Ponte sullo Stretto: "Opera faraonica dal sapore coloniale"

Ponte sullo Stretto, Leoluca Orlando, candidato alle Europee per Alleanza Verdi Sinistra, a 24 Mattino su Radio 24: Opera faraonica dal sapore coloniale  14/05/2024 - “14 miliardi per realizzare un'opera che tecnicamente non è realizzabile, che massacra l'ambiente non soltanto quello geografico ma anche quello umano con intere deportazione di migliaia di famiglie. Un’opera che insiste per una parte, quella calabrese, sulla falda sismica essendo la zona di Messina esposta ai terremoti. 14 miliardi per un'opera faraonica che sembra un'opera coloniale. Alla Calabria e alla Sicilia si dà una grandissima opera che non si riuscirà mai a realizzare e che impegna 14 miliardi dei quali se ne spenderanno due o tre miliardi soltanto per pagare qualche progettista scelto probabilmente da qualche politico compiacente. Immaginiamo 14 miliardi collocati nel clima del porto di Genova!  È ammissibile che si attrae l'attenzione su quest'opera faraonica dal sapore coloniale e poi

CEFALÙ: VERSO LA CHIUSURA IL MUSEO MANDRALISCA. SGARBI: « MA NON SI VERGOGNA CROCETTA ?

«Sgarbi: « Ma non si vergogna Crocetta ? A parole si combatte la mafia, intanto si chiude un Museo
così straordinario nella bellissima e turistica Cefalù»
ROMA, 28/07/2013 - Il critico d’arte Vittorio Sgarbi lancia l’allarme sull’imminente chiusura del Museo Mandralisca a Cefalù, che ospista il celebre «Ritratto di Ignoto Marinaio» di Antonello da Messina. «Non c'è niente da fare – tuona Sgarbi - l'ignoranza è la madre della cattiva politica.
Nell'indifferenza totale delle istituzioni e, in particolare, delle autorità regionali, uno dei luoghi simbolici dell'arte siciliana, il Museo Mandralisca, si avvia, entro pochi giorni, malinconicamente, a chiudere.

Chiudere un Museo è sempre una sconfitta, ma tanto più lo è se dentro al Museo vi è una delle opere più celebri e ammirate del Rinascimento italiano: il «Ritratto dell’Ignoto Marinaio» di Antonello da Messina: un vero e proprio simbolo, artistico e antropologico, dell'uomo siciliano. Un sorriso più misterioso e intenso di quello della Gioconda. Si può immaginare che chiuda un Museo con un capolavoro come questo ?

Certo è che la Sicilia patisce il suo destino. Quale autorità penserebbe, a Milano, di decidere o di consentire la chiusura del Museo Poldi Pezzoli ?

Ma in Sicilia questo può accadere, ed è il più evidente segno delle lacerazioni e delle ferite della mafia. A parole si combatte la mafia, intanto si chiude un Museo così straordinario nella bellissima e turistica Cefalù.
Ma non si vergogna Crocetta ? Ha speso energie per contrastare i radar nelle basi americane per demagogia e retorica ed è stato del tutto sconfitto. Ma non si è preoccupato di fare ciò che la sua coscienza doveva imporgli: fare qualunque cosa per impedire questa serrata che umilia la cultura nei luoghi simbolici, con tutto il parlare che si fa della formazione dei giovani.

Ma non importa a nessuno: tutte parole vane. Nessuna idea, nessuna consapevolezza dei valori che s'invocano per puro vaniloquio. Il Museo è ricco di collezioni: oltre alla Pinacoteca, una sezione archeologica, una raccolta malacologica, una collezione di monete e un arredo di mobili e oggetti pregevoli.
Il Museo è anche ricercato, nonostante la cattiva politica turistica. Ed è visitato da circa 20 mila visitatori all'anno.
E' importante osservare che, nel testamento, il fondatore, il barone Enrico Piraino, nel pieno fervore di ideali risorgimentali, espresse programmaticamente l'intendimento di legare alla città le sue raccolte allo scopo di favorire la formazione di una classe popolare cittadina colta ed evoluta (come nei decenni si è dimostrata la popolazione di Cefalù). Responsabile e cosciente. Era una dimostrazione, anche politica, della posizione del barone Piraino, rispetto alla tradizione aristocratica degli eruditi siciliani. E a tal punto credeva in questi principi, d'aver disposto, a fianco del museo, la creazione di un Liceo e di una scuola serale, mantenuti con i suoi proprio beni. Il Museo era quindi, con la biblioteca, il deposito di un sapere, vario ed esemplare, nel quasi totale vuoto d'istituzioni scolastiche a Cefalù e nelle cittadine vicine (con 4/5 degli abitanti analfabeti).

Il Liceo Mandralisca fu dunque una emanazione del Museo; e il nesso così forte che le materie d'insegnamento e il personale scolastico erano stati indicati nel testamento del fondatore con grande precisione. Nacque così la «Fondazione scolastica Mandralisca», che adottò i dipinti e gli oggetti della Pinacoteca comunale. Una storia esemplare, consacrata, nella letteratura,m da Guido Piovene nel suo «Viaggio in Italia», e da Vincenzo Consolo, con il libro «Il sorriso del'ignoto marinaio» ispirato al dipinto di Antonello. Di quella civiltà e di quella cultura, nella coscienza degli attuali amministratori, non rimane evidentemente, più niente. Fumo e falsa lotta alla mafia.

In Sicilia occorre inventare il contrasto con le mafie praticandone lo stesso modello d'ignoranza e d'insensibilità, come ha dimostrato, proprio a Cefalù, con inaccettabile retorica, Manfredi Borsellino, senza rispettare neppure i nobili insegnamenti e riconoscimenti materni. Con il suo ministro Alfano, ha contrastato la mia presenza a Cefalù. Ne vediamo oggi i risultati e gli imperdonabili errori.

Io avevo tentato di riaccendere l'attenzione, nell'indifferenza delle istituzioni, sul Museo Mandralisca, segnalando nel Museo un altro capolavoro: una «Vanitas» di Angelo Caroselli, originale ed eccentrico pittore caravaggesco. Tutto inutile e cieca indifferenza da parte della Regione.

Il Presidente Crocetta non sente la responsabilità del Museo Mandralisca, con la sua eredità culturale e morale, ma si sente minacciato dalle proteste dei rappresentati del Movimento Cinque Stelle. E l'uno e gli altri conoscono soltanto la retorica e non hanno nessun interesse e sensibilità per una così grave umiliazione per la città di Cefalù. Vivono, l'uno e gli altri, di retorica.m Parlano per astrazioni, non hanno coscienza dei valori.

Crocetta non si rende conto che, come Pompei, la notizia della chiusura del Museo Mandralisca, e della sottrazione di Antonello, indignerà il mondo, se questa notizia uscirà dai confini delle cronache locali e nazionali. Provvederò a trasmetterla oltre che all'Ansa, alla Reuters e alla Bbc. E se Crocetta non avrà capito, perso nei fumi dei suoi stereotipi, rischierà di cadere, non per i radar delle basi americane, non per le contestazioni del Muos, ma per non aver garantito la dignità e l'apertura del Museo Mandralisca. Suo primo e trascurato dovere.
Altro che radar. Primum: cultura, idee, sapere. Ovvero, la grande civiltà siciliana»

Commenti

  1. Caro Sgarbi e' inutile appellarsi alla sensibilita' dei politici:NON NE HANNO!
    Gli enti publici sono carrozzoni inefficienti e gestiti per creare clientela.
    Esistono tanti musei privati.
    Bisogna appellarsi alla sensibilita dei privati che sono molto piu efficienti.
    I cittadini di buona volonta dovrebbero organizzarsi per ricercare sponsor e gestire efficacemente il museo.

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