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Mazzarrà S. Andrea, Fausto Leali ha iniziato con circa 1 ora e mezza
di ritardo il suo concerto in piazza. Leali 'confessa' su Facebook le
ragioni del ritardo: "dovuto ad avaria del veicolo che trasportava la
band". E' vero, il pubblico ha rumoreggiato dimostrando però notevole
compostezza, tipica di una comunità accogliente. Al sindaco Salvatore
Bucolo e ai suoi collaboratori, dopo l'incertezza, rimane la
soddisfazione di un "concerto andato benissimo", come lo stesso Fausto
Leali 'testimonia' su Fb. Ed è vero
Mazzarrà Sant'Andrea (Me), 25/08/2013 -
“Ringrazio il pubblico
di Mazzarrà Sant'Andrea per la pazienza che ha avuto a causa del
ritardo, dovuto ad avaria del veicolo che trasportava la band, la
simpatia e cordialità del giovane sindaco Salvatore Bucolo e i suoi
collaboratori... il concerto è andato benissimo e alla fine tutti felici
e contenti. Con affetto Fausto”. Dice la verità Fausto Leali e lo
scrive sulla propria pagina Facebook, oramai luogo dell’anima e della
coscienza per tutti noi, popolo globale del terzo
millennio, che
non stiamo per ore intere davanti al frigorifero o alla lavabiancheria
ma davanti al pc, al tablet e simili si. E con esso, tramite Facebook,
ci liberiamo dei nostri peccati, delle pene, dei nostri dubbi e dei
segreti? Ci mondiamo. E’ perché vogliamo comunicare?!
Se proprio di comunicare si tratta, sarebbe bastato… comunicare al
pubblico presente ieri sera a Mazzarrà Sant'Andrea, per assistere
all’annunciato concerto di Fausto Leali, le ragioni del ritardo che ha
fatto si che il pubblico “rumoreggiasse” e l’esibizione iniziasse non
prima delle ore 23.30: il pubblico avrebbe compreso. Invece si sono
scelti il silenzio (prima) e la
frottola (poi), col risultato di
suscitare (ora si) la ribellione del pubblico, sentitosi offeso, pur
rimanendo un pubblico accogliente e civicamente inappuntabile, ben
disposto, numeroso ma composto, sinceramente convenuto a Mazzarrà
Sant'Andrea per assistere al concerto (per di più gratuito) di questo
inimitabile “
Negro bianco”, una voce che forse gli viene invidiata dagli stessi “
black”, che dovrebbero possederla per contratto.
Salvatore Bucolo, sindaco di Mazzarrà S. Andrea, ha di fatto offerto ai
suoi concittadini un concerto di bellezza e testimonianza non comuni.
Bellezza come bellezza, come valore ‘estetico’ del personaggio, delle sue canzoni, dell’esibizione in sé;
testimonianza
perché Fausto Leali è testimone di un'epoca, rappresenta un capitolo
della storia della canzone italiana (e non solo), con un repertorio che
non necessita di eccipienti per potervi disciogliere dentro i principi
attivi, percentualmente sparuti rispetto all’intera pozione guaritrice.
Fausto Leali è in grado di offrire al pubblico un repertorio che
percorre mezzo secolo di storia della canzone, che richiama generi
musicali diversi ma omogenei e corposi, che non soltanto non è mai
banale ma porta in sé contenuti sociologici e artistici di indubbia
rilevanza:
Angeli negri, a parte
Angelitos negros di Pedro
Infante del 1948, ripreso poi da Don Marino Barreto jr nel 1959,
richiama in ogni epoca una questione mai sopita ed oggi ancora tanto
sentita in tutto il mondo ed in Sicilia, dove il nuovo Pontefice Papa
Francesco, si è fatto carico, a Lampedusa, del destino di gente spesso
di colore ma 'sempre di colore' nel destino, nella fuga disperata e
nella disperata ricerca di un mondo e di una vita migliori.
E proprio oggi in Italia, in Parlamento, viene da chiedersi (come nella canzone):
"...perchè disprezzi il mio colore? Se vede bimbi negri Iddio sorride a loro".
Una bella versione di
Pregherò (
Stand by Me): non proprio
quella di Ben E. King, Jerry Leiber e Mike Stoller, gospel del 1955 dei
The Staple Singers, riadattato e pubblicato nel 1961, raggiungendo la
top ten negli Stati Uniti per ben due volte, nel 1961 e nel 1986, con
innumerevoli cover, compresa la più nota di John Lennon. In Italia “
Pregherò”
fu portata al successo da Adriano Celentano nel 1962 e per i diritti
d’autore fece litigare Detto Mariano, Ricky Gianco e Don Backy.
L'editore Alberbach li mise d’accordo: Detto Mariano e Ricky Gianco
avrebbero disconosciuto la paternità, Don Backy avrebbe conservato la
sua quale autore del testo.
Si, è così, c’è storia nella… storia di Fausto Leali, c’è storia e bellezza nel suo concerto: proprio nel 1961, quando
Stand by Me prendeva il volo, Fausto si faceva conoscere attraverso la N
uova Enigmistica Tascabile, con lo pseudonimo
Fausto Denis (alla rivista venivano allegati i dischi 45 giri).
Quello di Fausto Leali non è un concerto qualunque, sebbene la pigrizia debba essere forse una prerogativa del “
Negro bianco”.
Fausto Leali, infatti, esegue il suo concerto in maniera ‘canonica’,
puntuale e tecnicamente inappuntabile. Non si concede a grosse
divagazioni e non indulge a ‘libertà’ musicali e canore che ravvivino un
po’ di più i brani. I musicisti, tutti molto bravi, finiscono per fare
il loro mestiere senza ridondanze, senza tenere conto che pure in braghe
di tela (come si sono esibiti ieri sera, così com'erano arrivati) “si
può dare di più”. Eppure basta e avanza.
In repertorio l'immancabile
Deborah, nome che Fausto Leali ha
dato alla figlia avuta dall'ex-moglie, la cantante del Clan Celentano
Milena Cantù. Proprio Deborah andrebbe considerato un brano d’autore,
avendo tra gli autori Paolo Conte (Vito Pallavicini, Paolo Conte e Pino
Massara). Il brano presentato al Festival di Sanremo 1968, nella
versione di Fausto Leali non fa rimpiangere Wilson Pickett, così come
Un'ora fa.
Un bellissimo concerto che fa 'perdonare' il ritardo e rende merito agli
organizzatori: quello di Fausto Leali certamente non è un comune
spettacolo di piazza ma un evento di qualità, assai aderente alla
bellezza e alla storia della canzone e di questo strano e stanco paese:
l'Italia. Ed agli organizzatori va dato atto dell'ottima scelta.
m.m.
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