Traffico di migranti. La Polizia di Stato di Palermo chiude più di 700 siti di trafficanti di esseri umani

Traffico di migranti. La Polizia di Stato chiude più di 700 siti di trafficanti, per attrarre i 'clienti' con indicazioni sulle tariffe.  16 sett - Traffico di migranti provenienti dalle rotte maghrebine, la Polizia di Stato di Palermo, in collaborazione con la locale Sisco e con il coordinamento del Servizio centrale operativo, ha avviato il monitoraggio delle pagine social ed i profili utilizzati dai trafficanti di esseri umani per promuovere i viaggi illegali dalle coste nordafricane a quelle nazionali. Le analisi sono state condotte anche dai poliziotti della Squadra mobile di Palermo.  Le associazioni criminali si servono dei social network per pubblicizzare le proprie attività illegali e sponsorizzare i servizi di trasporto. Diversi sono i contenuti utilizzati dai gestori di quelle pagine per attrarre nuovi "clienti", in alcuni casi venivano offerti prezzi scontati per donne e bambini, nonché veri e propri pacchetti viaggio per famiglie.  Nei siti erano ind

“L' EQUIVOCO DEL SUD” DI CARLO BORGOMEO: A GIOIOSA MAREA LE DOMANDE NON SONO GRADITE?

"Parlare di Mezzogiorno è perfino noioso…” si legge nelle righe di presentazione ufficiale de “L' equivoco del Sud. Sviluppo e coesione sociale” di Carlo Borgomeo, edito da Laterza. Il libro è stato presentato a Gioiosa Marea per un pubblico non incoraggiato forse dall'avvertimento della stessa presentazione: “...è perfino noioso...". Borgomeo è apparso 'sotto tutela', al riparo dal pubblico, da domande e interlocuzione: è stata consentita una sola domanda. Il secondo ‘volontario’ è stato ammonito: “Ce la fa lei in un minuto?”, come nei talk show televisivi. Oltrechè  "noioso”, “L' equivoco del Sud” di Carlo Borgomeo, andrebbe definito 'proibito'...

Gioiosa Marea (Me), 23/07/2013 – “L' equivoco del Sud. Sviluppo e coesione sociale” è il titolo del volume di Carlo Borgomeo, edito da Laterza, casa editrice un tempo quotata nell’ambito scolastico, presentato ieri sera in piazza a Gioiosa Marea per un pubblico non incoraggiato forse dalla stessa presentazione ‘istituzionale’ circolante sul web: “Parlare di Mezzogiorno è diventato perfino noioso: l'impressione è che sia una questione irrisolvibile”.

Borgomeo è stato un sindacalista della Cisl, amministratore delegato di Sviluppo Italia sino al febbraio 2002, oggi Presidente della Fondazione con il Sud. Una personalità sbarazzina, non incline ad accettare appellativi e titoli che lui stesso afferma di non avere. Così ‘respinge’ le ‘smancerie’ di chi lo definisce ‘dotto’: “Poiché io dotto non sono”. Ma risponde all’unica domanda consentita, postagli da un astante del luogo.

Ciò che sta a cuore a Borgomeo è spiegare ‘l'equivoco del Sud’? Ciò che non ha consentito al Mezzogiorno di affrancarsi dall’assistenzialismo, o meglio, ciò che non ha permesso al Sud di liberarsi da tale retaggio, da tale ‘accusa’?

C’è passione in Borgomeo, quando parla delle epoche che negli ultimi 60 anni di Italia recente non hanno consentito alle regioni del Mezzogiorno di ‘smacchiare’ lo stigma che vorrebbe il Sud simboleggiato dall’abitante dei bassi napoletani che per cambiare la lampadina aspetta che un turista del nord la compri per lui, se lo imponga sulle spalle, in mancanza di una scala a pioli, e allorquando (tenedolo ancora sulle spalle) gli chiede: “L’ha cambiata?”, il napoletano dei bassi risponde: “Ma se voi non girate!”.

Napoletanità cui Borgomeo dice di tenere, per quanto attribuisca alla mancanza di ‘responsabilità sociale’ e all’evasione scolastica ruoli primari nell’equivoco del Sud, della questione meridionalista. E nel suo volume cita Danilo Dolci e l’esperienza di Trappeto e Partinico. Lui, Borgomeo, che da napoletano sa di giocare in casa, con Marco Rossi Doria, uno dei padri moderni del contrasto della dispersione scolastica.
 Che importa se Borgomeo non ha una laurea, nè titoli? Marco Rossi-Doria, è maestro elementare dal 1975 e dal 29 novembre 2011 è stato sottosegretario all'Istruzione nel governo Monti. Ha insegnato in Italia e all’estero e da 20 anni è formatore di docenti sulle didattiche e le metodologie di contrasto della dispersione scolastica, del disagio e dell’esclusione precoce. Fondatore del progetto Chance, dal 1994 al 2006 maestro di strada nei Quartieri Spagnoli di Napoli. Autore, tra l'altro, del volume "Di mestiere faccio il maestro" (L’Ancora 2009), premio Unicef Italia per l’infanzia nel 2000: ha ricevuto dal Presidente della Repubblica la Medaglia d'oro per la cultura, l’educazione e la scuola (2001).

Ma Borgomeo non cita nemmeno il rapporto presentato nel 1995 dalla Commissione europea, su iniziativa della signora Edith Cresson, commissario europeo per la ricerca, l'istruzione e la formazione, quando afferma che "se dieci milioni di posti di lavoro fossero immediatamente disponibili, le imprese avrebbero enormi difficoltà a reperire la totalità dei candidati idonei ad occuparli per via della mancanza di qualifiche sufficienti, mentre d’altro canto in Europa si contano diciotto milioni di disoccupati". E argomenta, la Cresson, su "come contribuire al reinserimento sociale degli esclusi o di coloro che corrono il pericolo di esserlo".

Temi che la signora Edith Cresson affronta nel "Libro bianco Insegnare e apprendere, verso la società conoscitiva", nel quale l'istruzione e la formazione appaiono come l'ultimo rimedio al problema dell'occupazione, presentato nel 1995 dalla Commissione europea, su iniziativa della stessa Edith Cresson.

E allora più che “noioso”, “L' equivoco del Sud” di Carlo Borgomeo, andrebbe definito proibito!

D'accordo, noioso può diventarlo. Ma ciò che maggiormente ha stupito e lasciato ‘perplesso’ il pubblico di Gioiosa Marea non è stata l’esigua presenza (di pubblico), forse intimorito da quel “parlare di Mezzogiorno è diventato perfino noioso…", ma il fatto che Borgomeo sia apparso 'sotto tutela', quasi da proteggere e mettere al riparo dal pubblico, da domande e interlocuzione: è stata consentita una sola domanda da parte del pubblico presente. Il secondo ‘volontario’ è stato ammonito:  

“Senta, ce la fa lei a fare la sua domanda in un minuto?”.

- “Un minuto? Non saprei, ma se le domande, qua, non sono gradite preferisco lasciare perdere… Non immaginavo ci fossero i tempi televisivi. Scusate tanto, volevo partecipare…”

- Ok. Meglio così!

A nostro avviso, in futuro sarebbe meglio lasciarlo libero di rispondere alle domande, anche a quelle di durata (eventualmente) superiore al minuto...

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto o un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

**_m_m_

Commenti