
Vibo Valentia, 29.06.2013 – Regione, enti locali, sindacati e vertici della Italcementi spa di Vibo Valentia si sono incontrati ieri in prefettura, convocati dal prefetto Michele di Bari, per fare il punto della situazione sul futuro dello stabilimento ad un anno dall'inizio delle cassa integrazione per i lavoratori. In gioco ci sono 83 posti di lavoro dei dipendenti Italcementi più quasi 400 delle aziende dell'indotto.
L'obiettivo, al quale sta lavorando anche il tavolo di Sviluppo creato in prefettura, è duplice: garantire il futuro dello stabilimento, e quindi i posti di lavoro, e salvaguardare il settore produttivo sul territorio.
Il rischio che preoccupa lavoratori e sindacati è quello dello stop dell’attività del centro di macinazione. L'azienda, infatti, sottolineando la crisi del mercato del cemento, ha annunciato l’intenzione di dismettere l’attività, e di aver ottenuto nel frattempo l'autorizzazione ad un altro anno e mezzo di cassa integrazione per i dipendenti.
Il tentativo della prefettura di trovare soluzioni alternative che garantiscono i lavoratori comunque prosegue, e di Bari il prefetto ha invitato le parti a partecipare nei prossimi giorni ad un uovo tavolo tecnico, per studiare nuove possibilità.
Intanto sono riprese le azioni di protesta dei lavoratori. In 12, dopo la riunione, si sono barricati sui silos dello stabilimento, a 90 metri di altezza. Il prefetto è intervenuto invitandoli a scendere e a non «affossare» il tavolo tecnico che lavorerà «con la responsabilità di creare soluzioni che passino attraverso una comunione d’intenti volta a dare risposte chiare alla vertenza».
Sono un operaio specializzato Italcementi in MOBILITA' dal 01/04/13 che ha lottato contro l'azienda per non arrivare a questo, abbiamo fatto le stesse cose che ora stanno facendo i nostri EX di VIBO ma senza ottenere nulla. Abbiamo impegnato tutte le forze P
RispondiEliminaolitiche, e la Chiesa, per evitare la chiusura. niente eppure noi in partenza eravamo 32 operai, di qui solo 6 hanno sistemato nell'altra cementeria dell'isola, gli altri tutti fuori. in Italia devono rimanere 4 cementerie e 1 centro di macinazione che all'occorrenza diventa cementeria. Questo perché sta aprendo nuovi impianti all'estero dove i contributi costano meno "e dove fa i C..... che vuole. mi chiedo come mai non si parla di ITALCEMENTI nelle trasmissioni come Porta Porta, Ballarò, Santoro.
Grazie