sfociano nella tracotanza violenta”.

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