1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

ATTILIO MANCA: IL GIP ARCHIVIA DEFINITIVAMENTE COME "SUICIDIO" IL CASO DELL’UROLOGO UCCISO DALLA MAFIA

Lacunosa l'autopsia: il Gip dovette ordinare un’integrazione. Sul braccio sinistro dell’urologo Attilio Manca presenti segni di iniezioni, uno all’altezza dell’avambraccio, l’altro al polso sinistro. Attilio Manca era mancino, operava solo con la mano sinistra, non usando mai la destra. Una serie infinita di incongruenze. Bernardo Provenzano operato alla prostata in una clinica di Marsiglia proprio nell'ottobre 2003: una strana coincidenza...

Barcellona P.G. (Me), 22/08/2013 – In caso di Attilio Manca, 2013, il giovane urologo barcellonese ucciso dalla mafia, segna una dura ‘sconfitta’. Il giudice per le indagini preliminari di Viterbo - infatti - ha deciso di archiviare l'inchiesta a carico di 5 persone di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), indagate per la morte dell'urologo barcellonese, trovato morto nella sua abitazione di Viterbo, dove svolgeva la sua professione, nel 2004.
Per il gip di Viterbo, Attilio Manca sarebbe morto per un’overdose di droga che lo stesso manca si sarebbe iniettato con una siringa. I familiari dell'urologo, che conducono una strenua lotta per il riconoscimento delle vere cause del decesso (ucciso dalla mafia) sono, invece, convinti che proprio la mafia lo avrebbe ucciso, dopo averlo costretto a operare alla prostata il boss mafioso Bernardo Provenzano: dopo l'intervento, il dott. Attilio Manca, ormai testimone scomodo, sarebbe stato eliminato.

Nell'ottobre 2012 l'europarlamentare Sonia Alfano, che si era opposta all'archiviazione del caso, così scriveva in una nota:
“Dopo otto anni di attese snervanti, di falsità, di dubbi atroci e di depistaggi, quanto altro tempo ci vorrà per arrivare alla verità sulla morte di Attilio Manca? Perché una verità tanto evidente risulta così difficile da affermare? Era stato ordinato un supplemento di indagine e il suo risultato è chiaro: sulle siringhe trovate a casa sua non c'è alcuna impronta di Attilio Manca. Questo impone di verificare chi maneggiò quelle impronte: individuare quei soggetti spalancherebbe la pista mafiosa, cioè la vera ragione dell'uccisione dell'urologo barcellonese”.

All’indomani dell’udienza fiume del 9 febbraio 2012 Sonia Alfano (Presidente della Commissione Antimafia Europea) tornava a prendere posizione sulla vicenda di Attilio Manca, l’urologo siciliano trovato senza vita nella sua casa di Viterbo nel febbraio del 2004.

“Condivido pienamente l’ennesima opposizione dei familiari di Attilio e del loro avvocato, Fabio Repici, alle richieste di archiviazione della Procura viterbese - scriveva la Alfano - . Chiudere le indagini su un caso palesemente segnato da gravissime anomalie e buchi neri, sarebbe come ucciderlo per la seconda volta. Non possiamo e non dobbiamo permetterlo. Mi sembra macroscopico l’operato insufficiente e omissivo del pm Petroselli, responsabile delle indagini. Mi auguro che il gip voglia accogliere le nuove consulenze tecniche chieste dalla difesa. E’ un atto dovuto alla dignità e alla memoria di Attilio Manca”.

Nel febbraio 2010 la stessa europarlamentare lanciava un duro atto di accuda contro "la città di Barcellona Pozzo di Gotto", che "continua ad essere un ostacolo alla scoperta della verità sulla morte di Attilio Manca e l'indifferenza di molti impone una cappa su questo caso, creando disagio alla famiglia", affermava il deputato europeo, Presidente dell'Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia.

La procura di Viterbo aveva archiviato per la terza volta le indagini e - sottolineava Sonia Alfano - viene naturale interrogarsi sul perchè di tanta leggerezza. Purtroppo in Italia è una consuetudine che i familiari delle vittime di mafia debbano indagare e trovare le prove sui mandanti e assassini dei propri cari, e io lo so bene perchè ho dovuto farlo per l'assassinio di mio padre. Pertanto - aggiunge - vorrei sollecitare la procura ad approfondire ancora le indagini e a fare luce sui lati oscuri di questa terribile vicenda".

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