Case rifugio e vittime di violenza: nel Nord-ovest il 36,4%, nelle Isole il 13,8%

LE CASE RIFUGIO E LE STRUTTURE RESIDENZIALI NON SPECIALIZZATE PER LE VITTIME DI VIOLENZA, Anno 2023. La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e contro la violenza domestica (Istanbul, 2011) prevede che gli Stati aderenti predispongano “servizi specializzati di supporto immediato, nel breve e lungo periodo, per ogni vittima di un qualsiasi atto di violenza che rientra nel campo di applicazione” della Convenzione. A partire dalla ratifica in Italia della suddetta Convenzione i Piani nazionali contro la violenza hanno segnato un importante cambio di passo nella conoscenza del sistema della protezione delle donne vittime di violenza. L’Istat ha iniziato dal 2017 a rilevare dati sul Sistema della Protezione delle donne vittime di violenza. Nel 2018 sono state avviate le Indagini sulle prestazioni ed erogazioni dei servizi offerti dai Centri antiviolenza e analoga rilevazione sulle Case rifugio, nel 2020 è stata realizzata la rilevazio...

VISITE FISCALI ADDIO, A MESSINA L'ORDINE DEI MEDICI ALZA LA VOCE MA ABBASSA I COSTI?

Dopo la sospensione da parte dell'Inps che determina un risparmio immediato di 50 mln, ma il rischio di spenderne 150, a causa dell’aumento di “assenteisti cronici” non più controllati
MESSINA, 13/05/2013 - Il risparmio c'è ed è immediato, ma il rischio di spendere ancora più denaro pubblico fra qualche tempo è dietro l'angolo: l'Ordine dei Medici di Messina accende i riflettori, dopo la decisione dell'INPS di sospendere le visite domiciliari di controllo, che riguardano oltre 1400 medici. In una nota alla stampa, il presidente Giacomo Caudo spiega l'illogicità del recente
provvedimento, contestato anche da sindacati come la FIMMG, che raggruppa i medici di medicina generale, in grado di vanificare l'attività lavorativa svolta da anni da molti professionisti, meritevoli di avere rallentato il fenomeno dell'assenteismo ingiustificato e fatto risparmiare soldi alle casse dello Stato.

Grazie INPS: questo sembra essere il coro che si erge da parte degli “assenteisti cronici”, dopo la decisione da parte dell'Istituto di sospendere le visite domiciliari di controllo possono assentarsi indisturbati. A causa della spending review infatti si è deciso di risparmiare 50 milioni, lasciando a casa 1400 medici.
Le visite fiscali d'ufficio rappresentano il 75% delle visite totali, pari a circa 1,5 milioni di controlli: una spesa non da poco, ma nulla in confronto al peso dell'assenteismo. Un dato diffuso dai sindacati lo dice chiaramente: l'INPS spende ogni anno 50 milioni per le visite fiscali d'ufficio, ma basta che ci sia un aumento dello 0,l% di assenze per malattia per far perdere 100 milioni. “Il taglio dei controlli, afferma Giacomo Caudo, presidente dell'Ordine dei Medici di Messina - "non potrà che determinare nel breve tempo un consistente aumento dell'attuale spesa per l'indennità di malattia, considerando che l'eventuale crescita, anche di solo 1-2 decimali di punto della percentuale di assenteismo comporta un aumento della spesa di gran lunga superiore a quanto l'Inps ha speso nel 2012 per le visite mediche di controllo domiciliari d'ufficio". La conseguenza? Un danno erariale che peserà sullo Stato (e quindi ancora una volta sui contribuenti). “L'lstituto - prosegue Caudo - ha improvvisamente deciso la temporanea sospensione delle visite mediche di controllo disposte d'ufficio, questo nonostante aver avviato pochi mesi addietro, un complesso sistema di telematizzazione costato milioni di euro. Si tratta di un provvedimento per il quale esprimiamo forte dissenso. In poche settimane si verificherà un importante aumento delle assenze per malattia e quindi una spesa ben superiore rispetto a quanto l'Istituto investe in un anno per le visite mediche di controllo d'ufficio". In pratica si risparmieranno 50 milioni oggi per spenderne 150 domani. "Per questo motivo - conclude il presidente - abbiamo chiesto, in raccordo coi sindacati, un incontro urgente con la dirigenza dell'lnps e con il ministro del Lavoro, riservandoci di informare di ciò anche la Corte dei conti, e se necessario adire per vie legali onde tutelare la posizione lavorativa dei 1400 medici che per più di 20 anni hanno prestato, con grande professionalità, il servizio di medico di controllo, avendo dovuto rinunciare, a causa di pesanti incompatibilità disposte dall'istituto, ad altre opportunità di lavoro".




NELLA FOTO: Il presidente dell'Ordine dei medici Giacomo Caudo




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