Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

GIOVANNI FALCONE CON MASSIMO DAPPORTO SU RAI1, PIETRO GRASSO FA LEZIONI DI MAFIA

Roma, 21/05/2013 - Alla straordinaria figura di Giovanni Falcone, interpretato da Massimo Dapporto, è dedicato il film diretto dai registi Andrea e Antonio Frazzi, una coproduzione Rai Fiction Palomar, in onda mercoledì 22 maggio alle 21.10.
Nato a Palermo, attento studioso della struttura razionale e implacabile della mafia e consapevole di come i suoi tentacoli fossero ramificati nella società siciliana, Falcone ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro la criminalità organizzata. Un impegno continuo, giorno per giorno, senza risparmio di sé e del proprio privato. Un impegno portato avanti anche insieme ad altri colleghi, come Borsellino, Ayala e Di Lello, che facevano parte del gruppo detto “il pool antimafia”.

Per non dimenticare mai: la Rai per la legalità. Rai Educational diretta da Silvia Calandrelli, presenta lo speciale Lezioni di Mafia II, a cura di Alessandro Chiappetta con la regia di Graziano Conversano, in onda giovedì 23 maggio alle 21.30 su Rai Scuola – ch. 146 del Digitale terrestre e satellite - e alle 24.00 su Rai Storia – ch. 54 del Digitale terrestre e TivùSat.

Lezioni di mafia II, il nuovo ciclo di Rai Educational, in collaborazione con il Miur, sulla legalità e la lotta alle mafie che coinvolge centinaia di ragazzi delle scuole di tutta Italia. Un progetto nato lo scorso anno con 12 lezioni di mafia tenute dall’ex Procuratore antimafia Pietro Grasso.
Nella prima puntata di “Lezioni di Mafia II” sarà proprio il Presidente del Senato Pietro Grasso ad incontrare gli studenti delle scuole romane per rispondere alle loro domande. La serie proseguirà con altri protagonisti, così come annuncia lo stesso Presidente Grasso:

“Rai Educational proporrà nuovi appuntamenti con protagonisti della lotta antimafia che si battono per la legalità; altri ragazzi incontreranno sacerdoti, magistrati, politici, giornalisti, testimoni impegnati contro la criminalità. Saranno dialoghi per conoscere più a fondo il fenomeno mafioso e cercare tutti insieme di capire cosa si può fare per combatterlo”.
Don Luigi Ciotti, Fondatore del Gruppo Abele e dell’Associazione Libera, sarà protagonista, a Settembre, del prossimo appuntamento di Lezioni di Mafia II, la cui intera serie continuerà in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico 2013/2014.

“Ciascuno di voi deve fare la sua parte – dice Pietro Grasso ai ragazzi riuniti nell’aula di Palazzo Madama -; ora siete studenti e la vostra parte è quella di impegnarvi negli studi per conoscere la realtà e questo vi aiuterà a comprendere tutto ciò che si può fare, perché la solidarietà, l’unità, la creazione di una rete virtuale tra i giovani di tutta Italia è la cosa più importante che si possa realizzare”. Sono quarantatré gli anni di carriera, quella di magistrato sommata all’esperienza di Procuratore Nazionale Antimafia, che Pietro Grasso ripercorre insieme ai ragazzi. Una carriera che, con le loro domande, i ragazzi vogliono conoscere fin nelle emozioni e nei ricordi più personali.

Come il ricordo che Grasso dedica a Falcone e Borsellino: “Due maestri – dice– che mi hanno preso per mano facendomi capire cosa è la mafia e quindi come combatterla. Falcone – aggiunge - mi ha insegnato in particolare a essere preciso e puntiglioso in qualsiasi indagine, Borsellino ad organizzare il lavoro; maestri e “fratelli con i quali abbiamo iniziato un percorso” sottolinea ancora Grasso che ricorda ai ragazzi come l’accendino donatogli da Giovanni Falcone prima di essere ucciso nelle strage di Capaci “è un conforto che mi dà forza e coraggio nei momenti di difficoltà”. Come quella di una vita da trascorrere sotto scorta.
“Per un magistrato siciliano è una cosa del tutto normale ma ciò che è peggio è il rischio che corrono i tuoi familiari e tu devi mettere nel conto il coraggio, anche per affrontare questa situazione, perché non possono essere coinvolti degli innocenti”.

Poi racconta di quando una volta, all’inizio della sua carriera di magistrato in Sicilia tentò di eludere la scorta recandosi sotto Natale in motocicletta insieme alla moglie a fare alcuni acquisti: “Quando tornai a casa mi ritrovai circondato dai Carabinieri che mi avevano cercato e non trovandomi temettero che fosse successo qualcosa. Mi sequestrarono la motocicletta e mi dissero di non fare mai più una cosa del genere, loro dovevano proteggermi e io non potevo girare da solo. Ai ragazzi delle scorte – conclude Grasso nel raccontare la vicenda – vanno i miei ringraziamenti perché corrono il nostro medesimo pericolo e rischiano come noi la propria vita”.
Le domande degli studenti entrano poi nei fatti più salienti che hanno caratterizzato l’ultimo trentennio di lotta alla mafia, primo fra tutti il maxiprocesso di Palermo del 1986.

“E’ stato un processo importante perché ha fermato l’esistenza di un’organizzazione criminale che fino ad allora non era stata considerata tale; è stata una vittoria dello Stato, della Magistratura, delle forze di Polizia contro quei criminali responsabili di dieci anni di delitti di mafia; per me personalmente quel processo è stato un banco di prova di formazione: ho capito che non ci sono problemi insuperabili se li affronti con serenità con distacco e valutando tutto ciò che puoi fare”. Un processo, secondo Grasso,che ha determinato importanti cambiamenti nell’organizzazione criminale mafiosa: “Non possiamo dire che Cosa Nostra è stata completamente distrutta, però e stata fortemente ridimensionata. C'è stata una trasformazione della mafia, nel senso che oggi cerca di non farsi notare di non stare sotto i riflettori tentando di infiltrarsi nel tessuto economico imprenditoriale del Paese, un elemento molto più subdolo e molto più difficile da accertare; per questo dobbiamo mettere in atto tutte quelle contromisure per scoprire dove la mafia si infiltra. Mi auguro – dice il Presidente del Senato ai ragazzi seduti nei banchi dei parlamentari - che proprio questa Assemblea possa approvare al più presto tutte quelle forme legislative capaci di contrastare l’espandersi nell’economia della criminalità organizzata”.

Gli studenti delle scuole romane chiedono poi all’ex Procuratore Nazionale Antimafia quanto è importante la collaborazione tra Stato e Chiesa: “Un collaborazione essenziale - risponde Grasso che ricorda ai ragazzi le parole di condanna alla mafia pronunciate da Giovanni Paolo II il 9 maggio del 1993 nella valle dei Templi di Agrigento e insieme a quelle parole, il ricordo dell’assassinio, pochi mesi dopo, di Padre Puglisi. “Un prete che rappresentava l’azione pastorale della Chiesa nel sottrarre alla mafia i giovani attratti da quel mito di potere, di soldi, di facili guadagni che invece li portava spesso alla morte o al carcere”.

Fondamentale per la lotta alla mafia, insieme alla Chiesa, il diritto allo studio e l’informazione: “La mafia come tutti i poteri totalitari ha paura della parola, ha paura anche di coloro che ne parlano perché il suo potere è basato anche sul consenso; per questo tanti giornalisti sono stati uccisi e tanti ancora oggi vivono sotto scorta”. E sul diritto alla scuola Pietro Grasso sottolinea come “ la dispersione scolastica, con oltre due milioni di ragazzi che non studiano e non lavorano, resta per il Paese un problema importante che va affrontato sia con il diritto alla studio che deve essere garantito a tutti, sia cercando di recuperare quei giovani che, senza la spinta allo studio, rischiano di venire risucchiati dalla spirale criminale dalla quale non usciranno più.
Mi hanno raccontato tante storie di giovani che hanno iniziato così, chiamati per commettere un piccolo furto ma che poi si ritrovano killer. Finiscono dentro una carriera criminale che nasce proprio dall'abbandono della scuola e anche dalle condizioni socio economiche e politiche di alcune aree del Paese che non consentono di avere riconosciuti quei diritti fondamentale che ti permettono di sopravvivere. Penso al diritto lavoro – molti giovani cadono nella rete della criminalità perché
non hanno di che sfamare i figli, non hanno un lavoro e, appunto, il diritto alla scuola, uno strumento di protezione sociale che consente di organizzare se stessi attraverso valori certamente diversi.

Penso che da questo punto di vista l’attenzione deve essere massima da parte di tutti coloro che possono contribuire, a partire dal Ministero dell'Istruzione dove ci sono persone che conoscono
perfettamente il problema; ma se non hanno i mezzi economici è difficile che riescono ad affrontare la questione. Si tratta di stabilire le priorità ed io sono convinto che l’istruzione è una priorità che va affrontata cercando di dare risorse adeguate sia per il diritto allo studio sia per la ricerca. Un valore che non si percepisce nell’immediato ma che si vede nel futuro”. Agli studenti presenti in Aula e a tutti i loro colleghi, il Presidente del Senato rivolge infine un appello all’impegno civile nel volontariato. “Avete la possibilità attraverso le numerose associazioni antimafia di dare intanto un apporto che aiuti a diffondere tra i giovani quelle idee di legalità, di rispetto delle regole, di tolleranza, di rispetto degli altri e di pace, tutti valori che sono scritti nella nostra Costituzione che resta - sottolinea infine il neo Presidente del Senato - il punto di partenza della nostra democrazia e dello Stato repubblicano e alla quale dobbiamo sempre fare riferimento”.

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