Centri antiviolenza, Case rifugio: in Sicilia e nelle Isole l'88,6% hanno un ente promotore privato

L’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità rendono disponibile, tramite uno specifico sistema  informativo, un quadro integrato e tempestivamente aggiornato di informazioni ufficiali sulla  violenza contro le donne in Italia 2 . L’obiettivo è fornire dati e indicatori statistici di qualità che  offrano una visione di insieme su questo fenomeno attraverso l’integrazione di dati provenienti da  varie fonti (Istat, DPO, Ministeri, Regioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centri antiviolenza,  Case rifugio e altri servizi come il numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking. 14/04/2025 -  Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla violenza di genere.  Sono 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.  Sono 4.157 i minori ospiti de...

ATTILIO MANCA: IL GIP ARCHIVIA DEFINITIVAMENTE COME "SUICIDIO" IL CASO DELL’UROLOGO UCCISO DALLA MAFIA

Lacunosa l'autopsia: il Gip dovette ordinare un’integrazione. Sul braccio sinistro dell’urologo Attilio Manca presenti segni di iniezioni, uno all’altezza dell’avambraccio, l’altro al polso sinistro. Attilio Manca era mancino, operava solo con la mano sinistra, non usando mai la destra. Una serie infinita di incongruenze. Bernardo Provenzano operato alla prostata in una clinica di Marsiglia proprio nell'ottobre 2003: una strana coincidenza...

Barcellona P.G. (Me), 22/08/2013 – In caso di Attilio Manca, 2013, il giovane urologo barcellonese ucciso dalla mafia, segna una dura ‘sconfitta’. Il giudice per le indagini preliminari di Viterbo - infatti - ha deciso di archiviare l'inchiesta a carico di 5 persone di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), indagate per la morte dell'urologo barcellonese, trovato morto nella sua abitazione di Viterbo, dove svolgeva la sua professione, nel 2004.
Per il gip di Viterbo, Attilio Manca sarebbe morto per un’overdose di droga che lo stesso manca si sarebbe iniettato con una siringa. I familiari dell'urologo, che conducono una strenua lotta per il riconoscimento delle vere cause del decesso (ucciso dalla mafia) sono, invece, convinti che proprio la mafia lo avrebbe ucciso, dopo averlo costretto a operare alla prostata il boss mafioso Bernardo Provenzano: dopo l'intervento, il dott. Attilio Manca, ormai testimone scomodo, sarebbe stato eliminato.

Nell'ottobre 2012 l'europarlamentare Sonia Alfano, che si era opposta all'archiviazione del caso, così scriveva in una nota:
“Dopo otto anni di attese snervanti, di falsità, di dubbi atroci e di depistaggi, quanto altro tempo ci vorrà per arrivare alla verità sulla morte di Attilio Manca? Perché una verità tanto evidente risulta così difficile da affermare? Era stato ordinato un supplemento di indagine e il suo risultato è chiaro: sulle siringhe trovate a casa sua non c'è alcuna impronta di Attilio Manca. Questo impone di verificare chi maneggiò quelle impronte: individuare quei soggetti spalancherebbe la pista mafiosa, cioè la vera ragione dell'uccisione dell'urologo barcellonese”.

All’indomani dell’udienza fiume del 9 febbraio 2012 Sonia Alfano (Presidente della Commissione Antimafia Europea) tornava a prendere posizione sulla vicenda di Attilio Manca, l’urologo siciliano trovato senza vita nella sua casa di Viterbo nel febbraio del 2004.

“Condivido pienamente l’ennesima opposizione dei familiari di Attilio e del loro avvocato, Fabio Repici, alle richieste di archiviazione della Procura viterbese - scriveva la Alfano - . Chiudere le indagini su un caso palesemente segnato da gravissime anomalie e buchi neri, sarebbe come ucciderlo per la seconda volta. Non possiamo e non dobbiamo permetterlo. Mi sembra macroscopico l’operato insufficiente e omissivo del pm Petroselli, responsabile delle indagini. Mi auguro che il gip voglia accogliere le nuove consulenze tecniche chieste dalla difesa. E’ un atto dovuto alla dignità e alla memoria di Attilio Manca”.

Nel febbraio 2010 la stessa europarlamentare lanciava un duro atto di accuda contro "la città di Barcellona Pozzo di Gotto", che "continua ad essere un ostacolo alla scoperta della verità sulla morte di Attilio Manca e l'indifferenza di molti impone una cappa su questo caso, creando disagio alla famiglia", affermava il deputato europeo, Presidente dell'Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia.

La procura di Viterbo aveva archiviato per la terza volta le indagini e - sottolineava Sonia Alfano - viene naturale interrogarsi sul perchè di tanta leggerezza. Purtroppo in Italia è una consuetudine che i familiari delle vittime di mafia debbano indagare e trovare le prove sui mandanti e assassini dei propri cari, e io lo so bene perchè ho dovuto farlo per l'assassinio di mio padre. Pertanto - aggiunge - vorrei sollecitare la procura ad approfondire ancora le indagini e a fare luce sui lati oscuri di questa terribile vicenda".

Commenti