Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

FORMAZIONE IN SICILIA: “UN INGEGNOSO MECCANISMO CON L’UNICO SCOPO DEL CONTINUO LATROCINIO”

27/06/2013 - Le indagini della procura della Repubblica di Palermo e della Guardia di Finanza hanno fatto emergere ciò che da tempo cerchiamo di chiarire: gli onorevoli regionali che con forza contrastano il progetto del Governatore Crocetta e dell’Assessore regionale alla P.I. Scilabra, sono gli stessi che hanno tratto benefici dall’impiego illecito delle risorse che la UE ha destinato alla formazione professionale privata.

Naturalmente, poiché le scuole statali non pagano tangenti, né regalano viaggi o abbonamenti in tribuna VIP del Palermo calcio, le scuole statali, con motivi risibili, sono state ostacolate nella attribuzione dei finanziamenti. Mentre le scuole cadono a pezzi e i Vigili del Fuoco si divertono a sanzionare i presidi che non possono adeguare alle norme le strutture scolastiche, la Regione finanzia il Ciapi che oggi la Guardia di Finanza mette alla sbarra per le risorse che, anno dopo anno, il centro di formazione professionale, è riuscito ad aggiudicarsi con il paravento di creare occupazione. Il sistema sarebbe stato messo in piedi una decina di anni fa. Il Ciapi è stato guidato per più di dieci anni dall’avvocato Francesco Riggio. Figlio di un senatore dc degli anni ‘60, Riggio è stato collaboratore di Salvo Lima, l’eurodeputato democristiano ucciso nel marzo del 1992.
Passato sotto le bandiere del Pd, è legato all’ex ministro Totò Cardinale, esponente di punta dei democratici in Sicilia. L’amministrazione siciliana tra il 2007 e il 2011 ha speso per la formazione professionale quasi 20 milioni di euro per servizi di assistenza tecnica (Price Waterhouse e altre società). La formazione costava oltre 280 milioni di euro l’anno e creava pochissimi posti di lavoro.

Sullo sfondo delle due inchieste c’è una pletora di parlamentari nazionali e regionali di ogni colore politico che risultano denunciati per finanziamento illecito o corruzione. Tra loro il senatore del Pdl, Francesco Scoma (accusato di corruzione), l’ex presidente dell’assemblea siciliana Francesco Cascio (accusato di finanziamento illecito). Sono indagati per corruzione anche gli ex assessori al Lavoro e alla formazione in Sicilia Carmelo Incardona (An) e Santi Formica (Pdl), l’ex consigliere comunale di Palermo Gerlando Inzerillo (Grande Sud), sono chiamati in causa per corruzione. Mentre di finanziamento illecito ai partiti devono invece rispondere Lino Leanza (ex assessore al Lavoro, deputato regionale), Gaspare Vitrano (ex deputato regionale del Pd) e Salvino Caputo (ex deputato regionale Pdl, decaduto la settimana scorsa dall’assemblea regionale siciliana dopo una condanna definitiva per tentato abuso d’ufficio).
Grazie alla collaborazione di due ex partner di Giacchetto, la Procura di Palermo ha ricostruito il sistema di corruzione a favore dei politici. A deputati nazionali e regionali venivano regalati oggetti preziosi, orologi di valore, vacanze in Tunisia e negli Stati Uniti e denaro contante. Ai più esigenti veniva offerto anche un comodo servizio “escort”: i politici ne potevano usufruire utilizzando gli appartamenti che Giacchetto metteva a loro disposizione nel centro di Palermo.
L’ordinanza del giudice per le indagini preliminari, dottor Luigi Petrucci, sulla richiesta di applicazione di misure cautelari “personali e reali” della Procura della Repubblica di Palermo, si compone di 674 pagine.
Quarantuno persone indagate, diciassette sottoposte a custodia cautelare. 84 i capi di imputazione, che coinvolgono a vario titolo trentasette persone fisiche e sette enti.

I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, evasione fiscale, false fatturazioni, falso in atto pubblico, operazioni immobiliari fittizie ed altro, falsi documentali e finanziamenti occulti.
I fatti, riguardano il sistema organizzato da Fausto GIACCHETTO per drenare denaro pubblico, attraverso il progetto CO.OR.AP. gestito dal CIAPI per conto della Regione siciliana, mediante la corruzione dei funzionari/incaricati di pubblico servizio coinvolti nel procedimento amministrativo di concessione del contributo ed una cospicua produzione di false fatture sia per giustificare gli esborsi, sia per trasferire il profitto illecito dai fornitori del CIAPI alle persone fisiche autrici della truffa o soggetti qualificati corrotti, anche sotto forma di pagamento di spese personali.

L’ipotesi accusatoria descrive
somme pubbliche destinate al soddisfacimento di pubblici interessi, attraverso l’utilizzo dello schermo sociale rappresentato dell’ente di formazione CIAPI di Palermo”. Tale “sistema” è stato progettato, diretto e realizzato da Faustino GIACCHETTO, apparente anonimo imprenditore nel campo della comunicazione. Il CIAPI, Centro Interaziendale Addestramento Professionale Integrato, è una associazione senza fini di lucro nata nel 1970 su iniziativa della Cassa per il Mezzogiorno, con la partecipazione societaria della FIAT, dell’Ente Minerario Siciliano, dell’Istituto Roosevelt e del C.I.A.P.I. di Siracusa. Con delibera del C.I.P.E., è passata sotto il controllo del Socio di maggioranza Regione Siciliana (Legge Regionale 6 marzo 1976 n. 25).
Il GIACCHETTO avrebbe creato “un vero e proprio “sistema criminale” che, attraverso continui favoritismi ed elargizioni erogate a funzionari pubblici, politici, soggetti a vario titolo operanti nel settore della comunicazione e della pubblicità, riusciva, da un lato, a far ottenere al CIAPI, che gestiva in piena autonomia, cospicui finanziamenti nell’ambito di diversi progetti autorizzati (CO.OR.AP., INFOA, Carovana per l’Orientamento, LABOR, FORMISPE, Attività Formazione Personale Enti Locali, FORUM per la LEGALITÀ), ciò in forza delle pratiche di corruttela, dall’altro, a incamerare personalmente una cospicua parte di tali provvidenze, che utilizzava per bisogni personali, ovvero proprio per le pratiche di corruttela e per alimentare quel complesso sistema di favoritismi e scambi che nulla hanno a che fare con quella che è l’oggetto dell’amministrazione dei pubblici bisogni e del “fare politica””.

Si può schematizzare il contenuto di questa indagine avendo come punto di riferimento l’organo della Regione Siciliana, ed in particolare l’allora Assessorato Regionale al Lavoro e Formazione Professionale e l’Agenzia Regionale per l’Impiego e la Formazione Professionale, quindi il CIAPI, ed infine GIACCHETTO Faustino quale punto di contato tra la Regione Siciliana ed il CIAPI, principale dominus e soggetto di collegamento di tutti i protagonisti del sistema.

In particolare, è stato accertato che a fronte di provvedimenti emessi da alcuni dei soggetti politici o del LO NIGRO, questi ricevevano regalie varie (sotto forma di mazzette in denaro contante, concessioni in uso gratuito di appartamenti, viaggi, sponsorizzazioni, abbonamenti allo stadio “Renzo Barbera”, etc.) ed anche illeciti contributi per scopi elettorali.

Da non credere che oggi, alla Regione Siciliana, alcuni onorevoli, vicini ai centri di formazione professionale, esercitano pressioni per rifinanziare il CIAPI, mentre le scuole statali rimangono prive di certezze sui fondi assegnati e i piani di edilizia scolastica rimangono specchietti per le allodole.

Roberto Tripodi
Preside ITS A.Volta, Palermo
Presidente regionale ASASI

Commenti

  1. Bravo Preside hai il sostegno delle persone oneste...poche,purtroppo.

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